L’occupazione militare: la faccia più brutale dello Stato italiano (segue intervista)


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Marco Piccinelli, per il quotidiano on-line Controlacrisi (http://www.controlacrisi.org/), mi ha intervistato riguardo ai prossimi appuntamenti del Fronte Indipendentista Unidu e in generale di tutto il movimento indipendentista sardo chiamato ad una mobilitazione contro l’occupazione militare sempre più asfissiante e deleteria.Ultimi esempi: i 20 milioni di euro per il potenziamento del poligono di Teulada con annessa ricerca scientifica da svolgere con Crs4 e Università “sarde” oltre all’innalzamento dei limiti di legge per l’inquinamento nei poligoni militari, equiparando questi ultimi alle classiche industrie estrattive e di trasformazione. Anche la sperimentazione bellica è ormai a tutti gli effetti un’attività industriale. Lo Stato italiano non ha alcuna intenzione di mollare un centimetro della sua “portaerei nel Mediterraneo” e recentemente ha rilanciato la battaglia anche da un punto di vista linguistico. Il Capo di Stato Maggiore, Luigi Binelli Mantelli, ha parlato del termine “servitù” definendola “un’espressione corretta, ma oggi non più  adeguata alle esigenze della comunicazione”. 

Lo Stato italiano vuole pacificare un Popolo, quello sardo, sempre più insofferente e allo stremo. A noi la scelta se assecondarlo o organizzarci di conseguenza in difesa della Nazione sarda.

Sardegna, settembre di fuoco tra Quirra e Capo Frasca. Piga (Fiu): «I fatti di Quirra chiamano alla mobilitazione e all’organizzazione»  di Marco Piccinelli.

Dopo il luglio in cui ‘a Manca pro s’indipendentzia ha tolto l’appoggio politico al Fronte Indipendentista unidu e Giovanni Colli si dimetteva da segretario del Partito Sardo d’Azione, un altro mese si prospetta cruciale per i sardi: settembre.

Doppio appuntamento di iniziative e di manifestazioni per le organizzazioni indipendentiste: il 13 settembre a Manca, Sardigna Natzione, Fiu assieme ai comitati ‘Gettiamo le basi’, ‘Su Gessu’ e ‘Su Sentidu’ manifesteranno a Capo Frasca mentre il 23 settembre si celebrerà il processo Quirra.

Proprio su quest’ultimo tema l’iniziativa indipendentista ricomincia a farsi asperrima, dopo che lo Stato Italiano ha equiparato il livello minimo inquinante delle aree militari a quelle industriali.

«Il fatto ci chiama ad una mobilitazione e ad un’organizzazione perché si sapeva già dalle scorse settimane, da voci ed indiscrezioni, che c’era questo tentativo di tacitare un po’ la cosa in relazione al processo in corso, equiparando zone militari ed industriali. Ormai, però, è sotto gli occhi di tutti che in quelle zone ci sia una mortalità e dei problemi che sono tipici di zone industriali, chimiche e petrolchimiche. Osservare e monitorare determinate malattie, in una zona che in decine e decine di chilometri non possiede una singola industria, la dice già lunga…».

A parlare è Luigi Piga, portavoce nazionale del Fronte Indipendentista Unidu.
Nei giorni scorsi il Fiu ha lanciato una proposta unitaria per la creazione di un tavolo condiviso riguardo il ‘processo sui veleni del Salto di Quirra’ che inizierà a celebrarsi il 23 settembre a Lanusei.
«L’altro fatto rilevante – continua Piga – è come si sta muovendo il processo di Quirra: la perizia di Mariani continua a non convincere ed infatti è stata smontata alle prime udienze dal contraddittorio col procuratore Fiordalisi. Si è ha parlato di una perizia di un nuclearista che sostiene come il fondo della Sardegna sia naturalmente inquinato. Siamo alla lingua di Orwell».

Da una parte c’è Quirra e dall’altra c’è la ‘manifestada natzionale’: per gli indipendentisti si profila un doppio binario di iniziativa politica: «alla manifestada del 13 a Capo Frasca, il Fiu c’è e sarà parte integrante della protesta».
«Capo Frasca, poi, rappresenta uno dei tanti punti della Sardegna dove l’occupazione ha generato un’economia tipicamente militarista senza altre vie di sviluppo se non quella – appunto – militare».

Ma lo Stato italiano, in questi giorni, ha confermato “l’interesse strategico” per i poligoni militari tanto che è stato anche bocciato l’ormai famoso emendamento Cotti in merito, ma Piga la vede così: «essendo dentro il palazzo, per usare dei termini cari al Movimento 5 Stelle, non è possibile che ci si accorga del problema sempre nel momento della votazione. Sappiamo cos’è lo Stato italiano e cosa fa: ti da due minuti per argomentare e poi dà il via alla votazione blindando tutto».

Secondo Piga «bisognerebbe iniziare a muoversi un po’ prima: l’occupazione militare della Sardegna non è iniziata giorni o mesi fa ma va avanti da anni. Inoltre questo processo, a cui facevo riferimento prima, chiama in causa indagati che sono coinvolti in indagini del processo di Quirra dei primi del 2000. E’ una cosa che va avanti da anni ed abbiamo paura che questo processo, se non dovesse avere un sostegno popolare da parte della gente, si può trasformare in un momento di passaggio, una fase in cui poi tutto si diluirà. Ma alcune cose, ormai, vanno risolte in modo radicale».