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Civili in trappola e medici a rischio. Oltre 60.000 gli sfollati nella Striscia.

bombing gaza city

Aggiornamenti da Gaza. Situazione di particolare emergenza nella zona orientale (Shajaiyeh) e settentrionale (Beit Hanoun) della Striscia di Gaza. Raids incessanti e colpi di artiglieria. Il Ministero della Salute ha condannato l’attacco alle ambulanze nell’area di Shajaiyeh.

Il Ministero fa appello alle organizzazioni internazionali e soprattutto al Comitato Internazionale della Croce Rossa perché obblighino immediatamente Israele a rispettare la legge internazionale e non colpire lo staff medico, chiede una protezione per gli staff che in caso contrario non possono evacuare i feriti dalle zone orientali da cui stanno arrivando un gran numero di richieste di aiuto dalla popolazione. Da fonti locali purtroppo si apprendono molte richieste di aiuto alle quali non si riesce a far fronte. La Croce Rossa non sta rispondendo alle richieste della popolazione, ci sarebbero feriti, donne, giovani, bambini che hanno bisogno di assistenza e le ambulanze non riescono a raggiungere le aree interessate a causa degli attacchi. Anche nel nord della Striscia la popolazione ha difficoltà a ricevere aiuto.  

Nel frattempo, i soldati egiziani di Al-Sisi al confine tra Gaza e Egitto hanno impedito a 500 attivisti internazionali a bordo di 11 bus di raggiungere il valico di Gaza per portare aiuti umanitari. Secondo le autorità egiziane, sono stati bloccati per motivi di sicurezza, perché il Sinai sarebbe attualmente un luogo insicuro.

Ieri sono rimasti uccisi 47 palestinesi, 2 soldati governativi e un beduino israeliano. In totale, solo dall’8 luglio, sono morti 343 palestinesi e 5 israeliani. Gli sfollati sono 61.000, accolti in 49 centri dell’UNRWA.

Un mese da Al Khalil (Hebron) a Gaza. Propaganda “false-flag”?

soldati israeliani

Questo accadeva circa un mese fa.
https://www.zinzula.it/ultimo-saluto-al-martire-mahmoud/

Chi parla di razzi e “reazione israeliana” dopo aver ascoltato un qualsiasi tg che cita ossessivamente Hamas, è necessario faccia un passo indietro, a circa 5 settimane fa. Quando rastrellavano i quartieri a Hebron devastando più di 3.000 abitazioni, quando si sparava ai ragazzini di 13 anni e si facevano morire bambine di 6 mesi in arresto cardiaco perché i soldati occupanti non fanno superare i ceck-point.

Nel frattempo dei tre coloni rapiti e ritrovati cadavere non si parla più, è passato chiaramente in secondo piano. Indagini, prove, inchieste. Nulla. Cose che generalmente accadono nelle “democrazie”, figuriamoci nell’unica in Medio Oriente. In ogni caso, questo non legittima un’aggressione ad un popolo intero e pressoché inerme.

Hebron ha conosciuto tre settimane di rastrellamenti feroci, diurni e notturni, mostrando Israele un’ampia gamma di soprusi e vessazioni. Si contano almeno 10 morti e atti di squadrismo puro da parte dell’esercito e successivamente da parte di “coloni civili”. Questi ultimi, forti dell’aggressività del proprio governo e della benzina sul fuoco gettata da Netanyahu, hanno dato vita a sparatorie da auto in corsa e rapimenti, culminati con il ragazzo palestinese torturato e arso vivo.

Nessun Tg e nessun giornale ne parlava prima dello shock dato da un sedicenne picchiato, costretto a bere benzina e bruciato. L’attenzione era sino a quel momento focalizzata sui tre coloni mentre, anche prima del ritrovamento, i rastrellamenti erano in corso su larga scala, da Hebron, a Ramallah a Nablus, travestendo il tutto come Brother’s Keeper. Anche qualche missile SU Gaza, ma ancora non c’era abbastanza sangue per far partire la campagna di disinformazione.

Per queste ragioni le vittime, i feriti, gli sfollati, i danni economici sono sottostimati. La stampa italiana confeziona la disinformazione e l’Hamas è il focus di tutto. Poi ci si inizia ad impietosire, e a giustificare Israele, dai 20/30 morti in su, un po’ come per i migranti. Questo ultimo mese in Palestina è molto più complesso, spietato e strumentalizzato di quanto possa apparire. Tutto appare come scientificamente programmato, step dopo step, provocazione dopo provocazione. A mio parere, l’ipotesi false-flag israeliano sulla morte dei tre coloni, spiegherebbe molto bene tante contraddizioni mediatiche e l’ipocrisia israeliana che parla in conferenza stampa di operazione limitata quando colonne di migliaia di soldati chiudevano Hebron trasformandola in un carcere a cielo aperto. Si entrava, ma non si poteva uscire. Provate ad immaginare l’effetto che avrebbe su di voi essere richiusi in una città infestata da migliaia di militari che rastrellano a tappeto per 21 giorni di seguito.

Da Hebron attualmente giungono notizie secondo le quali l’esercito israeliano non sia ancora entrato nella Striscia: la Resistenza palestinese si sta organizzando in modo determinato e pronto a tutto per difendere Gaza.

Oltre cento morti in Palestina. La stampa italiana esalta Israele.

macerie morti gaza

Oltre 100 morti e più di 700 feriti è il bilancio degli ultimi tre giorni di bombardamenti su Gaza da parte dell’esercito israeliano. Netanyahu comunica che il “cessate il fuoco” non è nell’agenda del governo e che l’operazione di terra è ufficialmente iniziata “ma sarà limitata”. Intanto ai circa 100.000 palestinesi di Beit Lahia, Beit Hanoun (nord della Striscia) e Abasan al-Saghira (sud-est) è stato intimato di lasciare le loro case prima dell’offensiva.

Secondo le prime informazioni, la Resistenza palestinese avrebbe messo a segno un attacco nel quale risulta ucciso un soldato israeliano mentre si hanno notizie di un ferito grave ad Ashdod.

Il Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, due giorni fa parlava di  “lanci di razzi da Gaza contro Israele” mentre si contavano già 35 morti. Ha invitato di nuovo le due parti a “dimostrare la massima moderazione possibile” ma nelle ultime ore l’imbarazzo per le immagini dei raid hanno fatto timidamente parlare di “reazione esagerata” invocando un corridoio umanitario dall’Egitto tramite Rafah, lo stesso tunnel bombardato costantemente dall’esercito.

Yemen solidarietà
Yemen, imponente manifestazione di solidarietà per la Palestina.

Yemen solidarietà 2

Durante la semifinale mondiale Argentina-Olanda una nave da guerra ha colpito sulla costa, a est di Khan Yunis. Il missile ha centrato un chiosco affollato, causando 9 morti tra cui un numero imprecisato di bambini. Nelle ultime ore è morto Anas Abo Alkas, un giovane superstite che aveva perso i genitori nei raid del 2008 ed era l’ultimo componente della sua famiglia.

Mariam Almasre, 10 anni. Khan Younes è una delle zone più colpite dai raid.

Per la consueta vergogna italiana segnaliamo un articolo di Lorenzo Bianchi per l’Huffington Post di Lucia Annunziata. Lo stesso giornale, subito dopo l’esordio nel 2012, informò con toni entusiastici circa un programma israeliano da 5.000 posti di lavoro per palestinesi che quotidianamente avrebbero superato i ceck-point per lavorare da pendolari nelle terre loro occupate come manodopera a basso costo. Oggi si titola sull’Operazione che nel frattempo è passata da “Brother’s Keeper” a “Protective Edge” (margine di protezione). Si esaltano le capacità militari israeliane e ci si preoccupa che, nonostante il numero di morti in continuo aumento, la resistenza palestinese sia ancora attiva e si sottolinea che il freno per un’invasione da terra potrebbero essere gli ingenti costi militari, dopo i 760 milioni a settimana dell’operazione Piombo Fuso nel 2008.

La vergogna della stampa italiana. In Palestina 2+2=5.

bambini uccisi

Nelle due settimane di rastrellamenti e omicidi dell’esercito israeliano nell’operazione Brother’s Keeper la stampa italiana aveva pressoché ignorato la grande maggioranza degli avvenimenti. La crudeltà dei militari israeliani, guidati sul campo a Hebron dal ministro della difesa in persona è stata totalmente tacitata. Lo stesso vale per l’incatenamento e il bendaggio dei bambini, l’isolamento di Hebron, la minaccia di interruzione di acqua e corrente, le irruzioni e le violazioni delle moschee. Per non parlare delle abitazioni rastrellate, oltre 2.500 in tutta Hebron.  L’elemento più significativo, e più di tutti ignorato, è stata l’assenza di reazione in West Bank: la popolazione completamente inerme viene rastrellata, picchiata e uccisa, non reagisce, non può reagire, ma questa non è una notizia degna di nota per le agenzia stampa occidentali. Come non sono degni i bambini morenti ai ceck-point che non autorizzano il passaggio, le derrate alimentari distrutte e i negozi lungo le strade che diventavano ceck-point. Oltre le perdite umane, i danni all’economia palestinese sono enormi.

Nella seconda parte dell’operazione, sono giunte notizie di coloni sempre più aggressivi, forti delle dichiarazioni e dell’atteggiamento governativo che annunciava pugno duro e punizioni in stile sionista. L’aggressività e gli atti di squadrismo militare hanno dato vita a quello civile, culminato con il rapimento di Mohammed Abu Khudair, il sedicenne palestinese torturato e obbligato a bere benzina per poi essere bruciato vivo.  A questo punto i media hanno iniziato a parlare dell’escalation di violenze, rigorosamente all’italiana.

Tre settimane dopo l’inizio dell’operazione le versioni si adattano e dal silenzio dei media si è passati alla mistificazione, al giustificare tra le righe ciò che non si ha alcun diritto a fare e del quale, ovviamente, non vengono trasmesse immagini. Scorrono invece immagini strazianti che vedono israeliani disperati, legittimando un vero e proprio genocidio con bombardamenti a tappeto in varie città, in particolare Gaza. La stampa italiana manca di ricordare che nelle ultime 24 ore sono state sganciate su Gaza oltre 400 tonnellate di esplosivo. Si contano 112 abitazioni colpite, 17 totalmente distrutte, 95 parzialmente. Due moschee, due ospedali e persino un’ambulanza. Il bollettino è inevitabilmente destinato a crescere di ora in ora. Nelle ultime 48 ore a Gaza hanno perso la vita 35 persone di cui una decina sono bambini. Oltre 300 i civili feriti.

Questa notte è stato bombardato anche l’ospedale europeo di Khan Yunis a Gaza. Decine i feriti e numerose le attrezzature e i medicinali inutilizzabili. Gli ospedali dovrebbero essere immuni da qualunque attacco come sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1949. Attaccare un ospedale è un crimine di guerra. 

Netanyahu richiama nel frattempo 40.000 riservisti e Israele prepara un feroce attacco via terra che potrebbe avere conseguenze ben peggiori delle tre settimane del massacro di Gaza causato dall’operazione Piombo Fuso tra il dicembre del 2008 e il gennaio 2009.

Nazismo e ipocrisia: il Sionismo.

riots palestina

Provoca ribrezzo riferire la situazione in Palestina, tante sono le brutalità che i Palestinesi subiscono.  

palestina funerali

Durante i funerali di Mohammed Abu Khudair, 16 anni, seguiti da una grande folla, è arrivato il risultato dell’autopsia sul giovane che ha confermato purtroppo il terribile sospetto avuto al momento del ritrovamento. Il ragazzo rapito dai coloni sionisti, dopo essere stato lungamente torturato e obbligato a bere benzina, è stato bruciato vivo. La causa della morte è stata la combustione. Mohammed è stato bruciato vivo, dopo che i coloni sionisti che lo hanno rapito gli hanno fatto bere benzina. Questo è ciò che accade in Palestina.

Nel frattempo sono stati arrestati gli israeliani responsabili di aver rapito e bruciato vivo Mohammed, mentre stavano tentando di rapire un altro ragazzino palestinese a Gerusalemme Est. Si registrano sempre più di frequente casi di squadrismo da parte dei coloni israeliani. Spari dalle auto in corsa, giovani investiti o rapiti. Israele per bocca dei suoi ministri annuncia pugno duro su chi pratica forme di rappresaglia verso i palestinesi, ma in realtà nessuno ci crede. Tutta la tristemente nota “Brother’s Keeper” è in realtà una rappresaglia di Stato in violazione di qualsiasi diritto internazionale. Per giorni interi Hebron è stata completamente isolata dai ceck-point dell’esercito e numerose sono state (e lo sono tutt’ora) le violenze da parte dell’esercito.

Lo squadrismo dei coloni è cresciuto man mano che si sono intensificati i raid dei militari israeliani, di pari passo con dichiarazioni sempre più minacciose da parte del governo di Tel Aviv. Questa copertura politica, come più volte riportato, ha progressivamente generato un clima di impunità tra i coloni che sempre più spesso colpiscono bambini indifesi in varie parti della città. Il governo israeliano è pienamente responsabile di questi fatti e nessun comunicato stampa di Netanyahu e dei suoi ministri può assolvere Israele dalle enormi responsabilità sull’escalation di violenza di “Brother’s Keeper Operation” e dello squadrismo dei coloni civili. L’ipocrisia sionista sta nelle dichiarazioni del primo ministro che parla incredibilmente della “necessità di agire con cautela” mentre Gaza viene bombardata e si verificano scontri in ogni città.

Nel frattempo, crescono i dubbi sull’effettiva dinamica nel rapimento e uccisione dei tre coloni, con la versione israeliana che dà sempre per certa la responsabilità palestinese, indicando Hamas. Sospetti nel luogo dove si ritiene siano stati rinvenuti i tre coloni, ufficialmente uccisi subito dopo il rapimento. Non compaiono tracce trascinamento, lotta e sangue mentre sul casus belli dell’operazione BK prosegue la mancanza di informazioni e chiarimenti da parte del governo. D’altronde non è sicuramente una novità l’utilizzo di false-flag da parte di Israele, in particolare attraverso il Mossad, 

Nuova mazza per la Barracciu. Lei si difende: le statue erano maggiorenni.

NaraCixiri
Fonte: NaraCixiri

I nuovi guai giudiziari della sottosegretaria alla cul-tura Francesca Barracciu hanno sollevato umide polemiche tra tutti i reperti museali d’Europa.  Apprensione a Cabras tra i Giganti di Mont’e Prama.

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Precipita la situazione in Palestina

gaza

Ritrovati cadavere i tre giovani israeliani scomparsi due settimane fa. Israele annuncia rappresaglie, alcuni morti e una bambina di 9 anni in fin di vita. Hamas: sarà l’inferno. Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina: la lotta e la resistenza all’occupazione continuano nonostante gli arresti. Continua la lettura di Precipita la situazione in Palestina

Dipendenti Cinquestelle Sardegna: lo sciopero prosegue

5 Stelle Sardegna

Con hashtag “Gratis lavora tu” e tesserini dell’Associazione Stampa Sarda fatte a pezzi, prosegue la protesta dei dipendenti dell’emittente televisiva Cinquestelle Sardegna. Il muro contro muro tra i dipendenti e l’editore Gianni Iervolino ha portato i primi alla decisione di proseguire lo sciopero alla luce del fatto che Iervolino non ha alcuna intenzione di saldare le spettanze arretrate ai 20 dipendenti dell’emittente gallurese. Agli stessi inoltre va riconosciuto di aver evitato in passato, con grossi sacrifici, la chiusura dell’emittente. Vista la situazione e gli sforzi sostenuti in passato, i dipendenti sono ben lontani dall’essere ripagati in modo soddisfacente. Di seguito il comunicato dei dipendenti in agitazione.

“I dipendenti dell’emittente televisiva 5 Stelle Sardegna, giornalisti tecnici e amministrativi, a seguito dell’incontro con la proprietà svoltosi questa mattina hanno deciso di proseguire nello sciopero in assenza di garanzie sul pagamento degli stipendi arretrati. L’assemblea dei dipendenti, all’unanimità, ha proclamato altri due giorni di sciopero per domani, sabato 28 e lunedì 30 giugno dal momento che, nel corso dell’incontro con l’editore Gianni Iervolino, è emersa in modo chiaro l’indisponibilità da parte della proprietà a versare neanche una mensilità delle ormai quasi quattro arretrate. La protesta, evitata per lungo tempo con grande senso di responsabilità da parte dei dipendenti di 5 Stelle Sardegna, si rende necessaria per l’ormai insostenibile situazione economica legata al mancato pagamento degli stipendi. Si attende il pagamento degli stipendi di marzo, aprile e maggio mentre stanno per maturare anche le spettanze del quarto mese, giugno. All’estrema precarietà non più sostenibile si aggiunge l’incertezza sui tempi di pagamento della quota spettante all’Inps ferma al dicembre 2013″.

Aggiornamenti dalla Palestina: 2 morti.

Le notizie  dalla Palestina durante l’ultimo fine settimana non fanno ben sperare. Scontri a Ramallah, mentre proseguono serrate le incursioni a Hebron e nei villaggi vicini.

Nella principale città della Cisgiordania tra sabato e domenica l’esercito israeliano ha sparato lacrimogeni nelle vie. Nonostante l’assenza di reazione della popolazione completamente inerme, interi quartieri sono stati invasi dal fumo.

Continuano ad arrivare in città colonne di militari israeliani e si contano quasi 2000 abitazioni devastate nelle perquisizioni.

lacrimogeni hebron 2 lacrimogeni hebron

A Ramallah si registra un morto, Mahmoud Attallah, 30 anni. L‘altra vittima a Nablus dove è caduto Said Khaled, 36 anni, raggiunto da quattro colpi di fucile mentre si recava in Moschea per la preghiera del mattino. 

martire palestinese 2funerale martire 36 annifunerali palestina 2Secondo l’agenzia di stampa Maannews dei coloni israeliani avrebbero aperto il fuoco durante il funerale di M. Attallah nel sobborgo di Jabal Al-Tawil (Ramallah), causando un ferito. Il totale dei palestinesi incarcerati nei rastrellamenti israeliani nelle città e campi profughi della Cisgiordania è salito a 410.