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Tra reality show, hobbismo e pressione fiscale l’artigianato sparisce.

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Chi sta affossando gli artigiani e l’artigianato sardo?

Nel 1984 viene approvata una legge regionale sul marchio di origine e qualità. Tale legge però non è mai stata applicata. La Giunta presieduta da Renato Soru a metà anni 2000 chiude l’I.S.O.L.A, l’ente regionale nato nel ’54 a tutela delle produzioni Artigiane. Al suo posto nasce l’Agenzia Sardegna Promozione per la promozione, commercializzazione e tutela delle produzioni di eccellenza. L’Agenzia non è mai entrata in funzione pur avendo nel suo organico personale formato e retribuito, né mai ha adempiuto ai programmi e agli impegni presi. Sardegna Promozione era guidata da Mariano Mariani e invece di promuovere l’artigianato funzionava come erogatore di fondi a sagre paesane, attività sportive e addirittura ad un reality show (Sweet Sardinia, prodotto da La5). Alla fine dalle casse di Sardegna Promozione sono stati elargiti circa nove milioni di euro senza che un solo artigiano ne beneficiasse.
Chiudono anche i punti di promozione artigiana chiamati “Sardegna Store”, che poi “store” non erano dato che non vendevano nulla. Questo appalto fu aggiudicato da una ditta siciliana (Novamusa), il vero beneficiario dei 4 milioni di soldi pubblici finanziati dalla Regione Sardegna. Come per Sardegna Promozione l’idea è di Soru (centrosinistra) e l’applicazione è di Cappellacci (centrodestra).  Cambiano le Giunte e i loro governatori ma la musica non cambia.

Alla distruzione degli istituti di promozione dell’artigianato artistico e all’inaudito sperpero di denaro pubblico utilizzato a proprio piacimento da parte di chi si è alternato alla Regione e all’assessorato al turismo, artigianato e commercio, aggiungiamo anche il forte abusivismo hobbistico e la mancanza di un opportuno regolamento che garantisca chi ha fatto della passione artigiana il suo lavoro, come giustamente denuncia l’Associazione Culturale ArtiManos in un recente comunicato stampa.

Il Fronte Indipendentista Unidu ritiene che sia prioritario restituire agli artigiani sardi un ruolo di primo piano nell’economia e nella cultura della nostra società valorizzando il loro lavoro e dando alle nuove generazioni la possibilità di imparare il mestiere. Per questo motivo propone agli operatori del settore tre fondamentali punti di immediata applicazione:

– Istituzione di un ente di tutela per la valorizzazione e promozione internazionale dell’artigianato sardo.

– Creazione del marchio di qualità per i manufatti e per le botteghe che promuovono e commercializzano esclusivamente artigianato sardo.

– Recupero della tradizione artigianale con istituzione di corsi di formazione professionale. Il personale docente dovrà essere selezionato tra gli artigiani e le maestranze riconosciute in elenchi comunali delle arti e dei mestieri.

Il Fronte Indipendentista Unidu ritiene che per la rilevanza strategica di tale settore debba essere istituito un assessorato all’Artigianato scorporandolo da quello al turismo e al commercio.

Fronte Indipendentista Unidu