Qualche settimana fa ricevetti una proposta di “collaborazione politica” da anonimi. Con anonimi intendo proprio anonimi, non nel senso che qualcuno, persone incappucciate, è venuto a casa per propormi qualche insurrezione. No, assolutamente. Anonimi nel senso che nel reale non esistono, sino a prova contraria. Considerando che con i collaborazionisti non vado molto d’accordo, immaginiamo la simpatia per gli anonimi.
Battute a parte. Chi un minimo si impegna in politica, impegnandosi e non specchiandosi, sa cosa si può nascondere dietro l’anonimato. L’anonimato e “la Rete”, quei retaggi-novità della politica italiana che nei fatti negano la democrazia ed esaltano da sempre i metodi al limite del para-mafioso. Fareste mai entrare a casa vostra qualcuno che ha la pretesa di non presentarsi sulla soglia di casa? Cazzo, in confronto almeno i piazzisti si presentano; la Politica è un’altra cosa. Non è puro marketing e suggestione, per lo meno non per me.
Insomma, in qualche occasione, con elementi del genere, sono capitati brevi episodi da riderci sopra, nulla di importante, sfuriate e complimenti. Poi di nuovo sfuriate nel momento in cui si constata che i ruffiani mi stanno sul cazzo. Momenti di schizofrenia, momenti in stile: sei bravo se stai con me, in tutti gli altri casi sei una merda. E giù di lezioncine di filosofia politica e cultura amministrativa inframmezzate dalle urla, dalle sceneggiate e immancabile, nel fantastico mondo della Rete, il copia e incolla. Il massimo della dialettica è: leggiti questo. E metti un documento a caso, con presunzione a palate. Beh, niente male.
A proposito di urla, una cosa che odio: il maiuscolo. Chi scrive in modo sguaiato lo fa per dare un tono a ciò che dice. Significa che non è riuscito a trasmettere il suo pensiero e con un paio di aggettivi e/o sostantivi e/o verbi urlati ritiene possa trasmettere un significato. Oppure più semplicemente non ha molto da dire che possa avere una qualche logica. In questi casi è utile lo studio e la pratica, la pratica e lo studio. Null’altro. E anche un po’ di educazione.
Mi è stato persino detto che io parlavo e parlo in questo modo perché “mi potevano dare fastidio”. Cioè, per intenderci, a mia insaputa ero già in competizione con qualcuno. Ero in competizione con un profilo anonimo. Questa, tecnicamente, è una presa per il culo.
Vorrei solo precisare a lor signori e/o signore che a me ciò che dà fastidio è la superficialità e il torbido (generalmente vanno di pari passo). Ma c’è di peggio. Odio la superficialità sull’Indipendentismo e la politica della Nazione sarda. Questo non lo sopporto, ma riesco a sopportarlo senza insulti, urla o follie di vario genere. Perché? Perché tengo bene a mente con chi sto scrivendo, di conseguenza tengo ben presente cosa non vorrei essere e come non vorrei vedermi comportare. Soprattutto so che se mandassi a cagare tutti quelli che dicono stronzate sulla politica sarda e la nostra società non ci sarebbe alcuna Indipendenza. Non ci sarebbero delle condizioni indispensabili, stereotipi e luoghi comuni italianisti troverebbero nuovo vigore. Rimarco comunque che spesso, come nello specifico arrivare “all’anonimato organizzato”, non insultare è veramente difficile e in teoria è sbagliato. Che male c’è ad insultare una pagina virtuale? Nel mondo reale chi potrà mai denunciarmi? Il titolare del dominio la cui pagina beneficerà anche, ne sono consapevole, da questo mio articolo? Magari fosse un esperimento sociale controllato, ma davvero.
Ora, considerando questi elementi, e sono molti altri gli aspetti interessanti, ciò che rimane da questa parentesi è una coincidenza. La manifestazione del 13 a Capo Frasca coincide casualmente con la data in cui si sarebbe tenuta la conferenza stampa annunciata penso ai primi di luglio (sic). Ricordo un attacco becero, non verso me come persona, ma verso l’Indipendentismo, il che è peggio. Io “la meno con questa storia dello Stato occupatore italiano“. Dovevo occuparmi di altro, che quelle sono cose poco importanti, che non sono problemi. Il classico mezzuccio di far passare un indipendentista come scemo, colorito, folcloristico. Nulla più.
Bene, ribadisco, è uno Stato occupante e queste non sono come le chiamate voi, italiani di Sardegna, “menate”. Di quell’occupazione militare la gente ci muore, sappiatelo. Prima di portare il wi-fi gratis a 15 mila persone che in gran parte lo hanno già, preoccupatevi anche delle leucemie dei bambini e di svariati altri accidenti. E queste cose non capitano nel virtuale, sono reali, realissime. Quindi siate seri.
Come da tanti, spero tanti, preventivato (altrimenti significherebbe che molta gente aveva dato credito ad anonimi) il 13 non ci sarà alcuna rivelazione politica e non mi perderò nulla. Bello così, eh. Comodo il virtual-attivismo!
Li ciavani ci li bola lu entu.