Sassari, Breast Unit: per Arru e D’Urso non è in discussione. Ma le perplessità rimangono
Oltre 300 presenti lo scorso sabato nella Sala Mimosa dell’Hotel Vittorio Emanuele per l’incontro sul Centro di senologia multidisciplinare (Breast-Unit) da attivare nel capoluogo sassarese. Forte partecipazione che denota la profondità del problema e l’urgenza di una risoluzione definitiva per l’atteso servizio sanitario e assistenziale, soprattutto alla luce dei casi di tumore al seno che nel territorio di riferimento doppiano il limite minimo per l’istituzione del Servizio. L’allarme per le pazienti oncologiche, e in generale per gli uomini e tutte le comunità interessate nel sassarese, deriva dal fatto che i tempi sono scaduti in base alla normativa statale e le direttive europee (31 dicembre 2016).
Hanno aperto l’incontro gli interventi di Luana Farina, militante femminista del F.I.U, e Sonia Pippia, promotrice da tempo dell’importante servizio sanitario, oltre alla proiezione di un dettagliato filmato informativo sulla Breast-Unit. Origine dell’allarme, oltre al mancato rispetto dei tempi previsti, la Delibera n. 79 del 17 febbraio sull’attivazione del Servizio e la dicitura “preliminare e sperimentale” che non fa ben sperare numerosi sassaresi. Pippia ha ricordato che il tema è percepito dalla popolazione per la sua reale delicatezza e urgenza, come attestano numerosi incontri informativi nel corso degli anni e le firme raccolte (oltre 7.000 cartacee e 50.000 on-line) per sollecitare l’azione politica e amministrativa in tal senso.
Presenti all’incontro Luigi Arru, Assessore alla Sanità, e Gianfranco Ganau, Presidente del Consiglio Regionale e Antonio D’Urso, Direttore Generale dall’Aou di Sassari, in carica dallo scorso ottobre.
Inevitabile richiamo, centrale nel dibattito, è stata la riorganizzazione della rete ospedaliera in Sardegna, processo difeso con forza da Arru il quale ha fatto riferimenti espliciti alla Giunta Cappellacci – “vuoto di programmazione per cinque anni in materia sanitaria“. L’Assessore ha parlato di “delibera propedeutica alla Breast” con l’approvazione consiliare necessaria a dare avvio concreto non solo alla Breast per Sassari, ma anche per le altre due previste: Cagliari e Nuoro. L’atto di legge, dunque, come formalizzazione necessaria, ad esempio, per l’assegnazione dei ruoli di responsabilità. A tal proposito, una componente della Commissione Pari Opportunità si è puntualmente riferita al fatto che l’istituzione del servizio a Cagliari sia avvenuta addirittura nella passata legislatura, con la Delibera a firma Simona De Francisci risalente al 31 gennaio 2014, elemento questo che cozza con il carattere sperimentale della Breast funzionale ancora da attivare nel sassarese. Sulle cifre doppie rispetto al limite fissato in Conferenza Stato-Regioni, Arru ha richiamato problemi organizzativi legati “alla frammentarietà dei casi in Sardegna“.
L’ex sindaco di Sassari, Ganau, rassicurando i numerosi presenti ha definito la Delibera di D’Urso come “il primo passo per la Breast: quello che si sta facendo è già la Breast” riconoscendo, però, un innegabile ritardo rispetto all’approvazione del riordino della rete ospedaliera che doveva avvenire già la scorsa estate, ritardo che secondo lo stesso Ganau, in ogni caso, non pregiudica l’avvio concreto del servizio senologico multidisciplinare.
Intervento di nota anche da parte del Dott. Vincenzo Migaleddu, presidente dell’ISDE, che ha posto l’accento sulla prevenzione che passa dagli screening ma anche – alla radice – dalle bonifiche e da un modello di sviluppo che sposi, realmente, un’idea di sostenibilità. Riferimento esplicito, nell’azione della Giunta Pigliaru, alle nuove centrali a carbone da attivare (Sulcis) che vanificano i costi sanitari, di cura e prevenzione specifica. Carbone nell’iglesiente, ma nel sassarese rileva certamente l’Eni e il contributo sul fronte tumorale, mali che colpiscono nel sassarese come in pochi altri luoghi con un’incidenza maggiore rispetto, ad esempio, la nota Taranto. Vi è, poi, uno sbilanciamento di genere che vede le donne particolarmente vulnerabili data la specificità dei metalli pesanti che agiscono in modo nefasto con gli ormoni che caratterizzano gravidanza e allattamento.
Nel dibattito è entrato anche il Mater Olbia, citato dallo stesso Migaleddu come emblema di una privatizzazione complessiva della sanità, dal consigliere regionale Stefano Demontis (PD) e dal Direttore Sanitario dell’Aou, Nicola Orrù. Anche questa materia scottante, data la natura privatistica dell’investimento della Qatar Foundation e l’annuncio dell’apertura di una Breast Cancer Unit in Gallura, come dichiarato da Lucio Rispo lo scorso 4 febbraio. Anche qui, da Orrù e Demontis, giungono rassicurazioni, ritenendo che non sia possibile istituire un servizio di senologia multidisciplinare scavalcando l’ordinamento regionale. Le perplessità, però, rimangono soprattutto se si considera il peso di ogni dichiarazione dei dirigenti della QF e il fatto che proprio l’intera operazione Ex San Raffaele sia stata conclusa con una maratona di votazioni che hanno scavalcato, di fatto, lo stesso processo di riordino della rete ospedaliera.
Rassicurazioni anche da D’Urso il quale rimarca il fatto che il servizio sia fondamentale e urgente – “non è in discussione, ma il carattere multidisciplinare dello stesso impone complessità organizzativa in una fase di avvio“.
Servizio fondamentale, ma nel quale si rileva si sfuggita come “mettere assieme i professionisti è difficile” – chiaro riferimento di D’Urso che fa eco a simili considerazioni espresse da Ganau. D’Urso assicura che non vi è alcuna intenzione di procrastinare o, peggio, evitare l’avvio e rivendica la Delibera n. 79 come primo atto a riguardo, facendo appello ad una maggiore collaborazione e minori contrapposizioni. D’altro canto, viene annunciato un primo segnale concreto a brevissima scadenza: l’attivazione del numero verde della Breast Unit entro 15 giorni. Per la Breast a pieno regime, poi, la scadenza indicata è maggio-giugno.
Rappresentanti di associazioni e numerosi cittadini intervenuti assicurano stretta vigilanza sul tema e il rispetto degli impegni presi, tanto più che la Delibera n. 79 dell’Aou non prevede ulteriori oneri in quanto le attività fanno riferimento ai costi già sostenuti dall’Aou per la diagnosi e cura dei tumori mammari. Altra nota dolente, e preoccupante per l’immediato futuro, l’assenza totale di Sindaci dei comuni sassaresi, a partire da quello di Sassari, Nicola Sanna.