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Sassari. Su FIU pro s’isportellu linguìsticu de Tàtari

FIU isportellu linguìsticu

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Sardegna. Movimenti di liberazione nazionale e sociale contro Troika e austerity

Fronte

I documenti di analisi scaturiti dagli incontri di formazione sul tema delle politiche di austerità e di autoritarismo economico e politico dettate dall’Unione Europea, organizzati dal Fronte Indipendentista Unidu in collaborazione con l’organizzazione giovanile indipendentista Scida e il collettivo Furia Rossa. Continua la lettura di Sardegna. Movimenti di liberazione nazionale e sociale contro Troika e austerity

Sardegna. Movimenti di liberazione nazionale e sociale contro Troika e austerity

Fronte Sardegna

Sardegna. I documenti di analisi scaturiti dagli incontri di formazione sul tema delle politiche di austerità e di autoritarismo economico e politico dettate dall’Unione Europea, organizzati dal Fronte Indipendentista Unidu in collaborazione con l’organizzazione giovanile indipendentista Scida e il collettivo Furia Rossa. Continua la lettura di Sardegna. Movimenti di liberazione nazionale e sociale contro Troika e austerity

Teulada. Il FIU: “Obiettivo raggiunto su TJ, ora coordinamento unitario contro l’occupazione militare”

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Il Fronte Indipendentista Unidu: Obiettivo raggiunto su TJ, ora coordinamento unitario contro l’occupazione militare

Quella di martedì 3 a Teulada/Sant’Anna Arresi è stata una giornata campale per tutto il movimento contro l’occupazione militare della Sardigna. Una giornata che ha dimostrato che i fogli di via sul movimento studentesco di Casteddu e la Rete No Basi Né Qui Né Altrove hanno avuto l’unico effetto di mobilitare ancora più sardi contro la mortifera esercitazione NATO, Trident Juncture, ottenendo un importante risultato politico e organizzativo: l’interruzione – come testimoniato da decine di giornalisti e centinaia di indipendentisti, antimilitaristi e pacifisti – delle esercitazioni NATO dal momento in cui (ore 15:15 circa) una decina di attivisti ha raggiunto le reti riuscendo ad introdursi simbolicamente nella Base. La conseguenza poteva essere solo una: l’interruzione immediata di qualsiasi operazione bellica all’interno del Poligono di Teulada. Le versioni diramate dalla Difesa, dal Comandante del Poligono di Teulada e quello della Brigata Sassari, al contrario, sono patetiche dal momento che centinaia di manifestanti hanno udito benissimo esplosioni sino alle ore 15:00 e, precisamente, come documentato da ProgresTv, almeno fino alle 15:09. Esprimiamo dunque solidarietà incondizionata ai 12 militanti destinatari dei fogli di via del Questore Gagliardi che si sono presentati ugualmente con i bus da Casteddu, fermati e tradotti in caserma a Giba e lì trattenuti tutta la giornata, come altrettanta solidarietà e complicità esprimiamo ai 16 militanti che sono riusciti ad introdursi nel Poligono.

Rimarchiamo come Gagliardi non abbia prodotto alcuna ragionevole motivazione per via amministrativa per vietare la manifestazione di Teulada, se non un inquietante “segnale forte da dare” che non ha fatto altro che alzare la tensione e ledere i più elementari diritti civili. Dare “segnali forti” ad un movimento contro l’occupazione militare in assenza di qualsiasi manifestazione di reato significa reprimere e, nelle migliori delle ipotesi, assumere una vera e propria posizione politica in merito. Non ci risulta che i Questori agiscano in termini politici. Per questo, al pari di quanto richiesto in queste ore da varie organizzazioni politiche, sindacali e studentesche, anche il Fronte Indipendentista Unidu richiede l’immediato allontanamento del Questore Gagliardi.

Non contenta, dopo la comunicazione che diventa richiesta di autorizzazione con illegittimo divieto, la Questura di Cagliari ha gestito la giornata di martedì nel peggior modo possibile: ceck point in stile militare, perquisizioni a tappeto dalle prime ore del mattino e illegittime schedature di massa, oltre a un imponente spiegamento di forze dell’ordine, non inferiore a 600 unità, compreso il Nucleo Artificieri e l’Anti Terrorismo Pronto Impiego. Un clima di intimidazione e gestione ambigua del corteo sfociati nella carica all’imbocco della lingua di terra di Is Pillonis, carica immotivata (l’accesso non era sbarrato e le persone affluivano all’interno da oltre mezz’ora) ed estremamente pericolosa in quanto gli scudi della Polizia e della Guardia di Finanza spingevano verso il fiume e non verso lo slargo che costeggia il mare, più “in sicurezza”.

Come in seguito alla grande manifestazione di Capo Frasca dello scorso anno, il Fronte Indipendentista Unidu ripropone e rilancia da subito la lotta sull’occupazione militare della Sardigna. Una giornata come quella di Teulada è uno spartiacque determinante per accrescere la coscienza nazionale dei sardi sulla loro capacità di opposizione all’occupazione militare e avviare un lavoro condiviso tra organizzazioni politiche e della società civile che non arretri minimamente dagli obiettivi imprescindibili per il futuro della Natzione sarda: fine del servaggio militare EI e NATO, chiusura Poligoni, ripristino e bonifiche dei territori, riconversione economica. Noi la Sardigna di domani la vogliamo incominciare dalla salute e dalla pace. La militarizzazione feroce della Sardigna nell’ultimo mezzo secolo dimostra come lo Stato italiano per la nostra Nazione non voglia né pace né salute, ma solo una Colonia a disposizione. Questo perché l’occupazione militare della Sardegna è tale in quanto inserita sotto la giurisdizione e gli interessi nazionali italiani di primissimo piano. Dopo sessant’anni di NATO e oltre mezzo milione di emigrati non ci sono ragionevoli motivi per pensare che lo Stato italiano abbia altre prospettive per la Sardegna. Solo i sardi, autodeterminandosi, possono essere artefici del loro benessere e del loro sviluppo.

Indipendentzia!

Teulada: le dichiarazioni post-manifestazione (di Marco Piccinelli)

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Abbiamo raccolto – e riportato – le voci e le dichiarazioni di alcuni esponenti di organizzazioni politiche e sindacali della Sardegna a seguito della manifestazione antimperialista di Porto Pino, contro le esercitazioni dell’operazione NATO Trident Juncture 2015 presso il poligono di Teulada

Luigi Piga – Fronte indipendentista unidu

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L’esponente del Fronte indipendentista unidu, raggiunto da Sinistra in Europa dichiara, in merito agli scontri avvenuti, che «è falsa la versione dello sfondamento del blocco da parte di alcuni tra i manifestanti per arrivare alla base: i dirigenti di polizia e carabinieri hanno, per mezz’ora, fatto affluire decine di persone dentro una lingua di terra non bloccata per poi all’improvviso introdurvi le forze in tenuta antisommossa spaccando il corteo e caricando dal lato più pericoloso, quello del fiume. E’ stato un atto irresponsabile ed estremamente pericoloso».
Prima della manifestazione, in ogni caso, il Fronte si era così espresso riguardo le mobilitazioni di Cagliari e Teulada: «Il Fronte Indipendentista Unidu aderisce alle mobilitazioni contro l’occupazione militare della Sardegna e contro lo svolgimento dell’esercitazione Trident Juncture e invita tutti i cittadini sardi che hanno a cuore la difesa della loro terra e la difesa della pace fra i popoli a scendere in piazza. La Trident Juncture 2015, la più imponente esercitazione NATO degli ultimi 15 anni a conclusione di una intensissima stagione di esercitazioni e addestramenti. In particolare il poligono di Capo Teulada sarà uno degli epicentri dell’esercitazione NATO. Qui è previsto il bombardamento contro la costa sarda, lo sbarco di reparti anfibi italiani, USA e del Regno Unito e di altri trenta stati aderenti all’alleanza imperialista NATO. Data la situazione di forte crisi internazionale e dati i mezzi straordinari messi in campo possiamo dire che si tratta non di una esercitazione ma di una operazione di preguerra».

Gianluca Collu – ProgReS – Progetu Republica

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Per Gianluca Collu, anch’egli raggiunto telefonicamente da Sinistra in Europa: «La manifestazione è andata a buon fine, a parte qualche scontro,siamo riusciti ad ottenere risultati importanti, a far emergere l’incompatibilità dei poligoni militari italiani in Sardegna. Rimane il rammarico che queste giuste manifestazioni di dissenso arrivino quando le esercitazioni stanno per concludersi, perché il 6 novembre Trident Juncture terminerà. E questo, naturalmente, dal nostro punto di vista, rappresenta un’altra netta irresponsabilità del Presidente Pigliaru e della Giunta Regionale dal momento che, pur essendo a conoscenza da mesi della esercitazione Trident Juncture, si è guardato bene dall’informare l’opinione pubblica sarda preferendo difendere gli interessi dello Stato italiano a discapito dell’interesse nazionale Sardo e dei suoi cittadini»».

Inoltre: «Oltre a questo, c’è anche il fatto che si difendono gli interessi delle lobby delle armi, perché con il piano Smart Specialization Strategy della Sardegna per i prossimi sette anni (2014-2020) si è inserito il comparto dell’aerospazio come tema strategico di sviluppo. Si garantiranno, in sostanza, più di 200 milioni di euro ad aziende impegnate nello sviluppo di tecnologie militari».
A Teulada, in ogni caso, ieri le esercitazioni si sono fermate, ed è un fatto importante: «Manifestare è sempre giusto, specie perché si risvegliano le coscienze di molti Sardi, annebbiate – spesso – da un sistema mediatico che non pone in condizione di analizzare la realtà delle cose, prova ne sono state le interviste di Videolina alle persone del luogo in cui si svolgeva la dimostrazione».

Giacomo Meloni – segretario della CSS (Confederazione Sindacale Sarda)

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«Caro Sig. Questore di Cagliari, e se dovessimo noi sardi dare a lei il foglio di via come indesiderato nella nostra terra?  Un tempo nelle prerogative della RAS era previsto che il Presidente della Giunta Regionale della Sardegna esprimesse il gradimento sulle alte cariche e sui Manager delle Aziende di Stato inviate nell’Isola. Ricordo che il compianto Presidente Mario Melis non esitò a negare l’assenso alla nomina del Presidente dell’Enel in Sardegna bloccandola.
Se il Presidente Francesco Pigliaru interpretasse correttamente il grido dei sardi contro le servitù militari e lo stupro perpetrato dalle esercitazioni NATO Trident Juncture, dovrebbe uscire pubblicamente dichiarando il non gradimento di tutte quelle autorità che hanno permesso questo disastro nella nostra Sardegna.
Sul comportamento del Questore di Cagliari, che ha ordinato l’aperta repressione di una manifestazione pacifica e popolare davanti al perimetro della base di Teulada dove si svolgevano le esercitazioni di guerra non autorizzate e illegali per lo spirito e la lettera della Costituzione Italiana, non solo non si deve tacere, ma il Presidente della Giunta della Sardegna dovrebbe chiedere il trasferimento dello stesso Questore che ha offeso la dignità del popolo sardo».

Trident Juncture. FIU: “solidarietà a rete No Basi e massima mobilitazione per Teulada”

Fronte

La manifestazione di ieri a Casteddu ha segnato un’altra tappa della lotta all’occupazione militare in Sardigna.

Lotta che si sta profilando in tutta la sua violenza e drammaticità: la Trident è l’operazione di addestramento Nato (nota) più imponente degli ultimi trent’anni e si sta svolgendo sul suolo sardo.

Il dispiegamento di forze umane e militari ha potuto agire e sta agendo, inverosimilmente, quasi senza nessuna contrapposizione organizzata, popolare e politica da parte del movimento indipendentista e nazionalista.

Questa debolezza è stata ben letta dallo stato italiano che è passato all’attacco. Il giorno prima della manifestazione a Casteddu sono stati notificati a 20 attivisti antimilitaristi, militanti in diverse organizzazioni, i fogli di via. Notifiche con cui si impedisce loro di entrare o sostare nei territori confinanti i poligoni per una durata di tre anni. Diffide immotivate e pretestuose basate sul fatto che alcuni militanti avrebbero fatto sopralluoghi nel perimetro della base, cosa abbastanza ovvia quando si prepara una manifestazione e si deve comprendere il percorso, soprattutto se in zone non urbane.

Riteniamo comunque che tagliare simbolicamente una rete ed invadere il perimetro militare pacificamente per rivendicare la proprietà di quella terra, non siano atti di violenza e che anzi siano la base di una disobbedienza civile necessaria a cacciare gli occupanti dalla nostra terra.

A ciò si aggiunge la notizia fresca di ieri che la Questura di Cagliari non ha autorizzato la manifestazione a Teulada, non accettando la comunicazione e dichiarando la divisione tra “buoni e cattivi” del movimento contro l’occupazione militare, facendo in buona sostanza capire che quella di Cagliari è la manifestazione buona e quella di Teulada quella cattiva.  Va da sé che lo stato sta venendo meno, nuovamente, al riconoscimento del diritto democratico di manifestazione del dissenso, fatto gravissimo e indicativo della volontà a reprimere il movimento antimilitarista e contro l’occupazione militare.

Riteniamo doveroso che chiunque riconosca il diritto democratico a manifestare, che chiunque ritenga di essere indipendentista, che ogni cittadino sardo contrario all’occupazione militare si schieri apertamente in solidarietà ai nostri connazionali colpiti dalla repressione preventiva dello stato italiano, e si schieri apertamente partecipando a Teulada per dire no al divieto di manifestazione, per dire no alle bombe italiane e Nato in Sardigna, per dire no al tentativo di criminalizzazione, repressione e isolamento del movimento antimilitarista e contro l’occupazione militare in Sardigna.

Contro la logica dei buoni e cattivi presenza e solidarietà, per la costruzione della nostra sovranità territoriale e politica della nazione sarda, tutti a Teulada!

Indipendentzia!

Fronte Indipendentista Unidu

Trident Juncture. Il FIU: “liberiamo la Sardegna dall’occupazione militare”


occupazione militare

LIBERIAMO LA SARDEGNA DALL’OCCUPAZIONE MILITARE

Il Fronte Indipendentista Unidu aderisce alle mobilitazioni contro l’occupazione militare della Sardegna e contro lo svolgimento dell’esercitazione Trident Juncture e invita tutti i cittadini sardi che hanno a cuore la difesa della loro terra e la difesa della pace fra i popoli a scendere in piazza.

La Trident Juncture 2015, la più imponente esercitazione NATO degli ultimi 15 anni a conclusione di una intensissima stagione di esercitazioni e addestramenti.

In particolare il poligono di Capo Teulada sarà uno degli epicentri dell’esercitazione NATO. Qui è previsto il bombardamento contro la costa sarda, lo sbarco di reparti anfibi italiani, USA e del Regno Unito e di altri trenta stati aderenti all’alleanza imperialista NATO. Data la situazione di forte crisi internazionale e dati i mezzi straordinari messi in campo possiamo dire che si tratta non di una esercitazione ma di una operazione di preguerra.

Il Fronte Indipendentista Unidu ritiene che per meglio coordinare le lotte contro l’occupazione militare straniera (compresa quella italiana) sia però necessario creare un coordinamento unitario che non si fermi all’opposizione alle esercitazioni ma prosegua con campagne e mobilitazioni costanti.

Riteniamo che i tre punti unificanti possano essere senz’altro:

  • Difesa dei valori della pace e condanna delle politiche imperialistiche ed aggressive della NATO.
  • Difesa e tutela dell’ambiente e della salute umana ed animale e bonifica dei siti compromessi.
  • Smobilitazione dei tre poligoni di tiro e di tutte le basi militari in Sardegna in nome della sovranità e dell’autodeterminazione del popolo sardo sul proprio territorio nazionale.

Senza coordinamento unitario di tutte le forze contrarie all’occupazione militare è impensabile riuscire a mobilitare quelle energie sufficienti ad ostacolare, sabotare e danneggiare gli interessi miliardari del colonialismo militare dello Stato italiano e scongiurare i rischi collettivi che l’essere “piattaforma militare” stanno esponendo la Nazione sarda a inquietanti tensioni internazionali.

Appuntamenti

MANIFESTAZIONE A CAGLIARI, 31 OTTOBRE, PIAZZA GARIBALDI, CONCENTRAMENTO ORE 10:00.

MANIFESTAZIONE AL POLIGONO DI CAPO TEULADA, 3 NOVEMBRE ORE 10.30, CONCENTRAMENTO PORTO PINO (Sant’Anna Arresi) Via della I spiaggia.

Indipendentismo. Dal movimento linguistico alcune buone idee per rivoluzionare l’indipendentismo (di Cristiano Sabino)

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Le giornate dedicate al bilinguismo organizzate dal Comitadu Sardu Ufitziale ci hanno insegnato essenzialmente due cose:

1. Esiste un movimento linguistico abbastanza radicato che pone la questione linguistica come base per un discorso nazionale maturo;

2. Questo movimento si configura come un laboratorio di idee da cui possiamo trarre alcune lezioni, a partire dal superamento del settarismo e della balcanizzazione che rendono l’attuale scenario indipendentista debole e inefficace perché sostanzialmente scoordinato. Continua la lettura di Indipendentismo. Dal movimento linguistico alcune buone idee per rivoluzionare l’indipendentismo (di Cristiano Sabino)

Tempio. Il FIU: quale sviluppo per Tempio*

Procollo d'Intesa Demanio-Tempio
Tempio Pausania. Il Fronte Indipendentista Unidu in merito all’ex Palazzina Comando e prospettive di sviluppo della città

Il Fronte Indipendentista Unidu accoglie con favore la recente delibera consiliare dell’amministrazione tempiese sul rinvio del Protocollo di Intesa col Demanio. Come noto, l’accordo prevede la cessione dell’Ex Palazzina Comando al fine di disporne l’Arma dei Carabinieri. Riguardo il Demanio, ricordiamo lo scaricabarile sulla comunità dell’ex Base Usaf di Limbara, effetti deleteri per Tempio derivanti dallo sciagurato Federalismo Demaniale all’italiana ad opera di Roberto Calderoli (Lega Nord).

Nel merito del Protocollo e della programmazione territoriale, valutiamo come segno di gestione inefficiente il costo per la riconversione in caserma e, rilevanti, i mancati benefici di quanto già investito e utilizzabile allo stato attuale grazie a fondi europei per circa 2,8 milioni di euro. La Palazzina è contigua alla struttura arrugginita di pertinenza del Sacro Cuore che da oltre un decennio campeggia su un terreno donato dal Comune a fine anni ’90 e che contribuisce ad accrescere le problematiche della Pischinaccia. Più ampiamente, questo va ricordato per il recente affidamento alla stessa parrocchia del complesso di Rinaggiu. La futura chiesa continua ad assorbire risorse, come nel caso del finanziamento prevalentemente pubblico della RAS, che la Cei compartecipa complessivamente per un quarto. Questa linea di finanziamento sul territorio si inserisce nel più ampio quadro di sviluppo individuato per la Pischinaccia; come sottolineato all’atto della concessione, infatti, “il compendio si trova infatti molto vicino alla nuova Chiesa del Sacro Cuore in costruzione i cui lavori ripartiranno a breve“. Va detto che il “breve” prosegue da 15 anni e, sempre conti alla mano, oggi per la conclusione della chiesa si spendono circa 900.000 euro dalla RAS.

In merito all’affidamento dei 15 ettari del complesso di Rinagghju, emblematiche le dichiarazioni di Frediani – “Mi auguro che ora la Chiesa riesca a fare quello che né le amministrazioni né gli imprenditori sono riusciti a fare negli ultimi 50 anni” – ponendo automaticamente il suo mandato fuori dal novero delle amministrazioni o riservando per questa giustificazioni particolari. Il proposito del Sindaco, per ovviare alla scarsa amministrazione pubblica e imprenditoria, è il turismo religioso di crisponiana memoria: da un lato si comunica la Convenzione con una dicitura etico-sociale di difficile collocazione e, dall’altro, l’azione concreta tramite una ONLUS allo scopo costituita. Al progetto del Sacro Cuore, oggetto di convenzione con il Comune, riserviamo un’analisi separata.

Nel Protocollo di Intesa oggetto di rinvio, al Comune andrebbe l’ex carcere La Rutunda, un altro rudere che l’amministrazione dovrebbe mettere a sistema reperendo finanziamenti specifici o impiegando risorse proprie, sostenendo la burocrazia del caso e occupandosi della custodia. I livelli di governo superiori, soprattutto quello statale, fanno il bello e cattivo tempo entrando in possesso di opere finite e funzionali con tutt’altra destinazione, impiegando ulteriori risorse che andrebbero proficuamente destinate allo sviluppo socioeconomico della città (fondi PAI, circa 3 milioni di euro), aggravando così le condizioni della finanza pubblica locale già ampiamente degradata. A tal proposito, la garanzia di non-acquisizione a bilancio e la forma di reciproca concessione costituiscono finte, quanto grottesche, rassicurazioni. Nella sostanza patrimoniale, il profilo di costi-opportunità per la comunità, gli oneri di ridestinazione della Palazzina e di recupero de La Rutunda, dispiegano effetti sul territorio a prescindere dall’allocazione formale in bilancio e, a leggere il Protocollo, anche in modo preoccupante per quanto riguarda l’atteggiamento dell’amministrazione comunale.

In particolare, alla voce Oneri finanziari (art. 6), si precisa ambiguamente che il Protocollo “non comporta oneri finanziari a carico delle Parti” (male, data la differenza di valore d’uso al momento tra la Palazzina e La Rutunda) salvo poi aggiungere in seguito che “eventuali oneri discendenti dai singoli contratti attuativi (ovvero il cuore della scambio, cioè le conseguenze dell’indirizzo pubblico) di cui ai precedenti articoli 3 e 4 saranno a carico del Comune”. Allo stesso modo, il punto Controversie (art. 5), lascia ancor più perplessi nel prevedere che Comune e Demanio, “si impegnano a definire bonariamente, tenendo conto del preminente interesse pubblico, ogni eventuale controversia derivante dall’esecuzione del presente Protocollo di Intesa“.

Da più di un anno il Fronte Indipendentista Unidu segue la questione e si è espresso in tal senso partecipando assemblee pubbliche e intraprendendo un confronto con l’amministrazione cittadina che, seppur spesso molto aspro, ha consentito di ottenere un quadro più chiaro e maggiori informazioni in merito alla nostra comunità. I tentativi dello Stato di depauperare il patrimonio pubblico appesantendone la gestione strutturale della comunità non sono una novità, come non lo sono amministrazioni cittadine prone nelle richieste, deboli nelle rivendicazioni e ambigue negli interessi perseguiti. In merito a Palazzina e futuro sviluppo della Pischinaccia, spesse volte la prospettiva delineata per la città appare miope. Per una città che aspira al recupero e alla redditività dei propri capitali, alla promozione territoriale, alla rivitalizzazione di servizi pubblici e privati nel turismo e nella cultura, la prospettiva di Forze Armate-Chiesa-Volontariato lascia, quantomeno, perplessi. Questo vale ma, va detto, sconta i vari vincoli che pesano sull’amministrazione comunale e la complessità di riqualificare e valorizzare una realtà incancrenita anche dal contenzioso con l’ATI sassarese originato nello scorso mandato.

Ribadiamo che l’attenzione sul tema sarà massima e rinnoviamo il contributo alla popolazione nella difesa e sviluppo della comunità.

Fronte Indipendentista Unidu

– Protocollo d’Intesa per la rifunzionalizzazione del vecchio Carcere e della ex Caserma “Pischinaccia”: all.a-protocollodintesa

*Documento per la stampa pubblicato originariamente il 26 aprile 2015

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