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Follie a Palazzo Ducale. Il Fiu: conseguenza di 12 liste elettorali.

palazzo ducale

Una passeggiata di salute solo in occasione delle elezioni, forti del quasi 70% di consensi ottenuti dal candidato PD a fine maggio. Da subito, però, il cielo sopra Sassari si è fatto scurissimo e presagi poco felici si sono fatti largo intorno a Nicola Sanna. Nell’immediato post elezioni si era inclinato qualcosa, con la lettera dei 14 consiglieri (11 PD, 1 IDV, 1 SEL e 1 Partito dei Sardi) che invitavano Sanna ad un gesto di responsabilità. Toni durissimi verso il neo sindaco: “disconoscimento dei consiglieri comunali”. I consiglieri chiedevano una riunione di maggioranza prima del varo della Giunta.

Si arriva così alla giornata del 7 agosto che i militanti del Fronte Indipendentista Unidu raccontano brevemente in un comunicato che rende bene l’idea del caos in cui è piombata Sassari dopo appena due mesi dalle elezioni. Il Fronte parla di <un fatto gravissimo unico nella storia della città> in quello che doveva essere il sesto consiglio comunale. Doveva, appunto.

<Il Consiglio Comunale, aggiornato alle 15.30, non si è tenuto, perché disertato dal sindaco e da gran parte dei consiglieri del Pd. Dopo un’ora di attesa, la seduta è stata ulteriormente rinviata alle 16.30. Infine, alle 17, preso atto dell’assenza del sindaco e della Giunta, le opposizioni abbandonano l’aula e indicono una conferenza stampa congiunta. La Giunta – prosegue il Fiu in un comunicato – viene rinviata a data da destinarsi. A un mese dall’insediamento del sindaco, la città è ingovernabile>.

La stoccata successiva è strettamente politica e tanti iniziano a chiedersi che senso abbia avuto mettere assieme 12 liste, con oltre 300 candidati, per ritrovarsi lettere al vetriolo una settimana dopo le elezioni e ora assistere persino all’annullamento di un consiglio comunale.

<Tale irresponsabile comportamento dimostra ciò che già era evidente durante la campagna elettorale: una coalizione malamente appiccicata con Pd, pseudo indipendentisti e quant’altro, non può che dare frutti avvelenati, dodici liste messe insieme a caso, senza nessun progetto politico utile alla città può solo portare all’ingovernabilità. Intanto, la città sta lentamente morendo e nella piazza ducale, un gruppo di disoccupati protesta e invade pacificamente, per ora, il palazzo dove la piovra divora sé stessa>. 

Per il Fiu, a Sassari si sta rendendo necessario costruire fin da subito una proposta di reale alternativa <all’Armata Brancaleone chiamata “centrosinistra”> e rimarca la propria disponibilità  <a lavorare con i comitati, le associazioni ed i cittadini di buona volontà per offrire alla città una reale alternativa basata sulla sovranità, sulla giustizia sociale, sul lavoro e sulla vivibilità che oggi risulta totalmente assente>. 

MPS sul piede di guerra. Un’informazione importante per difendersi.

mpsEcco la bozza provvisoria del documento con il quale i pastori rispondono al veterinario che, presentandosi in azienda per i vaccini “BLUE TONGUE”, davanti al rifiuto dell’allevatore PRETENDONO una dichiarazione firmata da quest’ultimo, relativa alla mancata volontà di provvedere al vaccino.

Come già detto si tratta di una bozza, ma se necessario, non esitate a stampare tale documento e ad utilizzarlo.

IO SOTTOSCRITTO DOTT _____________________________ NATO A ________________ IL_____________
RESIDENTE IN __________ VIA_______________ N°___
DIPENDENTE DELLA ASL N°_______ DI ___________
DICHIARO QUANTO SEGUE
IN DATA _____________ MI SONO RECATO NELL’AZIENDA AGRICOLA _______________________________
DI PROPRIETA’ DI _____________________ SEDENTE IN ____________________________ PER EFFETTUARE LE OPERAZIONI RELATIVE ALLA “BLUE TONGUE” PER L’ANNO _______________
SIEROTIPO ___________________________
CON LA PRESENTE DICHIARO DI ASSUMERMI IN NOME E PER CONTO DELLA ASL ___________________
DI CUI SONO DIPENDENTE TUTTE LE RESPONSABILITA’ PER OGNI EFFETTO COLLATERALE, PERDITA E
DANNO CAGIONATO ALL’ALLEVAMENTO DA ME VACCINATO .

DATA ___________________ FIRMA_______________________

Ps: Se non firma insistere e chiamare i vigili o i carabinieri.

MPS – Movimento Pastori Sardi

Comunicato del Fronte Indipendentista Unidu.

pesa saldigna

Alla cortese attenzione degli organi di informazione.

L’Assemblea Nazionale degli attivisti del Fronte Indipendentista Unidu riunitasi a Oristano, domenica 27 luglio, ha stabilito quanto segue.

Il Fronte Indipendentista Unidu prosegue il suo percorso politico iniziato a Ghilarza lo scorso 8 settembre perché non sono venute a mancare le motivazioni politiche e tanto meno la partecipazione, il protagonismo e le competenze di tanti indipendentisti sardi decisi a costruire un grande soggetto popolare di alternativa al sistema coloniale.

Avevamo dichiarato a gran voce che questo non sarebbe stato un percorso meramente elettorale, pertanto, riteniamo che non sia venuta meno la necessità di dare una risposta solida e coerente ai tanti cittadini sardi stanchi della corruzione e della sudditanza dei partiti italiani e delle scelte opportuniste di alcuni gruppi storici dell’indipendentismo.

Il Fronte Indipendentista Unidu seguirà il percorso democratico, partecipativo, inclusivo e di radicamento territoriale, continu a tessere tutti quei rapporti politici con comitati, associazioni, liberi cittadini che hanno a cuore la difesa della nostra isola dalle speculazioni del sistema coloniale le quali stanno mettendo seriamente a repentaglio l’intero ecosistema della nostra terra.

Il Fronte Indipendentista Unidu continuerà a sostenere quei soggetti sociali non compromessi con il sistema coloniale che lottano per la difesa e l’estensione dei diritti del lavoro e per la difesa dell’economia sarda. Il Fronte Indipendentista Unidu sosterrà pienamente il movimento linguistico fino all’obiettivo del bilinguismo perfetto.

Il Fronte Indipendentista Unidu continuerà a tessere tutti quei rapporti politici con le formazioni indipendentiste in piena coerenza con i principi e le indicazioni pratiche della Carta di Convergenza Indipendentista scritta da tutto il Movimento di Liberazione Nazionale nel corso degli anni 2011 e 2012. Su questa base sicura apriamo a qualunque rapporto di collaborazione e sinergia perché siamo fermamente convinti che il lavoro per realizzare la Convergenza Indipendentista non sia assolutamente da ritenersi concluso ma, anzi, appena agli inizi, e costituisce l’obiettivo politico più significativo che abbiamo il dovere di proporci.

Il Fronte Indipendentista Unidu preparerà una grande assemblea aperta a tutti i singoli, ai comitati, alle strutture indipendentiste da tenersi quanto prima e di cui si darà ampia diffusione, per meglio coordinare ed organizzare l’agenda politica per la decolonizzazione.

 Fronte Indipendentista Unidu. Oristano 27 luglio 2014

Medio Oriente: fondamentalismo islamico è imperialismo

Brutal infighting persists among Syria insurgents

Non solo Palestina nella polveriera mediorientale, mentre l’islamofobia dilaga alimentata dai soliti riferimenti al “terrorismo islamico”. Ma cosa c’è dietro o dentro all’idea di terrorismo islamico? Ovvero, come inquadrare questo termine? Dove finisce per l’Occidente il terrorismo e iniziano tolleranza, non ingerenza o, spesso, complicità e supporto?

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Limbara: ex base USAF. Cinque lire cinque

ex-base USAF
Tratta da sardegnaabbandonata.it

Credo che nessuno oggi possa chiedere al sindaco di Tempio o all’amministrazione di recarsi sul Monte Limbara, recuperare i rottami presenti nei quattro ettari dell’ex-Base USAF, caricarsi il tutto in spalla e smaltirlo. Quella base è lì dal 1966 ed è un esempio della predazione ambientale e dell’occupazione militare della Sardegna attivata diffusamente a partire dai primi anni ’60. Continua la lettura di Limbara: ex base USAF. Cinque lire cinque

La vergognosa posizione italiana. Renzi prono al Sionismo sulla macelleria di Rafah.

cadaveri su cadaveri

Dopo la posizione italiana su quanto accade da settimane nel Donbass nulla fa pensare per il meglio per la Palestina e l’evoluzione dell’attacco militare sulla Striscia di Gaza. Dopo Gaza in queste settimane è arrivato il turno di Rafah: sono circa 150 le vittime, in gran parte bambini che ora vengono avvolti in bandiere palestinesi e disposti come cassette di frutta in frigoriferi utilizzati per conservare generi alimentari.  Continua la lettura di La vergognosa posizione italiana. Renzi prono al Sionismo sulla macelleria di Rafah.

Si scrive sovranismo, si legge servilismo

sanraffaele.

A gennaio sostenevo come l’operazione Qatar per l’ex San Raffaele portasse con se un vizio di fondo: farsi dettare la politica sanitaria dalle scelte allocative di grandi gruppi di investimento. Pochi ne parlavano in modo critico, non si poteva certo scontentare il bacino elettorale da catalizzare “per andare in regione”. Sai, poi gli elettori di Olbia si lamentano, poi si lamenta quell’altro. E poi c’è Pigliaru: un’eccellenza, quindi saranno l’eccellenza pure gli investimenti che porterà in dote. Lui sa garantire certe condizioni agli investitori. A me proprio questo preoccupava.

Quindi un colpo alla botte e uno al cerchio: il San Raffaele s’ha da fare. Perché è un’eccellenza e altri noti luoghi comuni che vengono utilizzati quando il Capitale deve mettere radici in Sardegna. Ero praticamente solo, ma da indipendentista la cosa non mi meravigliava. Oltre al sovranismo, che tende a destra e infatti è alleato di Pigliaru, c’erano presunti rappresentanti “di sinistra” che si avventuravano in cose come “la sanità pubblica è fondamentale ma il San Raffaele è un’occasione da non perdere“. Idee confuse, il peggior nemico della sanità pubblica: in questa approssimazione e forma mentis elettorale i grandi gruppi che spingono per investire, e alle loro condizioni, hanno gioco facile.

Qualcuno diceva: esagerato. E io ribattevo che “loro”, i colonialisti, decidono mentre noi, o meglio, i rappresentanti italiani a Cagliari, danno il benestare al Cavallo di Troia economico, come mi piace definire certi piani di investimento. Poi passiamo anni e anni ad inseguire le conseguenze negative. Riorganizzando, tamponando, lamentandoci, protestando, chiedendo deroghe e altre forme assistenziali che mettano un rimedio temporaneo a conseguenze, ormai, strutturate. Rimedi temporanei che non fanno altro che stringere le solite catene della dipendenza e del sottosviluppo. I sovranisti dicevano: Pigliaru ha promesso, Pigliaru ha garantito, Pigliaru ci ha assicurato. Già questo non era un buon presagio, ovvero prendere per oro colato ciò che viene fuori dal PD, con l’aggiunta di “fare uno Stato” affidandosi ad un tizio recuperato dai vecchi disastri soriani di metà anni 2000. Perché, di solito, nelle elezioni occorre un candidato e alla calza della Befana ancora non era dato sapere chi fosse il prescelto da Roma. Sorridevo, poverini.

Ecco il sovranismo: esercitare voci in capitolo residuali, marginali, poter decidere in pratica su dettagli tendenti al nulla da amplificare ai fini propagandistici. Nella sostanza, la politica pubblica è stata già predeterminata e i suoi effetti andranno in un verso ben preciso: la dipendenza economica e il sottosviluppo indotto. In questo modo, col  far finta di decidere noi quando hanno già deciso loro, il servizio allo Stato italiano non è mai in discussione, mentre formalmente esponenti sovranisti lanciano ruggiti avvertiti da Roma come poco più che miagolii.

Tempio Pausania. Nulla di buono in vista per la sanità sarda

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Tempio Pausania. Nulla di buono in vista per la sanità sarda

Si è tenuto a Tempio Pausania, nel pomeriggio di sabato scorso, un incontro promosso dal “Partito dei Comunisti italiani” circa le prospettive della sanità in Sardegna e nell’Alta Gallura. In qualità di relatori e referenti del governo regionale, hanno partecipato Fabrizio Anedda (Comunisti italiani) e Augusto Cherchi (Partito dei Sardi), consiglieri di maggioranza e componenti della V Commissione Permanente della RAS. Continua la lettura di Tempio Pausania. Nulla di buono in vista per la sanità sarda

Non è Etica, è ipocrisia

Dunque ora i sardi, tanto pacifici e dignitosi, chiedono a Francesco Pigliaru e all’amministrazione regionale tutta di fare qualcosa affinché Israele non si eserciti in Sardegna.

sorveglianza armata

 

Sbaglio o ci siamo spinti davvero fino a questo punto? Mi chiedo, come mai solo Israele? Per quanto non abbia simpatie sioniste, ben’inteso, ma gli statunitensi e gli italiani che sperimentano e poi rivendono armi ad Israele, invece, ci vanno bene? In quel caso castriamo il nostro popolo ma eticamente siamo puliti nei confronti del mondo perché non è tutti i giorni che si fanno 700 morti in una settimana in mondovisione. Come funziona, le servitù militari sono cattive e portatrici di morte se si esercita l’IDF, in tutti gli altri casi si tratta di un argomento “controverso e del quale discutere senza preconcetti antimilitaristi”? O forse in problema non è nemmeno Israele e il suo nazismo, il problema è che ora non si può tacere ed è necessario salvare la faccia dopo aver permesso che la nostra terra venisse bombardata in lungo e in largo con leucemie e malformazioni che si sono prese i nostri bimbi e il nostro futuro. Il problema è che ora ci sono 700 morti e 4.000 feriti, quindi qualcosa bisognerà pur dirla, no?

Bella questa umanità ipocrita, bella l’umanità a geometria variabile, quell’umanità così schifosamente elettorale. All’ipocrisia di fondo si aggiungono passaggi confusi, inquietanti e in pieno politichese come: “il popolo sardo sicuramente non trarrà nessun beneficio da questi ennesimi giochi di guerra in un momento in cui tutto il Bacino del Mediterraneo è scosso da guerre locali ed è soggetto a interessi di nazioni, non meglio identificate, che usano lo jihadismo e il terrorismo per destabilizzare quest’area del mondo nel tentativo di creare conflitti di tipo religioso fra cristiani e islamici“.

Ma come? Le basi militari e le loro attività non ci avevano resi più sicuri e prevenuto l’insurrezionalismo sardo? Non avevano evitato la speculazione edilizia sulle coste? Non avevano reso la Sardegna appetibile per gli investitori internazionali? Il ministro Mauro, un anno fa, non aveva detto di stare buoni con l’antimilitarismo, che la Difesa italiana è il primo datore di lavoro nell’isola? Ingrati, ora vi rimangiate tutto solo perché i palestinesi vi fanno un po’ pena e il fascismo si tollera solo a piccole dosi.

Ad ogni modo, se Pigliaru mette in campo la personalità di nove anni fa per la Vertenza Entrate, o quella di oggi per la libertà di inquinamento industriale e bellico in Sardegna, allora i Palestinesi stanno proprio a cavallo. Stiamo tranquilli, non ne rimarrà uno vivo, e noi in Sardegna continueremo a passarcela sempre peggio. D’altronde, troveremo sempre nel mondo qualche Stato da finanziare e far esercitare per poi raderlo al suolo dieci anni dopo. Ogni riferimento alla Libia e all’Iraq non è puramente casuale.

Tanto più ci si affida a persone con simili curriculum, quanto più cancelliamo la memoria e abdichiamo alla critica con un click, stringendo le catene che soffocano il Popolo sardo e gli altri popoli oppressi. Quando si solleva il tema etico oltre che economico, in giorni in cui Israele non bombarda ospedali, le risposte più diffuse tendono a mortificare l’Etica, a svilirla, portando viscidamente il discorso sui presunti posti di lavoro delle basi militari (sic) e gli indennizzi che Pigliaru pretende, perché un prezzo politico al disastro bisognerà pur darlo, giusto?

Non in mio nome. Grazie.

 

Nazioni senza Stato, di Laura Gargiulo e Igor Ninu

Guerin
Daniel Guérin (1904-1988), storico e politico francese, teorico e   militante del Marxismo Libertario.

 
Suggerisco la lettura di un articolo pubblicato originariamente su  –-n. 390, giugno 2014. In “Nazioni senza Stato” si presentano innanzitutto dei chiarimenti terminologici introduttivi al dibattito sulle nazioni senza stato, sul riconoscimento nazionale, sul concetto di “nazionalismo” e la lotta politica di matrice socialista, tra cui libertaria e anarchica. Nell’immaginario comune –  “nazionalismo” e “anarchismo” – rimandano a un conflitto a priori, una rotta di collisione teorica ancorché pratica. Riprendendo le parole utilizzate dagli autori, c’è da chiedersi chi si prende la responsabilità di liquidare il patrimonio culturale e la conoscenza dei meccanismi sociali emersi dalle lotte di liberazione nazionale come “un pezzo di antiquariato politico o un retaggio della destra fascistoide”.
 
In un’epoca pervasa dal vacuo “né di destra né di sinistra”, un’ulteriore confusione etimologica non favorisce la maturazione di processi sociali di rivendicazione e di sviluppo socioeconomico. Appare quanto meno doveroso porre un punto di domanda circa una sempre più frequente semplificazione che restringe il campo di analisi, creando così uno stereotipo. Nel sistema di istruzione e nei mass-media il termine “nazionalismo” rimanda a un’idea di governo autoritario, con una struttura istituzionale particolarmente verticistica e caratterizzata da un ceto militare influente, istituzioni che operano in e con un’organizzazione economica di tipo corporativista. In pratica, il Fascismo. Ma questa non è un’uguaglianza ovvia, va provata caso per caso, per ciascun movimento di liberazione e, a sua volta, all’interno di ciascuno nel confronto tra differenti approcci ideologici e pratici.
L’appartenenza ad una comunità o nazione da parte dell’individuo urta implicitamente l’idea libertaria di un mondo intero come patria?Ecco, quindi, alcuni spunti di riflessione per un dibattito su “ismi” apparentemente inconciliabili.