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Il FIU sull’occupazione militare: verso il 23 settembre a Lanusei.

pesa saldigna

Negli ultimi tempi, sono stati in parecchi coloro che hanno risollevato il problema dell’occupazione militare in Sardigna attraverso diverse battaglie: dalla lotta popolare e vincente contro i Radar all’attenzione dedicata ai temi del riuso dei beni militari alla rinnovata battaglia contro i Poligoni. 

A tal proposito, il Fronte Indipendentista Unidu aderisce con piacere alla manifestazione nazionale indetta a Capo Frasca per il 13 settembre prossimo, ma ritiene urgente la ripresa di un tavolo di dialogo unitario, condiviso e partecipato, che abbia come oggetto la mobilitazione popolare lanciata per il prossimo 23 settembre a Lanusei.

In tale data avrà inizio il processo contro i generali del PISQ rinviati a giudizio per omissione dolosa e aggravata di cautele contro infortuni e disastri. Al di là della scarsa consistenza politica dei capi di imputazione e dell’esito che avrà il procedimento penale, si tratta certamente di un’occasione storica per infrangere il mito dell’intoccabilità dell’Esercito e della sua licenza a uccidere, inquinare, occupare nella nostra terra.

Siamo convinti che gli indipendentisti, gli antimilitaristi, i pacifisti, i movimenti ambientalisti, tutti coloro che lottano per la salute fisica e mentale della nostra gente, abbiano il dovere di sollecitare, particolarmente in questa occasione, una grande ondata di dissenso verso la presenza dell’Esercito in Sardigna e soprattutto verso i crimini contro la salute, contro l’ambiente e contro le comunità locali.

Riteniamo che il 23 settembre possa essere una data simbolica di forte impatto umano, storico e politico. Proponiamo pertanto di organizzare insieme, in maniera assolutamente condivisa, democratica e paritetica, un grande evento capace di sollecitare l’opinione pubblica sarda ed internazionale e di rilanciare con forza la battaglia per la smilitarizzazione della nostra isola, per il riconoscimento dei gravissimi danni subiti dalla nostra gente e dal nostro territorio. Contemporaneamente chiediamo che quest’atto sia in forte opposizione al decreto legge del 25 giugno 2014, che equipara la tollerabilità delle aree militari a quelle industriali in materia di tollerabilità all’inquinamento, con gli effetti disastrosi che possiamo immaginare.

Proponiamo pertanto un incontro operativo in modo da avere il tempo materiale di organizzare la mobilitazione. L’incontro è fissato per il 24 agosto, nella sede della Carovana Sarda della Pace, in via Ogliastra n° 43 a Cagliari, a partire dalle ore 17.00. 

Fronte Indipendentista Unidu

Comunicato del Fronte Indipendentista Unidu.

pesa saldigna

Alla cortese attenzione degli organi di informazione.

L’Assemblea Nazionale degli attivisti del Fronte Indipendentista Unidu riunitasi a Oristano, domenica 27 luglio, ha stabilito quanto segue.

Il Fronte Indipendentista Unidu prosegue il suo percorso politico iniziato a Ghilarza lo scorso 8 settembre perché non sono venute a mancare le motivazioni politiche e tanto meno la partecipazione, il protagonismo e le competenze di tanti indipendentisti sardi decisi a costruire un grande soggetto popolare di alternativa al sistema coloniale.

Avevamo dichiarato a gran voce che questo non sarebbe stato un percorso meramente elettorale, pertanto, riteniamo che non sia venuta meno la necessità di dare una risposta solida e coerente ai tanti cittadini sardi stanchi della corruzione e della sudditanza dei partiti italiani e delle scelte opportuniste di alcuni gruppi storici dell’indipendentismo.

Il Fronte Indipendentista Unidu seguirà il percorso democratico, partecipativo, inclusivo e di radicamento territoriale, continu a tessere tutti quei rapporti politici con comitati, associazioni, liberi cittadini che hanno a cuore la difesa della nostra isola dalle speculazioni del sistema coloniale le quali stanno mettendo seriamente a repentaglio l’intero ecosistema della nostra terra.

Il Fronte Indipendentista Unidu continuerà a sostenere quei soggetti sociali non compromessi con il sistema coloniale che lottano per la difesa e l’estensione dei diritti del lavoro e per la difesa dell’economia sarda. Il Fronte Indipendentista Unidu sosterrà pienamente il movimento linguistico fino all’obiettivo del bilinguismo perfetto.

Il Fronte Indipendentista Unidu continuerà a tessere tutti quei rapporti politici con le formazioni indipendentiste in piena coerenza con i principi e le indicazioni pratiche della Carta di Convergenza Indipendentista scritta da tutto il Movimento di Liberazione Nazionale nel corso degli anni 2011 e 2012. Su questa base sicura apriamo a qualunque rapporto di collaborazione e sinergia perché siamo fermamente convinti che il lavoro per realizzare la Convergenza Indipendentista non sia assolutamente da ritenersi concluso ma, anzi, appena agli inizi, e costituisce l’obiettivo politico più significativo che abbiamo il dovere di proporci.

Il Fronte Indipendentista Unidu preparerà una grande assemblea aperta a tutti i singoli, ai comitati, alle strutture indipendentiste da tenersi quanto prima e di cui si darà ampia diffusione, per meglio coordinare ed organizzare l’agenda politica per la decolonizzazione.

 Fronte Indipendentista Unidu. Oristano 27 luglio 2014

Tempio resta umana per la Palestina. La Digos pure.

tempio per la palestina

Si è svolto ieri a Tempio Pausania il flash-mob organizzato per sensibilizzare sull’aggressione israeliana al Popolo palestinese che nelle ultime settimane ha causato circa 1.500 vittime, in gran parte civili, e 400.000 sfollati.

La città di Tempio ha risposto positivamente all’iniziativa lanciata nei scorsi giorni, inizialmente rinviata per il maltempo. In un primo momento il flash mob si è svolto in Piazza Gallura, punto di ritrovo. Successivamente i manifestanti si sono diretti verso Viale della Fonte Nuova dove hanno ripetuto l’azione simbolica: giacere a terra, come cadaveri, mentre il suono del sax accompagnava in modo struggente la chiusura dell’iniziativa e quello che voleva essere prima di tutto un momento di riflessione. Al termine, come d’accordo, i partecipanti hanno scambiato abbracci di pace intrattenendosi per alcuni minuti.

Incuriositi, molti bambini che alle 20:00 giocavano nella Piazza del comune, si sono avvicinati ai manifestanti prendendo parte a modo loro all’iniziativa. Alcuni accompagnati dai propri genitori hanno portato in corteo i simboli di pace e le bandiere sarde disegnate sino alla Fonte Nuova. Un auspicio di pace e giustizia per tutti gli esseri umani del Mondo e per una Sardegna che sia realmente terra di pace.

Nutrita la partecipazione delle forze dell’ordine che già mezz’ora prima dell’appuntamento presidiavano in numero consistente Piazza Gallura. Per meglio integrarsi con l’iniziativa molti non hanno indossato la divisa d’ordinanza e hanno realizzato un’ampio servizio fotografico sui momenti più belli dell’incontro.

Tempio Pausania. Stasera flash-mob contro l’aggressione al popolo palestinese.

palestina

Si terrà a Tempio Pausania, alle ore 20:00 con ritrovo in Piazza Gallura, un flash-mob contro l’aggressione israeliana nei Territori Palestinesi che prosegue ormai da oltre un mese.

Risultano uccisi ad oggi circa 1.500 palestinesi (più di 400 bambini), sono oltre 10.000 i feriti e in tutta la Striscia si contano più di 400.000 sfollati.

Tempio sta con il Popolo palestinese! Palestina libera!

La vergognosa posizione italiana. Renzi prono al Sionismo sulla macelleria di Rafah.

cadaveri su cadaveri

Dopo la posizione italiana su quanto accade da settimane nel Donbass nulla fa pensare per il meglio per la Palestina e l’evoluzione dell’attacco militare sulla Striscia di Gaza. Dopo Gaza in queste settimane è arrivato il turno di Rafah: sono circa 150 le vittime, in gran parte bambini che ora vengono avvolti in bandiere palestinesi e disposti come cassette di frutta in frigoriferi utilizzati per conservare generi alimentari.  Continua la lettura di La vergognosa posizione italiana. Renzi prono al Sionismo sulla macelleria di Rafah.

Altroché tregua: massacro di bambini a Rafah. Ma la Resistenza colpisce.

rafah

Doveva essere tregua, dalle 08:00 di questa mattina. Le ore precedenti alla tregua non facevano ben sperare, con Israele che utilizzava le ultime ore prima dello stop alle armi per bombardare ovunque e non perdere neanche un minuto di sangue. Dopo pochi minuti dalla “tregua” si registravano colpi di artiglieria su Rafah e Gaza, dove l’IDF provocava la reazione dei guerriglieri palestinesi, in modo da poter far passare la parte offesa come responsabile dell’interruzione della tregua.

Dopo un’ora, verso le 09:00 del mattino, una pioggia di fuoco si è abbattuta su Rafah, in un mercato affollato, compiendo un massacro nel quale sono caduti in larga parte bambini. In seguito è stato bombardato anche un ospedale e si contano 80 morti e centinaia di feriti.  Non si hanno notizie ufficiali, ma il bilancio complessivo dovrebbe superare le 1.500 vittime e sono oltre 9.000 i feriti. Più di 700 missili si sono abbattuti su Rafah nella mattinata di oggi.

La Resistenza non si è fatta attendere. Un guerrigliero di Hamas si è fatto saltare in aria in una postazione israeliana nella quale si era infiltrato causando ingenti perdite e feriti. I soccorsi dell’IDF hanno trovato altri uomini della Resistenza pronti ad attenderli: c’è stato un duro attacco nella cui dinamica sono rimasti uccisi soldati dell’IDF ed è stato fatto prigioniero un alto ufficiale israeliano e portato in un tunnel.

Israele ha confermato il prigioniero mentre sono attese a minuti conferme e dichiarazioni da parte di Hamas.

Israele è il vero Stato-canaglia. Pacifici: all’IDF il Nobel per la Pace.

ferito palestinese

Il bilancio dell’offensiva israeliana peggiora di minuto in minuto, mai come nelle ultime 48 ore. I dati del Ministero della Salute palestinese parlano di 1390 palestinesi uccisi ed 8.000 feriti.

L’UNRWA, alla quale più volte sono stati bombardatati ospedali e scuole, lancia un appello disperato. A Gaza le condizioni di sovraffollamento nei rifugi di emergenza e la situazione al collasso negli ospedali rappresentano l’anticamera della diffusione di epidemie. La situazione non è più sostenibile, nonostante il generosissimo contributo dato da medici di tutto il mondo. Troppi feriti, troppi morti,  strutture colpite e i medicinali scarseggiano.

Si aggiorna il bilancio sul fronte dei giornalisti: 8 uccisi e 20 feriti. Dopo l’infame attacco sul mercato a Beit Hanoun (Gaza Est) durante la tregua (20 morti, 200 feriti), Israele non si accontenta e richiama altri 16.000 riservisti. Nel frattempo in Italia la vergogna non accenna a diminuire. Il portavoce della comunità ebraica a Roma, Riccardo Pacifici, parla di Premio Nobel per la Pace all’esercito israeliano perché previene ulteriori morti e avvisa prima di intraprendere azioni di guerra. Pacifici, in occasione dell’incontro promosso da Giuliano Ferrara “Per Israele“, ha detto che la popolazione non può scappare dalle case perché in caso lo facesse morirebbe per mano di Hamas e che l’operazione proseguirà ancora a lungo.

Intanto la Resistenza non la sostengono solamente i gruppi armati palestinesi ma il popolo tutto e altrettanto merito e gratitudine va al personale medico a Gaza. Questi scatti sono per loro.

medico felice
A Gaza parto quadrigemellare sotto i bombardamenti. Momento di felicità nelle corsie degli ospedali seminati di feriti e cadaveri.

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medici a gaza medici gaza 2

L’infamia israeliana: solo dall’alto. Centrali elettriche e bombe a frammentazione.

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Il bilancio dei bombardamenti israeliani è pesantissimo, oggi più che mai. Alle 20:00 ore italiane il Ministero della Salute palestinese ha diffuso un nuovo aggiornamento: 1.191 palestinesi uccisi (oltre 400 bambini) e più di 7.000 feriti dall’inizio dell’offensiva militare israeliana sulla Striscia di Gaza. Una larga parte di questi è ferita in modo gravissimo: mutilazioni e perdite di organi. A questo si aggiungono oltre 200.000 profughi su una popolazione inferiore a due milioni di abitanti. Come noto Israele bombarda massicciamente ospedali e campi profughi. La situazione sanitaria è al collasso e in queste ore è stata bombardata l’unica centrale elettrica di Gaza mentre negli ospedali sotto assedio non si sa più dove mettere i cadaveri. Nelle sale d’attesa vengono adagiati cadaveri di bambini che arrivano a decine di ora in ora.

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Notizie dal campo parlano dell’utilizzo di bombe a frammentazione da parte dell’IDF mentre Netanyahu parla di una guerra mai giusta quanto questa. Solo la giornata di oggi ha visto più di 110 vittime.

Ma questa non è una guerra. Questa è una Soluzione Finale. In Italia, senza alcuna vergogna, giornalisti come Travaglio si schierano dove sanno e dove sappiamo mentre politici come Santanchè e Brunetta orgogliosamente “stanno con Israele”. Il Senato elettivo domina il dibattito politico e lo Stato italiano sta scrivendo una delle pagine più vergognose della sua politica estera, dopo l’astensione in Consiglio per i diritti umani dell’ONU.

Nei giorni scorsi a Pomigliano è comparsa una scritta davanti alla sede dell’Alenia Aermacchi (gruppo Finmeccanica), fornitrice dei primi due cacciabombardieri M-346 e di altri trenta in prossima consegna al valoroso esercito di Tel Aviv. Oggi, in Piazza Dante a Milano, un gruppetto carabinieri in antisommossa presidiava la bandiera di Israele.

sbirri sionisti

La pulizia etnica non avviene tramite i rastrellamenti che hanno caratterizzato il giugno scorso a Hebron, ma sganciando bombe su un popolo rinchiuso. Netanyahu ha accusato la resistenza palestinese di utilizzare i cimiteri come base per il lancio di razzi Qassam, mentre Abu Mazen continua mediare tra i sionisti intenzionati allo sterminio totale e il suo popolo allo stremo. Nei giorni scorsi Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, ha garantito pieno supporto ad Hamas e a tutta la resistenza palestinese. Proprio Hezbollah ha inflitto una sconfitta all’IDF nel 2006, respingendo un’invasione del Libano. Israele e l’IDF adottano l’unica arma che conoscono da sempre, l’infamia, essendo riluttanti ad un vero e proprio intervento di terra nella Striscia. Sanno bene che in quel caso Gaza sarebbe un Vietnam.

Lu Spinsateddu. L'(in)Curia di Tempio.

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Nella prima parte della stagione estiva, da più parti, sono pervenute lamentele nei confronti dell’amministrazione comunale a causa dell’incuria di alcune zone della città. Si tratta per lo più di zone periferiche, a differenza di zone centrali più frequentate da turisti le quali ricevono maggiori attenzioni. Queste rimostranze, molte comuni al periodo invernale, hanno più che un fondo di verità.

Ma non tutti i “casi” sono identici in quanto a responsabilità e non sempre le responsabilità riguardano unicamente l’amministrazione comunale. Il caso del rione Lu Spinsateddu, ad esempio, merita un discorso separato. Il terreno non è di proprietà del Comune e non è sua diretta competenza occuparsi della pulizia antincendio. Detto questo, non è accettabile che a fine luglio il terreno di proprietà della Curia, circa tre ettari, versi nell’abbandono con rovi di svariati metri e sterpaglie secche che, per quando “distanti” dal più frequentato Viale della Fonte Nuova, sono tutt’altro che rassicuranti per le decine di famiglie della zona e per la città tutta.

Ciò non significa che l’amministrazione comunale o altri che con essa operano sul territorio (Forestale e Vigili urbani) non abbiano delle responsabilità. Nel caso del Comune la responsabilità è, innanzitutto, politica. La Curia e le parrocchie tempiesi difatti beneficiano periodicamente di finanziamenti pubblici che provengono dalle casse comunali e talvolta regionali, come dimostra il recente stanziamento per la chiesa del Sacro Cuore alla Pischinaccia. Altre zone della città, come appunto la Pischinaccia, versano nell’incuria da anni e non sono state oggetto di sollecito e presa di posizione da parte dell’amministrazione comunale pro-tempore, quasi vi sia una sorta di malcelata reticenza nel considerare la Curia al pari di tutti gli altri cittadini o proprietari soggetti a diritti e doveri del caso.

Ogni anno, ciclicamente, i residenti di Lu Spinsateddu si ritrovano a discutere del solito problema. L’abitudine in passato era quella di sollecitare tramite lettere raccomandate gli uffici dei Vigili urbani e della Forestale, affinché chi di dovere provvedesse in seguito alla pulizia del fondo. Questa prassi ha progressivamente fatto figurare un normale obbligo in capo alla Curia, punibile tramite sanzioni amministrative in caso di inottemperanza, come una gentile concessione della stessa ai residenti.

Nell’anno in corso non è stato effettuato alcun sollecito e difatti i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Massacro Shujayea, bombe all’Al Aqsa Martyrs. Il FPLP: Intifada.

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Questo pomeriggio l’artiglieria israeliana ha bombardato l’ospedale Al Aqsa Martyrs in Deir El Balah, nell’area centrale della Striscia di Gaza.  Il Direttore dell’Al-Aqsa Hospital, Dott. Kamal Al-Khatib, ha parlato di almeno quattro palestinesi uccisi e svariati feriti. Il fuoco ha colpito l’edificio dell’amministrazione e le sezioni di chirurgia, medicina interna e terapia intensiva. Risulta ferito un numero imprecisato di personale medico e alcune ambulanze danneggiate.

Shujayea, quartiere a est di Gaza City, ha visto il più pesante bombardamento dell’assalto israeliano di 13 giorni su Gaza. Il bombardamento di carri armati e artiglieria pesante ha lasciato 72 morti, la maggior parte dei quali donne e bambini, e oltre 200 feriti, secondo fonti del ministero della salute palestinese.

Il numero dei palestinesi uccisi è salito a 548 e 3.300 sono i feriti dall’inizio dell’operazione israeliana sulla Striscia di Gaza. Sono ormai oltre  85.000 le persone sfollate nelle strutture UNRWA.

L’Autorità palestinese chiede l’intervento internazionale per quello che al-Fath e Hamas definiscono crimine di guerra, ma di guerra è sempre più difficile parlare anche se con l’utilizzo di questo termine si cerca di pareggiare la violenza, giustificarla. Far sembrare l’orrore meno orrido. Che un atteggiamento di questo tipo provenga dalle formazioni maggiori dell’ANP crea più di un disagio.

L’immobilismo e l’ambiguità dell’ANP si fanno via via più pesanti, complice anche la nuova linea politica dettata da un sostenitore storico della causa palestinese, ovvero l’Egitto di al-Sisi. Di fatto per i media occidentali esistono solo le “brutalità” di Hamas e il ruolo più moderato di al-Fath. Nelle ultime ore, come già annunciato nelle scorse settimane, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha espresso la sua posizione in modo risoluto.

L’Autorità Palestinese deve prendersi la responsabilità di dichiarare ufficialmente la Terza Intifada.

FPLP

Abu Ahmad Fouad, vicesegretario del FPLP, ha rifiutato l’iniziativa egiziana di tregua sottolineando che, in sostanza, essa pone oppressore e oppresso sullo stesso livello facendo passare il Popolo palestinese e la sua coraggiosa resistenza come gli artefici dell’inizio dell’offensiva. Oltretutto ha dichiarato come l’iniziativa egiziana comprendesse punti del tutto ambigui che avrebbero permesso all’occupazione di prendere il controllo del territorio come già sta facendo con quello aereo e marittimo. Molte fazioni dell’ANP non concordano con quell’impostazione e altre non ne sono state messe al corrente adeguatamente prima di annunciare “accordi” dati per condivisi e siglati.

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Ahmad Fouad ha inoltre deplorato l’assenza di appoggio dei paesi arabi alla resistenza palestinese e “ai figli del nostro popolo nel suo fronteggiare le continue aggressioni sioniste“.