12 maggio, il TAR ha respinto il ricorso contro i Fogli di via da Sant’Anna Arresi e Teulada.
La motivazione del provvedimento è stata ritenuta “ampiamente e congruamente motivata”, data la presunta pericolosità per la sicurezza pubblica. Si precisa inoltre “che la misura del Foglio di Via obbligatorio è diretta a prevenire reati, piuttosto che a reprimerli”. Si parla di “un’oggettiva e apprezzabile probabilità di commissione di reati”quando si tratta, per la maggior parte, di persone incensurate, alcune delle quali abitano addirittura nelle zone limitrofe. Ci troviamo in una situazione assurda per cui delle persone solo per essere state identificate al di fuori del poligono di Teulada, non possono più tornare in quei luoghi per almeno 3 anni.
Si può cercare all’infinito la differenza tra repressione e repressione preventiva, sta di fatto che alcuni dei suddetti fogli di via sono stati notificati, guarda caso la mattina del 3 novembre, con il chiaro intento politico di compromettere la riuscita del corteo. Ancora una volta apprezziamo la corrispondenza tra giustizia formale e ingiustizia sostanziale.
Una giustizia che vede il pericolo in chi lotta per poter camminare liberamente sulla propria terra e non in chi la devasta con le bombe. Questa sentenza del TAR, che riprende la linea politica della Questura di Cagliari nei confronti del movimento contro le basi, ne è la prova lampante.
Recentemente come comitato studentesco siamo stati vittime di una perquisizione orchestrata dai militari ed eseguita del PM Pani, anch’essa si iscrive in un contesto di attacco alla libertà dei sardi di poter decidere le sorti del loro territorio e ne limita le libertà ma sopratutto la possibilità di informarsi di quando viene sparato e di quello che viene sparato in Sardegna durante le esercitazioni.
E’ in momenti come questo che il movimento che lotta contro le basi militari deve mostrarsi più unito e forte. Per questo abbiamo deciso tra aprile e maggio un tour che ha toccato diversi territori e che si concluderà il 2 giugno ad Oristano con l’Assemblea Generale Sarda contro l’occupazione militare della Sardegna