Dopo la posizione italiana su quanto accade da settimane nel Donbass nulla fa pensare per il meglio per la Palestina e l’evoluzione dell’attacco militare sulla Striscia di Gaza. Dopo Gaza in queste settimane è arrivato il turno di Rafah: sono circa 150 le vittime, in gran parte bambini che ora vengono avvolti in bandiere palestinesi e disposti come cassette di frutta in frigoriferi utilizzati per conservare generi alimentari. Continua la lettura di La vergognosa posizione italiana. Renzi prono al Sionismo sulla macelleria di Rafah.
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Israele è il vero Stato-canaglia. Pacifici: all’IDF il Nobel per la Pace.
Il bilancio dell’offensiva israeliana peggiora di minuto in minuto, mai come nelle ultime 48 ore. I dati del Ministero della Salute palestinese parlano di 1390 palestinesi uccisi ed 8.000 feriti.
L’UNRWA, alla quale più volte sono stati bombardatati ospedali e scuole, lancia un appello disperato. A Gaza le condizioni di sovraffollamento nei rifugi di emergenza e la situazione al collasso negli ospedali rappresentano l’anticamera della diffusione di epidemie. La situazione non è più sostenibile, nonostante il generosissimo contributo dato da medici di tutto il mondo. Troppi feriti, troppi morti, strutture colpite e i medicinali scarseggiano.
Si aggiorna il bilancio sul fronte dei giornalisti: 8 uccisi e 20 feriti. Dopo l’infame attacco sul mercato a Beit Hanoun (Gaza Est) durante la tregua (20 morti, 200 feriti), Israele non si accontenta e richiama altri 16.000 riservisti. Nel frattempo in Italia la vergogna non accenna a diminuire. Il portavoce della comunità ebraica a Roma, Riccardo Pacifici, parla di Premio Nobel per la Pace all’esercito israeliano perché previene ulteriori morti e avvisa prima di intraprendere azioni di guerra. Pacifici, in occasione dell’incontro promosso da Giuliano Ferrara “Per Israele“, ha detto che la popolazione non può scappare dalle case perché in caso lo facesse morirebbe per mano di Hamas e che l’operazione proseguirà ancora a lungo.
Intanto la Resistenza non la sostengono solamente i gruppi armati palestinesi ma il popolo tutto e altrettanto merito e gratitudine va al personale medico a Gaza. Questi scatti sono per loro.
L’infamia israeliana: solo dall’alto. Centrali elettriche e bombe a frammentazione.
Il bilancio dei bombardamenti israeliani è pesantissimo, oggi più che mai. Alle 20:00 ore italiane il Ministero della Salute palestinese ha diffuso un nuovo aggiornamento: 1.191 palestinesi uccisi (oltre 400 bambini) e più di 7.000 feriti dall’inizio dell’offensiva militare israeliana sulla Striscia di Gaza. Una larga parte di questi è ferita in modo gravissimo: mutilazioni e perdite di organi. A questo si aggiungono oltre 200.000 profughi su una popolazione inferiore a due milioni di abitanti. Come noto Israele bombarda massicciamente ospedali e campi profughi. La situazione sanitaria è al collasso e in queste ore è stata bombardata l’unica centrale elettrica di Gaza mentre negli ospedali sotto assedio non si sa più dove mettere i cadaveri. Nelle sale d’attesa vengono adagiati cadaveri di bambini che arrivano a decine di ora in ora.
Notizie dal campo parlano dell’utilizzo di bombe a frammentazione da parte dell’IDF mentre Netanyahu parla di una guerra mai giusta quanto questa. Solo la giornata di oggi ha visto più di 110 vittime.
Ma questa non è una guerra. Questa è una Soluzione Finale. In Italia, senza alcuna vergogna, giornalisti come Travaglio si schierano dove sanno e dove sappiamo mentre politici come Santanchè e Brunetta orgogliosamente “stanno con Israele”. Il Senato elettivo domina il dibattito politico e lo Stato italiano sta scrivendo una delle pagine più vergognose della sua politica estera, dopo l’astensione in Consiglio per i diritti umani dell’ONU.
Nei giorni scorsi a Pomigliano è comparsa una scritta davanti alla sede dell’Alenia Aermacchi (gruppo Finmeccanica), fornitrice dei primi due cacciabombardieri M-346 e di altri trenta in prossima consegna al valoroso esercito di Tel Aviv. Oggi, in Piazza Dante a Milano, un gruppetto carabinieri in antisommossa presidiava la bandiera di Israele.
La pulizia etnica non avviene tramite i rastrellamenti che hanno caratterizzato il giugno scorso a Hebron, ma sganciando bombe su un popolo rinchiuso. Netanyahu ha accusato la resistenza palestinese di utilizzare i cimiteri come base per il lancio di razzi Qassam, mentre Abu Mazen continua mediare tra i sionisti intenzionati allo sterminio totale e il suo popolo allo stremo. Nei giorni scorsi Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, ha garantito pieno supporto ad Hamas e a tutta la resistenza palestinese. Proprio Hezbollah ha inflitto una sconfitta all’IDF nel 2006, respingendo un’invasione del Libano. Israele e l’IDF adottano l’unica arma che conoscono da sempre, l’infamia, essendo riluttanti ad un vero e proprio intervento di terra nella Striscia. Sanno bene che in quel caso Gaza sarebbe un Vietnam.
Civili in trappola e medici a rischio. Oltre 60.000 gli sfollati nella Striscia.
Aggiornamenti da Gaza. Situazione di particolare emergenza nella zona orientale (Shajaiyeh) e settentrionale (Beit Hanoun) della Striscia di Gaza. Raids incessanti e colpi di artiglieria. Il Ministero della Salute ha condannato l’attacco alle ambulanze nell’area di Shajaiyeh.
Il Ministero fa appello alle organizzazioni internazionali e soprattutto al Comitato Internazionale della Croce Rossa perché obblighino immediatamente Israele a rispettare la legge internazionale e non colpire lo staff medico, chiede una protezione per gli staff che in caso contrario non possono evacuare i feriti dalle zone orientali da cui stanno arrivando un gran numero di richieste di aiuto dalla popolazione. Da fonti locali purtroppo si apprendono molte richieste di aiuto alle quali non si riesce a far fronte. La Croce Rossa non sta rispondendo alle richieste della popolazione, ci sarebbero feriti, donne, giovani, bambini che hanno bisogno di assistenza e le ambulanze non riescono a raggiungere le aree interessate a causa degli attacchi. Anche nel nord della Striscia la popolazione ha difficoltà a ricevere aiuto.
Nel frattempo, i soldati egiziani di Al-Sisi al confine tra Gaza e Egitto hanno impedito a 500 attivisti internazionali a bordo di 11 bus di raggiungere il valico di Gaza per portare aiuti umanitari. Secondo le autorità egiziane, sono stati bloccati per motivi di sicurezza, perché il Sinai sarebbe attualmente un luogo insicuro.
Ieri sono rimasti uccisi 47 palestinesi, 2 soldati governativi e un beduino israeliano. In totale, solo dall’8 luglio, sono morti 343 palestinesi e 5 israeliani. Gli sfollati sono 61.000, accolti in 49 centri dell’UNRWA.
Oltre cento morti in Palestina. La stampa italiana esalta Israele.
Oltre 100 morti e più di 700 feriti è il bilancio degli ultimi tre giorni di bombardamenti su Gaza da parte dell’esercito israeliano. Netanyahu comunica che il “cessate il fuoco” non è nell’agenda del governo e che l’operazione di terra è ufficialmente iniziata “ma sarà limitata”. Intanto ai circa 100.000 palestinesi di Beit Lahia, Beit Hanoun (nord della Striscia) e Abasan al-Saghira (sud-est) è stato intimato di lasciare le loro case prima dell’offensiva.
Secondo le prime informazioni, la Resistenza palestinese avrebbe messo a segno un attacco nel quale risulta ucciso un soldato israeliano mentre si hanno notizie di un ferito grave ad Ashdod.
Il Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, due giorni fa parlava di “lanci di razzi da Gaza contro Israele” mentre si contavano già 35 morti. Ha invitato di nuovo le due parti a “dimostrare la massima moderazione possibile” ma nelle ultime ore l’imbarazzo per le immagini dei raid hanno fatto timidamente parlare di “reazione esagerata” invocando un corridoio umanitario dall’Egitto tramite Rafah, lo stesso tunnel bombardato costantemente dall’esercito.
Durante la semifinale mondiale Argentina-Olanda una nave da guerra ha colpito sulla costa, a est di Khan Yunis. Il missile ha centrato un chiosco affollato, causando 9 morti tra cui un numero imprecisato di bambini. Nelle ultime ore è morto Anas Abo Alkas, un giovane superstite che aveva perso i genitori nei raid del 2008 ed era l’ultimo componente della sua famiglia.
Per la consueta vergogna italiana segnaliamo un articolo di Lorenzo Bianchi per l’Huffington Post di Lucia Annunziata. Lo stesso giornale, subito dopo l’esordio nel 2012, informò con toni entusiastici circa un programma israeliano da 5.000 posti di lavoro per palestinesi che quotidianamente avrebbero superato i ceck-point per lavorare da pendolari nelle terre loro occupate come manodopera a basso costo. Oggi si titola sull’Operazione che nel frattempo è passata da “Brother’s Keeper” a “Protective Edge” (margine di protezione). Si esaltano le capacità militari israeliane e ci si preoccupa che, nonostante il numero di morti in continuo aumento, la resistenza palestinese sia ancora attiva e si sottolinea che il freno per un’invasione da terra potrebbero essere gli ingenti costi militari, dopo i 760 milioni a settimana dell’operazione Piombo Fuso nel 2008.