Roma. Calcio, Professionismo italiano sull’orlo del precipizio (di Marco Piccinelli)
«Da mesi decine di presidenti del pallone nostrano sono costretti a seguire da vicino le peripezie di una piccola compagnia di assicurazioni che viaggia sull’orlo del fallimento. La società in questione si chiama Gable, ha sede nel paradiso fiscale del Liechtenstein, e sta per trasformarsi nell’ennesimo scandalo del calcio italiano». Così, Vittorio Malagutti iniziava la propria inchiesta sul settimanale ‘L’Espresso’ riguardo l’equilibrio instabile su cui si basava la Lega Pro italiana. L’articolo era del 20 settembre 2016. Nel giro di qualche mese, però, le cose sono piuttosto cambiate e la Gable Insurance non è più sull’orlo del baratro o ‘in procinto di fallimento’, bensì già fallita. L’IVASS (Istituto Nazionale per la vigilanza sulle assicurazioni), infatti, il 7 novembre, aveva reso noto in un comunicato stampa che «la PricewaterhouseCoopers AG, nominata dall’Autorità di Vigilanza del Liechtenstein lo scorso 10 ottobre in qualità di amministratore straordinario della società Gable Insurance AG, ha deciso di sospendere la liquidazione dei sinistri relative alle polizze» emesse dalla stessa impresa di assicurazione, abilitata «ad operare in Italia in regime di libera prestazione di servizi». «Il provvedimento di sospensione», si legge nella nota dei primi di novembre, «è stato adottato dall’amministratore straordinario in quanto nel corso delle verifiche sulla situazione finanziaria ha riscontrato una posizione di sovra-indebitamento della compagnia». L’amministratore straordinario avrebbe poi riunito i soci in un’assemblea straordinaria per valutare «la possibilità di conferimento dei capitali necessari per evitare l’inizio della procedura fallimentare», entro la prima decina del novembre appena trascorso. Il fallimento, però, è inevitabile e la stessa IVASS, in un altro comunicato ufficiale del 17 novembre 2016, rende noto che l’amministratore straordinario ha chiesto al «Tribunale del Liechtenstein, il 14 novembre scorso, l’avvio della procedura fallimentare nei confronti della compagnia, in quanto i soci hanno deciso di non procedere all’aumento di capitale necessario per superare la posizione debitoria della compagnia assicurativa». La liquidazione coatta, infatti, non è stata arginata tanto più che la stessa Autorità di Vigilanza del Liechtenstein di concerto con il liquidatore, così come riporta lo stesso comunicato stampa dell’IVASS di metà novembre, avrebbe stabilito che «i contratti in corso cesseranno automaticamente di avere efficacia decorse quattro settimane in cui è stata resa pubblica l’apertura della procedura di liquidazione (18 novembre 2016) e quindi il 16 dicembre 2016». In buona sostanza: l’inchiesta de ‘L’Espresso’ aveva iniziato a scoperchiare quella che potrebbe essere definita una ‘cupola’, l’ennesima per il calcio italiano, che potrebbe deflagrare da un momento all’altro, stante le decine di società che hanno fatto affidamento sui soldi di queste compagnie assicurative (l’altro caso è quello della compagnia Bulgara Nadejda) per far fronte alle spese della fidejussione richiesta dalla federcalcio ad inizio campionato. La Lega Pro, in un comunicato del 20 settembre a seguito dell’inchiesta di Malagutti sull’Espresso, aveva precisato ribadendo che si era «predisposto un protocollo per la verifica della corretta operatività sul territorio nazionale delle società assicurative, sia della genuinità delle garanzie rilasciate» e concludeva: «ad oggi, pertanto, salva diversa comunicazione da parte della FMA (Financial Market Authority del Liechtenstein, non v’è ragione per la quale debbano essere sollevate criticità che ad oggi non sono di fatto state segnalate dalle competenti autorità di controllo». Tra le società che risultavano essere coinvolte dall’inchiesta del noto settimanale, vi erano Reggina, Modena, Venezia (appena al secondo anno di ‘rilancio’ dell’Era Tacopina) e anche le ‘nostre’ Lupa Roma, Unicusano Fondi , passando – anche – per la Sampdoria del funambolico presidente Massimo Ferrero. A proposito della Gable Insurance, in ogni caso, dall’IVASS non arrivano nuove, tuttavia indiscrezioni provenienti da fonti certe affermano che a Venezia gli stipendi per i dirigenti del settore giovanile inizino ad arrivare col contagocce. Semmai arrivino. Insomma, è appena iniziata la fase d’incertezza per le società che, in breve tempo, vista la cessazione dei contratti con la Gable Insurance, dovranno riuscire a trovare i soldi per far fronte alle spese del campionato in cui militano.
Non solo Gable, in ogni caso. Stamattina (domenica 15 gennaio, ndr) il DS Luci si è dimesso dal ‘Progetto-Lupa Roma’. Su ‘Tuttolegapro’, in esclusiva, viene riportato il comunicato stampa di dimissioni del DS: «Non collaboro più con la Lupa Roma. Non è da me lasciare a stagione in corso ma non si poteva fare diversamente. Ringrazio con il cuore i vari magazzinieri – riporta la nota – i calciatori e l’intero staff tecnico. Un saluto particolare al direttore generale Pietro Rosato. Lui prima di tutto è una persona per bene e quindi per lui nutro amicizia e stima, che rimarrà anche al di fuori del mondo calcio. Continuerò a tifare per la Lupa Roma, perché è una società a cui devo tanto. È una squadra che è stata plasmata anche dal sottoscritto. Sono convinto che la squadra possa raggiungere la salvezza diretta anche perché al timone c’è un allenatore giovane ma molto preparato».
Sulla salvezza, chiunque ‘mastichi’ un po’ di calcio sarebbe estremamente dubbioso e perplesso a riguardo, dati anche i trascorsi dei capitolini della Lupa Roma. Il ‘Progetto-Lupa’, insomma, sembrerebbe smembrarsi: sito off-line da mesi, dimissioni dell’Ufficio Stampa D’Epifanio, poi la questione delle fideiussioni ed ora l’abbandono di Luci. Lo spettro delle voci di smobilitazione dalle parti della Lupa sembrerebbero quasi concretizzarsi, dunque, e chissà che Rosato – ancora una volta – si troverebbe in condizione di fungere da ‘liquidatore’ di una società già in estrema difficoltà, come fu l’altr’anno per la Lupa Castelli Romani.
Se il presente si prospetta non molto roseo per le due ‘terze’ squadre della Capitale (sic!) il futuro sembra dipinto ancor di più a tinte fosche. Ma questa è/sarà un’altra storia, sebbene non troppo remota.