Economia. “Decrescita”, ma non sulla pelle delle donne
In occasione della Terza conferenza internazionale su “La grande transizione: la decrescita come passaggio di civiltà”, tenutasi a Venezia a settembre 2012, GlobalTvProject ha intervistato la professoressa Antonella Picchio* riguardo decrescita e sostenibilità del sistema economico. Un approccio critico affinché il dibattito sulla decrescita e la sostenibilità ambientale – spesse volte inquadrati semplicisticamente come “felice”, contrariamente ad una condizione di persistente conflitto nella società – non passino per un aggiustamento strutturale che si serve, e magari incrementa, la mole di lavoro non pagato, sia domestico che di cura, in larghissima parte fornito dal genere femminile, tanto storicamente quanto attualmente. Complessivamente, l’aggregato di lavoro non pagato, noto anche come non di mercato e non soggetto a rilevazione tramite gli indicatori tradizionali, raggiunge l’ampiezza del medesimo Pil di riferimento, con rapporti variabili e distribuzioni del carico di lavoro differenti a seconda dei singoli contesti. Più generalmente, al di là delle differenze di tali rapporti dei singoli Paesi, le statistiche sull’impiego del tempo rivelano come nel raffronto di genere anche in quelli industrializzati il rapporto del lavoro domestico e di cura non pagato presenti mediamente un rapporto di 1 a 4 a sfavore delle donne.
* Antonella Picchio ha insegnato Storia del pensiero economico ed Economia di Genere presso la Facoltà di Economia Marco Biagi dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Si occupa di teoria dei salari negli economisti classici, di bilanci di genere in approccio sviluppo umano. È nota a livello internazionale per i suoi studi su riproduzione sociale e lavoro non pagato. Ha studiato in varie università in Inghilterra e Stati uniti e ha conseguito un Ph. D presso l’università di Cambridge, UK. È militante nel movimento femminista dall’inizio degli anni Settanta.