Luras, VI edizione Domos Abbeltas con un Tzilleri d’autore
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Tempio, stop dei Carrascialai: lasciati gli hangars. Martedì nuovo incontro con l’amministrazione
A tre mesi dall’apertura del Carnevale Tempiese 2017 scoppia a Tempio il caso dell’Associazione Carrascialai. Nella giornata di venerdì, in forza di una decisione presa il giorno precedente, i rappresentanti dell’associazione che si occupa della realizzazione e coordinamento dei 9 carri a concorso hanno difatti riconsegnato le chiavi degli hangars che ospitano i lavori invernali. All’incontro presenti l’assessore competente, Gianni Addis, e il sindaco, Andrea Biancareddu. Giunti alla seconda metà novembre, secondo l’associazione si è accumulato un forte ritardo sulle procedure burocratiche relative alle manifestazioni di interesse; tempi lunghi che – complice Carnevale basso, con giovedì grasso il 23 febbraio – non permettono allo stato attuale un lavoro sereno e profittevole nelle settimane future. I carrascialai ritengono oltremodo superati i tempi e vedono come improbabile il rispetto del limite del 15 dicembre, data ultima entro la quale l’amministrazione si è impegnata a concludere tutte le procedure e rendere disponibili i contributi assegnati in seguito all’accoglimento delle manifestazioni di interesse presentate.
L’associazione lamenta oltretutto un disinteresse generalizzato dell’amministrazione nell’avvio concreto dei lavori, con la mancata messa a disposizione della cassa scarrabile che accoglie i rifiuti provenienti dai vecchi carri. Ritardo considerevole, dal momento che la necessità è stata fatta presente quasi tre settimane addietro.
Su quest’ultimo punto, le prime ragioni dell’assessore Addis parlano di un ritardo imputabile alle lungaggini di Ambiente Italia. La società che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, infatti, era stata contattata dal Comune in quanto sprovvisto di scarrabile di proprietà. La cassa, però, è giunta a Tempio da Santa Teresa solo nella mattinata di ieri, fatto che secondo l’Associazione Carrascialai è dovuto unicamente ad un’accelerazione dell’ultimo momento a fronte della decisione della riconsegna delle chiavi. In tal senso, l’associazione conferma il passo indietro rassegnato nella giornata di venerdì.
Per quanto riguarda tempi e copertura finanziaria dei contributi, l’amministrazione ritiene di essere perfettamente in grado di rientrare nei tempi preventivati di metà dicembre, pur ammettendo alcune difficoltà che hanno sicuramente impedito un più celere disimpegno dell’iter burocratico, impedimenti relativi anche – secondo quanto riferito – ad un difficoltoso adeguamento dell’attività del Comune con l’armonizzazione contabile prevista per Regioni, Enti locali e loro organismi. Va detto, però, che dopo un triennio di sperimentazioni e slittamenti, la nuova disciplina per la finanza pubblica dovrebbe essere a regime già dal 1° gennaio 2016.
L’apertura delle buste, avvenuta mercoledì 16 in seguito alla scadenza del termine ultimo delle ore 12:00, ha evidenziato oltretutto mancanze nella documentazione presentata da alcune associazioni, allungando ulteriormente l’iter e aumentando la tensione in vista dell’avvio sostanziale dei lavori e della macchina organizzativa in generale. L’amministrazione ritiene, dal canto suo, di assicurare circa la normale realizzazione della manifestazione carnevalesca, anche se è chiaro come in vista del 23 febbraio si prospettino 14 settimane di lavoro molto intenso.
L’edizione 2017 nelle intenzioni assorbirà complessivamente 160.000 euro, di cui 20.000 provenienti da contributo regionale. Per tentare di risolvere la contrapposizione e affinché la città di Tempio abbia ben chiaro al più presto il destino che si prospetta per il Carnevale 2017, l’assessorato ha annunciato un nuovo incontro con i rappresentanti dell’Associazione Carrascialai entro la giornata di martedì.
Tempio Pausania ospiterà l’ottavo appuntamento nell’ambito della V edizione di Stazzi e Cussògghj – Primavera in Gallura, manifestazione di carattere storico ed enogastronomico che punta alla riscoperta di segni e testimonianze del passato gallurese, nel tentativo di capitalizzare in modo sostenibile gli imponenti flussi turistici che animano la Gallura, stimolando al contempo nelle nuove generazioni la conoscenza della propria storia, lingua, tradizioni popolari e produttive.
Dopo l’appuntamento aggese della scorsa settimana e in contemporanea con la tappa prevista a Loiri Porto San Paolo, sabato 11 e domenica 12 giugno è la volta di Tempio con il consueto tema “Civiltà contadina e antichi mestieri”. La cittadina gallurese ospiterà l’atteso evento di rievocazione storica organizzato dall’Associazione Stazzi e Cussògghj di Aggius (segreteria organizzativa), il Comune e la Ass. Tur. Pro Loco di Tempio Pausania, l’Unione dei Comuni Alta Gallura, Agenzia Forestas e la Regione Sardegna.
L’avvio di entrambe le giornate sarà caratterizzato dalla sinergia con l’Arst e la programmazione del Trenino Verde che giungerà da Palau alla Stazione di Tempio Pausania alle 10:30, attraversando i luoghi storicamente interessati dalla vita contadina e dall’organizzazione sociale della Cussògghja, entità geografica che comprendeva più Stazzi, gli insediamenti rurali peculiari della secolare cultura gallurese.
Numerosi gli eventi in calendario: dalla rievocazione pratica dei mestieri, lu tarrazzanu (agricoltore), mastru d’ascia (falegname), frailagghju (fabbro), suaragghju (il sugheraio) a Lu Tunditogghju, l’arte della tosatura delle pecore, passando per un’altro elemento fondante la società e l’economia gallurese: la bibbenna (la vendemmia). Nella giornata di sabato, appuntamento in un gioiello di Tempio Pausania: il Teatro del Carmine. A partire dalle ore 21:30, infatti, in programma Li Conti di Fuchili, rassegna di racconti e favole della tradizione popolare gallurese proposti da diversi artisti locali e intervallati dalle musiche del Coro Gabriel di Tempio e il Coro Matteo Peru di Aggius.
Le classi 1967 e 1971 si occuperanno dell’apertura al pubblico di uno dei luoghi simbolo della vita nella cittadina tempiese, La Greddhula. Questa, infatti, a conclusione della giornata di lavoro nei campi e nei laboratori dei diversi mestieri, era il luogo di ritrovo e socialità per la comunità nel periodo della vendemmia. La Greddhula, ovvero l’Edera, veniva esposta all’esterno della casa per segnalare agli avventori la possibilità di acquistare il vino di produzione propria; nel piccolo camino domestico talvolta si arrostivano le interiora del maiale, intervallando un bicchiere e l’altro con musiche e canti popolari. Nel fine settimana Li Greddhuli ospiteranno al loro interno Stazzi e Cussògghj Story, mostra fotografica relativa alle prime quattro edizioni della manifestazione a cura dall’associazione La Sardegna Vista da Vicino.
Oltre agli spazi museali fruibili durante la due giorni tempiese (Museo Bernardo De Muro, Casa Nino di Gallura, Museo Ornitologico, Museo vecchia Officina ferroviaria) da segnalare, in Piazza del Carmine, il Museo della Chea predisposto dai lavoratori dell’Agenzia Regionale Forestas il quale mostrerà le complesse procedure con le quali veniva realizzata la carbonaia.
Tempio Pausania. Il Fronte Indipendentista Unidu in merito all’ex Palazzina Comando e prospettive di sviluppo della città
Il Fronte Indipendentista Unidu accoglie con favore la recente delibera consiliare dell’amministrazione tempiese sul rinvio del Protocollo di Intesa col Demanio. Come noto, l’accordo prevede la cessione dell’Ex Palazzina Comando al fine di disporne l’Arma dei Carabinieri. Riguardo il Demanio, ricordiamo lo scaricabarile sulla comunità dell’ex Base Usaf di Limbara, effetti deleteri per Tempio derivanti dallo sciagurato Federalismo Demaniale all’italiana ad opera di Roberto Calderoli (Lega Nord).
Nel merito del Protocollo e della programmazione territoriale, valutiamo come segno di gestione inefficiente il costo per la riconversione in caserma e, rilevanti, i mancati benefici di quanto già investito e utilizzabile allo stato attuale grazie a fondi europei per circa 2,8 milioni di euro. La Palazzina è contigua alla struttura arrugginita di pertinenza del Sacro Cuore che da oltre un decennio campeggia su un terreno donato dal Comune a fine anni ’90 e che contribuisce ad accrescere le problematiche della Pischinaccia. Più ampiamente, questo va ricordato per il recente affidamento alla stessa parrocchia del complesso di Rinaggiu. La futura chiesa continua ad assorbire risorse, come nel caso del finanziamento prevalentemente pubblico della RAS, che la Cei compartecipa complessivamente per un quarto. Questa linea di finanziamento sul territorio si inserisce nel più ampio quadro di sviluppo individuato per la Pischinaccia; come sottolineato all’atto della concessione, infatti, “il compendio si trova infatti molto vicino alla nuova Chiesa del Sacro Cuore in costruzione i cui lavori ripartiranno a breve“. Va detto che il “breve” prosegue da 15 anni e, sempre conti alla mano, oggi per la conclusione della chiesa si spendono circa 900.000 euro dalla RAS.
In merito all’affidamento dei 15 ettari del complesso di Rinagghju, emblematiche le dichiarazioni di Frediani – “Mi auguro che ora la Chiesa riesca a fare quello che né le amministrazioni né gli imprenditori sono riusciti a fare negli ultimi 50 anni” – ponendo automaticamente il suo mandato fuori dal novero delle amministrazioni o riservando per questa giustificazioni particolari. Il proposito del Sindaco, per ovviare alla scarsa amministrazione pubblica e imprenditoria, è il turismo religioso di crisponiana memoria: da un lato si comunica la Convenzione con una dicitura etico-sociale di difficile collocazione e, dall’altro, l’azione concreta tramite una ONLUS allo scopo costituita. Al progetto del Sacro Cuore, oggetto di convenzione con il Comune, riserviamo un’analisi separata.
Nel Protocollo di Intesa oggetto di rinvio, al Comune andrebbe l’ex carcere La Rutunda, un altro rudere che l’amministrazione dovrebbe mettere a sistema reperendo finanziamenti specifici o impiegando risorse proprie, sostenendo la burocrazia del caso e occupandosi della custodia. I livelli di governo superiori, soprattutto quello statale, fanno il bello e cattivo tempo entrando in possesso di opere finite e funzionali con tutt’altra destinazione, impiegando ulteriori risorse che andrebbero proficuamente destinate allo sviluppo socioeconomico della città (fondi PAI, circa 3 milioni di euro), aggravando così le condizioni della finanza pubblica locale già ampiamente degradata. A tal proposito, la garanzia di non-acquisizione a bilancio e la forma di reciproca concessione costituiscono finte, quanto grottesche, rassicurazioni. Nella sostanza patrimoniale, il profilo di costi-opportunità per la comunità, gli oneri di ridestinazione della Palazzina e di recupero de La Rutunda, dispiegano effetti sul territorio a prescindere dall’allocazione formale in bilancio e, a leggere il Protocollo, anche in modo preoccupante per quanto riguarda l’atteggiamento dell’amministrazione comunale.
In particolare, alla voce Oneri finanziari (art. 6), si precisa ambiguamente che il Protocollo “non comporta oneri finanziari a carico delle Parti” (male, data la differenza di valore d’uso al momento tra la Palazzina e La Rutunda) salvo poi aggiungere in seguito che “eventuali oneri discendenti dai singoli contratti attuativi (ovvero il cuore della scambio, cioè le conseguenze dell’indirizzo pubblico) di cui ai precedenti articoli 3 e 4 saranno a carico del Comune”. Allo stesso modo, il punto Controversie (art. 5), lascia ancor più perplessi nel prevedere che Comune e Demanio, “si impegnano a definire bonariamente, tenendo conto del preminente interesse pubblico, ogni eventuale controversia derivante dall’esecuzione del presente Protocollo di Intesa“.
Da più di un anno il Fronte Indipendentista Unidu segue la questione e si è espresso in tal senso partecipando assemblee pubbliche e intraprendendo un confronto con l’amministrazione cittadina che, seppur spesso molto aspro, ha consentito di ottenere un quadro più chiaro e maggiori informazioni in merito alla nostra comunità. I tentativi dello Stato di depauperare il patrimonio pubblico appesantendone la gestione strutturale della comunità non sono una novità, come non lo sono amministrazioni cittadine prone nelle richieste, deboli nelle rivendicazioni e ambigue negli interessi perseguiti. In merito a Palazzina e futuro sviluppo della Pischinaccia, spesse volte la prospettiva delineata per la città appare miope. Per una città che aspira al recupero e alla redditività dei propri capitali, alla promozione territoriale, alla rivitalizzazione di servizi pubblici e privati nel turismo e nella cultura, la prospettiva di Forze Armate-Chiesa-Volontariato lascia, quantomeno, perplessi. Questo vale ma, va detto, sconta i vari vincoli che pesano sull’amministrazione comunale e la complessità di riqualificare e valorizzare una realtà incancrenita anche dal contenzioso con l’ATI sassarese originato nello scorso mandato.
Ribadiamo che l’attenzione sul tema sarà massima e rinnoviamo il contributo alla popolazione nella difesa e sviluppo della comunità.
Fronte Indipendentista Unidu
– Protocollo d’Intesa per la rifunzionalizzazione del vecchio Carcere e della ex Caserma “Pischinaccia”: all.a-protocollodintesa
*Documento per la stampa pubblicato originariamente il 26 aprile 2015
Continua la lettura di Tempio. Il FIU: quale sviluppo per Tempio*
È arriatu lu fini chita chi doaria signà lu momentu più altu pa lu statiali timpiesu pa cantu rigalda l’offelta e li prisenzi turistichi. Vennari e sabatu, infatti, dui tra l’eventi prinzipali di lu statiali timpiesu 2015. Si cumencia ogghj, da li 5 di sirintina, cu la VI edizioni di la Festa di la Paddha, ulganizzata da l’Assoziu cummelcianti “Centru citài” cun l’appogghju di Dol.Pa Logistica e l’AquaFantasy di l’Isola Rossa. Eventu chi pidda ispirazioni da la paddha come rifirimentu all’esse buriosu da sempri accustatu a livellu pupulari a lu paesi (“timpiesi paddhosi“). In un ambientazioni western e fenu spaltu illu centru storicu, magnà e bì fra mùsiga, baddi e spittacculì finz’a talda notti. Continua la lettura di Tèmpiu. Dui dì di festa: fini chita cun Paddha e Carrasciali
Dal monopolio di Onorato al no alla tassa soggiorno: la Giunta Pigliaru assomiglia sempre di più a un protettorato coloniale
La Sardigna e i diritti dei sardi sono messi al sacco da potenti oligarchi che speculano sulle risorse della nostra terra e sui diritti fondamentali del popolo sardo. Uno degli esempi più eclatanti di questa condizione coloniale è il caso del monopolio trasporti per nave: il signor Onorato oggi possiede il 95% dei trasporti marittimi da e per la Sardegna. Grazie alla copertura finanziaria di un fondo americano e di Unicredit, oltre alla compiacente indolenza della giunta Pigliaru e delle sue stampelle “sovraniste”, da oggi la Sardegna è ufficialmente un serbatoio del quale l’oligarca può disporre come meglio crede.
Onorato ha liquidato anche le ultime apparenze della concorrenza mettendo da parte gli ex soci della CIN. Il ricorso all’Antitrust dell’assessore Massimo Deiana, le patetiche esternazioni di Pigliaru su Facebook e le lamentele a mezzo stampa degli esponenti della maggioranza sono tardive e ipocrite perché la politica monopolistica di Onorato non era certo un mistero e questo è solo l’atto finale di un processo di concentrazione di capitale nel settore, tristemente noto dall’estate 2011 con il “sacco” delle tasche dei turisti, prosciugati ben prima di poter spendere un solo euro in Sardigna. Le grandi potenzialità turistiche della nostra Natzione vengono così mortificate e la pratica monopolistica (attribuita alla crisi nord-africana) drena tante risorse quanto più la Sardigna registra presenze in aumento, data la grande attrattiva dell’isola a livello internazionale. Poco importa a Onorato che il turista potrà spendere ben poco una volta giunto nell’ambita meta turistica dato che il caro traghetti spenna i turisti.
La giunta Pigliaru e le sue compiacenti stampelle “sovraniste” hanno avuto tutto il tempo per impegnarsi in una seria e frontale battaglia contro la realizzazione e gestione del monopolio a beneficio della proprietà campana, del conseguente caro trasporti e per revocare la convenzione con Tirrenia.
Se a ciò aggiungiamo anche il secco no dell’assessore al turismo Francesco Morandi alla proposta della tassa di soggiorno abbiamo veramente il quadro completo della situazione. Morandi dichiara che la tassa di soggiorno “produce pochi spiccioli per le casse e molti danni per l’immagine”. Possiamo e dobbiamo discutere modi e criteri di applicazione del contributo di soggiorno, ma è un dato di fatto che economie turistiche ben più sviluppate della nostra la applicano da anni e ne traggono profitti concreti in termini naturalistici, di servizi, di gestione dei flussi e di responsabilizzazione degli amministratori locali per l’impiego trasparente del gettito.
Il Fronte Indipendentista Unidu ritiene necessario che tutto il movimento di liberazione nazionale faccia quadrato su queste due tematiche di vitale importanza per lo sviluppo del nostro Paese:
• Introduzione di un contributo regionale di soggiorno. I proventi saranno destinati al mantenimento delle infrastrutture che più risentono del carico turistico concentrato in pochi mesi, al recupero e valorizzazione del patrimonio artistico-archeologico dell’isola e una sua più ampia promozione.
• Nella prospettiva di costruire una Sardigna sovrana, dotata di una sua flotta passeggeri e mercantile, è indispensabile l’apertura di un tavolo di confronto tra la RAS e la proprietà Moby che miri a regolamentare il continuo drenaggio di risorse derivante dalla condizione di monopolio privato. La Sardigna non può accettare di essere il fattore di produzione nelle mani di un oligarca italiano e la questione trasporti marittimi ha una portata politica nazionale, non semplicemente risolvibile dall’ANTITRUST italiana della quale conosciamo bene i “risultati” ottenuti circa altri monopoli che affossano la Sardigna. Onorato fa i suoi interessi, noi da indipendentisti dobbiamo fare altrettanto per la nostra Natzione.
Fronte Indipendentista Unidu
Un suzzessu in Lurisi la III edizioni di Domos Abbeltas, li “Cortes Apertas” gaddhuresi. Prisenzi un pocu in crescita pa una di li manifestazioni più in vista di lu nord Saldigna. Lu modellu è chissu di l’eventu spaltu undi la mannura – iscendini da lu boitu maxi eventu monopulizzatu e stragnu a lu locu – no è altu chi l’impultanzia di un cuntestu di attoppi “minori”, chi folmani olganicamenti lu ‘alori agghjuntu di l’offelta turistica. A una ‘olta, valurià li siènzi e li capitali di lu paesi – ispissu amendui suttustimati – in cunfolmitai cu l’identitai di la comunitai. La manifestazioni spalta pilmetti di silvì un nummaru impultanti di passoni chena miminà la galitai di lu silviziu offeltu e li siènzi divessi in dugna puntu di lu caminu. La cooperazioni è, pa definizioni, una chjai nizissària in modu chi l’eventi diffusi agghjni pruvettu e, ill’apparenti spaldìziu, aunini una comunitai innantu a la storia e li pirìzi soi, rinfulzendila economicamenti. Tutti cussì poni imbiccà calche cosa chi li possia piacì, comu lu géniu di li visittadori mattessi cambigghja a dugna stritta imbuccata: una rasogghja, un cuadru, unu spultinu in, una pitànzia nostrana, un muisè, una canzoni. Cun 60 domos abbalti a lu pùbblicu, indrentu a un centru storicu riccu di sugghjstioni, da l’altigianatu a l’assagghj, da l’ammenti storichi e populari a li bruttei d’ugna scera, a lu magnu e bì di galitai, v’è solu di sciuarà.
Lurisi – cun mancu di 3.000 abitanti – chjudi la telza edizioni di Domos Abbeltas cun più di 10.000 prisènzi stimati e, impultanti, un magghjóri ghjru d’affari. Una cunfelma pa lu paesi gaddhuresu chi cilca cussì di middurà l’offelta turistica valuriendi li raichi di la comunitai e rindendisi bè sumiddabili a fora, cumpruendi cu la pratica li pussibilitai manni chi ani li comunitai saldi.
Luras. Un successo la III edizione di Domos Abbeltas
Un successo a Luras la III edizione di Domos Abbeltas, le “Cortes Apertas” galluresi. Presenze in lieve aumento per una delle manifestazioni ormai più in vista del nord Sardegna. Il modello è quello dell’evento diffuso dove la grandezza – superando l’avvilente maxi evento monopolizzato e avulso dal contesto locale – non è altro che l’importanza di un complesso di appuntamenti “minori”, che formano organicamente il valore aggiunto dell’offerta turistica. Insomma, valorizzare le competenze e i capitali del paese – spesso entrambi sottostimati – in coerenza con l’identità della comunità. La manifestazione diffusa permette di servire un numero importante di persone senza ridurre il livello dell’offerta e marginalizzare le singole competenze in ogni punto del percorso. La cooperazione è, per definizione, una chiave indispensabile per la riuscita di eventi diffusi che, nell’apparente dispersione, uniscono una comunità su storia e maestrie proprie, rafforzandola economicamente. Tutti possono incontrare qualcosa di proprio gradimento, e i gusti dei visitatori stessi cambiano ad ogni vicolo imboccato: un coltello, un quadro, un cestino in vimini, una pietanza tipica, un museo, una musica, un libro. Con 60 domos aperte al pubblico, dentro un centro storico ricco di suggestioni, che vanno dall’artigianato alle degustazioni, dalle rievocazioni storiche e popolari a laboratori di ogni genere, al cibo e alle bevande di qualità, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Luras – con meno di 3.000 abitanti – chiude dunque la terza edizione di Domos Abbeltas con oltre 10.000 presenze e, dato rilevante, un giro d’affari in crescita. Una conferma per il paese gallurese che cerca così di migliorare l’offerta turistica valorizzando le radici della comunità, rendendosi sempre più riconoscibile all’esterno e mostrando con la pratica le grandi possibilità a disposizione delle comunità sarde.
http://www.ilminuto.info/sc/2015/06/luras-un-successo-la-iii-edizione-di-domos-abbeltas/