Dopo la posizione italiana su quanto accade da settimane nel Donbass nulla fa pensare per il meglio per la Palestina e l’evoluzione dell’attacco militare sulla Striscia di Gaza. Dopo Gaza in queste settimane è arrivato il turno di Rafah: sono circa 150 le vittime, in gran parte bambini che ora vengono avvolti in bandiere palestinesi e disposti come cassette di frutta in frigoriferi utilizzati per conservare generi alimentari. Continua la lettura di La vergognosa posizione italiana. Renzi prono al Sionismo sulla macelleria di Rafah.
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Quel silenzio che dice tutto.
Mi pare ovvio che mentre Israele dia il peggio di se a Gaza bombardando un orfanotrofio, l’eroe italiano degli ultimi anni promuova la propria carriera, Gomorra – La Serie. Tre danni sociali:
1. Complicità col sionismo israeliano e le sue atrocità. Non da oggi, sia chiaro. I rastrellamenti sono iniziati più di tre settimane fa e oltretutto si attende ancora la risposta al video-messaggio da Gaza di Vittorio Arrigoni. Era 10 ottobre 2010. Lui non c’è più e non può sentire perché dopo non c’è nulla, ma chi c’è ascolterebbe volentieri. Non si scopre certo oggi a tutto tondo il personaggio Saviano. Ciò non toglie sia sempre bene ricordarlo. Se i più sono rimasti col cervello inchiodato al 2006, anno di pubblicazione di Gomorra, non me ne posso fare una colpa.
2. Il prossimo e i tanti che rivelano già oggi i marciumi dello Stato e i meccanismi delle criminalità organizzate subiscono atrocemente dall’opinione pubblica, mediamente disinformata e superficiale, lo stereotipo del “vuole far soldi, proprio come Saviano, non ricordi?”. Ottimo pretesto per aumentare la scarsa conoscenza delle criminalità organizzate. Queste ultime, sentitamente, ringraziano. Chi si è trovato nella mortificante situazione di aver poco credito a causa di deficienti o disonesti che “infangano” l’argomento sa bene di che sensazione parlo.
3. Sull’argomento Roberto Saviano sfugge sistematicamente al contraddittorio che, a ben vedere, è un elemento fondamentale per lo sviluppo della società, dunque anche per il raggiungimento di quella Pace (Perpetua) che tanti hanno sulla bocca. Meno nel cervello. Ancor meno nel conto in banca.
Ve la prendete voi la responsabilità di definirlo giornalista o, meglio ancora, eroe?
Quegli occhi parlano da soli.
Oltre cento morti in Palestina. La stampa italiana esalta Israele.
Oltre 100 morti e più di 700 feriti è il bilancio degli ultimi tre giorni di bombardamenti su Gaza da parte dell’esercito israeliano. Netanyahu comunica che il “cessate il fuoco” non è nell’agenda del governo e che l’operazione di terra è ufficialmente iniziata “ma sarà limitata”. Intanto ai circa 100.000 palestinesi di Beit Lahia, Beit Hanoun (nord della Striscia) e Abasan al-Saghira (sud-est) è stato intimato di lasciare le loro case prima dell’offensiva.
Secondo le prime informazioni, la Resistenza palestinese avrebbe messo a segno un attacco nel quale risulta ucciso un soldato israeliano mentre si hanno notizie di un ferito grave ad Ashdod.
Il Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, due giorni fa parlava di “lanci di razzi da Gaza contro Israele” mentre si contavano già 35 morti. Ha invitato di nuovo le due parti a “dimostrare la massima moderazione possibile” ma nelle ultime ore l’imbarazzo per le immagini dei raid hanno fatto timidamente parlare di “reazione esagerata” invocando un corridoio umanitario dall’Egitto tramite Rafah, lo stesso tunnel bombardato costantemente dall’esercito.
Durante la semifinale mondiale Argentina-Olanda una nave da guerra ha colpito sulla costa, a est di Khan Yunis. Il missile ha centrato un chiosco affollato, causando 9 morti tra cui un numero imprecisato di bambini. Nelle ultime ore è morto Anas Abo Alkas, un giovane superstite che aveva perso i genitori nei raid del 2008 ed era l’ultimo componente della sua famiglia.
Per la consueta vergogna italiana segnaliamo un articolo di Lorenzo Bianchi per l’Huffington Post di Lucia Annunziata. Lo stesso giornale, subito dopo l’esordio nel 2012, informò con toni entusiastici circa un programma israeliano da 5.000 posti di lavoro per palestinesi che quotidianamente avrebbero superato i ceck-point per lavorare da pendolari nelle terre loro occupate come manodopera a basso costo. Oggi si titola sull’Operazione che nel frattempo è passata da “Brother’s Keeper” a “Protective Edge” (margine di protezione). Si esaltano le capacità militari israeliane e ci si preoccupa che, nonostante il numero di morti in continuo aumento, la resistenza palestinese sia ancora attiva e si sottolinea che il freno per un’invasione da terra potrebbero essere gli ingenti costi militari, dopo i 760 milioni a settimana dell’operazione Piombo Fuso nel 2008.