Matteo Renzi vola a Bagdhad; non sono note le ragioni della visita istituzionale dal momento che l’Italia non ha la benché minima voce in capitolo circa i propri affari, figurarsi nella geopolitica internazionale.
Da Santo Stefano, in Sardegna, il ministro Pinotti dà il via libera all’invio di armi alle milizie peshmerga nel Kurdistan iracheno per arginare l’avanzata dell’ISIL. Dopo oltre un anno di incessanti avanzate e brutalità, l’occidente scopre in questi giorni l’efferatezza dell’organizzazione “capeggiata” da al-Baghdadi della quale è quanto meno lecito chiedersi come abbia potuto spadroneggiare in Iraq e Siria e quali sostanziosi appoggi possa avere. Ciclicamente l’origine e la storia di questi “nemici numero uno” passa in secondo piano e il tutto si racchiude sotto la dicitura “terrorismo islamico“.
Ne avevo già parlato qui https://www.zinzula.it/medio-oriente-imperialismo-e-fondamentalismo-islamico/
Nel frattempo, sull’altro fronte, quello Palestinese, va in onda la manipolazione quotidiana da parte dei tg italiani. Ieri si annunciava “Hamas rompe la tregua”, legittimando così nuove offensive militari israeliane che nelle ultime 24/36 ore hanno causato 22 morti e 120 feriti .
Di vero c’è che all’IDF sono giunte informazioni sicure che il comandante militare di Hamas, Mohammed Dief, sarebbe stato a casa con moglie e figlio. Il governo israeliano non ha perso tempo nell’oliare il solito meccanismo di false-flag ampiamente utilizzato per e dall’inizio di Brothers Keeper. Con il pretesto di tre razzi lanciati da Gaza, non rivendicati, Israele ha bombardato un palazzo a Sheikh Radwan nel quale doveva trovarsi l’intera famiglia. Deif non era nell’abitazione, moglie e figlio sono rimasti uccisi sul colpo e i funerali si sono tenuti nel pomeriggio di ieri. Mohammed Dief è vivo e sta bene: lo riferisce un comunicato diffuso dalle Brigate Ezzedin al Qassam, il braccio armato di Hamas, guidate dallo stesso Deif.
Intanto Khalida Jarrar, dirigente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, ha denunciato ieri all’ANSA l’intenzione da parte delle autorità israeliane di confinarla in Cisgiordania, nella città di Gerico. ”Stamane – ha riferito la Jarrar – una quarantina di soldati israeliani hanno fatto irruzione nella mia abitazione di Ramallah, consegnandomi un ordine in ebraico che impone di recarmi a Gerico nelle prossime 24 ore e restarci a tempo indeterminato”. Khalida Jarrar ha opposto un netto rifiuto.