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Sassari: politiche sociali e lavoro. Il Comune annuncia, Il Fiu chiede spiegazioni.

sassari«Siamo un Comune attento […] e abbiamo implementato il servizio con un centro di ascolto dedicato ai maschi maltrattanti, come preannunciato nel programma elettorale del sindaco, e abbiamo effettuato alcuni inserimenti lavorativi per le donne vittime di violenza». Sono queste le parole pronunciate dall’assessora alle Politiche sociali del Comune di Sassari Grazia Manca, riportate in un articolo a firma Giovanni Bua, nel quotidiano La Nuova Sardegna di ieri 12 ottobre. Come Fronte Indipendentista Unidu Sassari conosciamo bene il programma elettorale della giunta che siede al Governo della nostra città: come loro anche noi ci siamo candidati alle elezioni e nonostante i risultati elettorali, forti della nostra politica abbiamo promesso ai nostri cittadini di rimanere vigili e di “proteggere” la comunità sassarese da ulteriori manfrine firmate PD anche se fuori da Palazzo Ducale.

Per questo oggi come Fronte Indipendentista Unidu ci sentiamo in dovere di sottolineare e di portare all’attenzione della stampa una nota stonata nelle dichiarazioni riportate sopra, e chiediamo all’assessora Manca di chiarire tramite i media con più precisione a che cosa si riferisce quando parla di “alcuni inserimenti lavorativi per le donne vittime di violenza”. Siamo infatti a conoscenza che sino a ora, detti inserimenti siano stati fatti concretamente dalla Casa Aurora grazie alla somma raccolta e ai contatti avviati con una serra locale, dalle volontarie della Rete delle Donne di Sassari, tramite il progetto “Sorres” col calendario 2014, iniziativa durata quasi un anno, che ha previsto un’intensa campagna di sensibilizzazione contro la violenza alle donne e il femminicidio, e la raccolta fondi finalizzata proprio a finanziare occasioni lavorative per le ospiti della Casa Protetta Aurora.

Se il Comune di Sassari con l’assessorato alle politiche sociali, ha nel frattempo attivato concretamente altri progetti di inserimento lavorativo simile o uguale, di cui non siamo a conoscenza, ci dica quali sono, e soprattutto quali sono gli atti amministrativi che li garantiscono.

Fronte Indipendentista Unidu Tàtari

TAR Sardegna e antincendio nei Poligoni. Nelle Colonie non è necessario.

occupazione militareE’ arrivata nel tardo pomeriggio di ieri la decisione del TAR Sardegna sul ricorso dell’avvocatura di Stato contro il decreto 271/2014. Parere favorevole verso il Ministero della Difesa al quale non è andata giù l’estensione delle prescrizioni regionali antincendio ai Poligoni militari nell’Isola.

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Tempio Pausania. Abbanoa: continui disagi e prospettive incerte

abbanoa_logoProseguono i disagi a Tempio Pausania sul fronte Abbanoa. Sempre più prolungate e frequenti le interruzioni del servizio in numerose zone della città, in molti casi con pochissime ore di acqua al giorno. Continua la lettura di Tempio Pausania. Abbanoa: continui disagi e prospettive incerte

Consulenze esterne. SEL e “sovranisti” si rimangiano il domani

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Francesco Agus, Sinistra Ecologia e Libertà

Ondata di polemiche dopo la proposta di legge (n. 114 del 25 settembre) presentata all’attenzione del Consiglio della RAS da parte di 16 consiglieri. L’oggetto, “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 9 gennaio 2014, n. 2″,  fa riferimento alla Legge regionale promulgata sull’onda delle polemiche per le maxi inchieste sui fondi ai gruppi consiliari, i quali avevano portato alla luce una visione diffusamente privatistica della politica regionale.

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Master and Back. Un estratto. Filosofia del programma o una semplice preghiera?

Un secondo estratto da “Master and Back della Regione Autonoma della Sardegna. Una prima valutazione dell’implementazione del programma nel periodo 2005-2010. Analizzare la coerenza dei comportamenti significa porre in relazione i propri fini con mezzi e modalità (che si hanno o che si dovrebbe avere) per raggiungerli; nella valutazione della filosofia (o teoria) di un programma pubblico, lo scopo è attuare una sorta di ricostruzione che vada ad indicare quali siano i bisogni individuati e i conseguenti obiettivi che il programma si pone. Analizzare la teoria significa così sviscerare quelle informazioni e quei processi decisionali che hanno caratterizzato il passaggio dall’individuazione di un bisogno pubblico da parte di un policy maker alla trasposizione di queste necessità come finalità e scopi con i quali informare l’intero programma, dall’implementazione alla gestione.

Data la delicatezza di una simile opera di ricostruzione ex post, spesse volte si dice che “il programma pubblico non esiste se non negli occhi di chi lo guarda“.

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Sviluppo Umano. Smith, Sen e l’Etica. Oltre l’utilitarismo (seconda parte)

sen_postcardDalla riscoperta di Smith alla confutazione dell’utilitarismo. Amartya Sen e l’Etica.

In “Etica ed Economia” (1987), Amartya Sen analizza in modo preciso ma con un linguaggio piuttosto semplice i limiti dell’economia come la conosciamo oggi, analizzando i principi fondanti il pensiero utilitarista.

  1. Comportamento economico e razionalità. L’economia neoclassica, all’interno dei suoi modelli di riferimento, ipotizza che il comportamento economico (behavioral economics) dei singoli individui sia razionale. Si suppone dunque che gli esseri umani si comportino razionalmente e, per assunto, si ritiene che il comportamento razionale coincida con quello effettivamente osservato. Chiaramente questa è una semplificazione economica e non coincide, come osservano Sen e altri, con la realtà che viviamo quotidianamente, con le sue contraddizioni, incertezze, rimpianti, cambi di decisione, sentimenti, desideri e passioni.È piuttosto intuibile come l’individuo freddamente razionale possa predominare nei libri di testo, ma il mondo reale nel quale l’animale sociale di Adam Smith si muove e prende delle decisioni è ben più ricco e complesso. Oltretutto, Sen osserva puntualmente due elementi di criticità dell’ipotesi di comportamento razionale degli individui nell’economia. Sen scandisce due passaggi. Il comportamento effettivo è caratterizzato attraverso un doppio processo: a) assumere, semplicisticamente, che il comportamento effettivo coincida con quello razionale e (come vedremo meglio successivamente) b) concepire la razionalità di un dato comportamento con termini ed una relativa scala valoriale alquanto ristretta.
  2. La domanda che viene da porsi, istintivamente, è: quando un comportamento viene considerato razionale o meno? In base a quali elementi possiamo determinare cosa sia razionale o meno? Il quesito, centrale, non è altro che l’esplicitazione di quanto detto in sub b). Come si può notare, le varie falle della teoria economica prevalente sono strettamente interrelate. Con razionalità si intende una coerenza interna di scelta e, dall’altro lato, la coerenza è concepita come massimizzazione dell’interesse personale da parte dell’individuo-decisore. È poco plausibile assumere la coerenza interna come condizione di razionalità in quanto se un individuo fa esattamente il contrario di ciò che lo aiuterebbe a ottenere ciò che vuole, e lo fa con una inflessibile coerenza interna, a ben vedere, difficilmente egli può essere considerato razionale. Questo buco concettuale, figlio di semplificazioni tipiche dell’economia moderna, implica che difficilmente l’ostinata coerenza dell’individuo possa essere considerata razionale, per quanto possa suscitare ammirazione nell’osservazione dato l’ardore e la tenacia di compiere l’azione “coerente”. Una scelta razionale dovrebbe comportare una corrispondenza tra ciò che si cerca di ottenere e il modo in cui si agisce per conseguirlo. In caso contrario, la coerenza interna come elemento di razionalità è pretestuoso e difatti la teoria economica cerca di far quadrare questi elementi introducendo la così detta funzione di utilità da massimizzare. Funzione che, per quanto il termine risulti affascinante e le elaborazioni matematiche alquanto complesse, in concreto poco e nulla ci dice circa ciò che l’individuo stia cercando “di massimizzare”.
  3. Con l’interesse personale e la sua massimizzazione, oltreché riguardare un aspetto interno come poc’anzi esposto, si fa riferimento ad una corrispondenza esterna tra le scelte compiute dall’individuo, ovvero l’ambiente che lo circonda e il suo interesse personale “da massimizzare”. La critica in questo caso verte sul chiedersi perché dovrebbe essere specificatamente razionale perseguire il proprio interesse personale ad esclusione di qualsiasi altra cosa e, da questo, naturalmente segue il chiedersi quali rischi si corrano all’interno della nostra società se gli individui prendessero, in nome della razionalità e dell’interesse personale, decisioni che unicamente pongono il proprio interesse personale sopra ogni cosa. Non è errato affermare che la massimizzazione del proprio interesse personale sia, a linee generali, un elemento di razionalità per l’individuo che compie delle scelte. D’altro canto appare quantomeno irreale e potenzialmente deleterio, far coincidere con l’irrazionale tutto ciò che non massimizza il proprio interesse personale. Oltretutto ad un’assunzione così forte dovrebbe quantomeno seguire la specificazione su cosa sia il proprio interesse personale. È curioso notare che la maggior parte delle decisioni degli individui nei propri rapporti interpersonali potrebbero essere additate come totalmente irrazionali in quanto gli sforzi e le azioni compiute non mirano alla massimizzazione di un interesse personale. Questo deriva dal fatto che gli esseri umani vivono in gruppi, o comunità, a loro volta spesso suddivisi in gruppi minoritari all’interno della stessa collettività. Ne consegue che l’equilibrio non sta nella massimizzazione di un appartenente al gruppo, ma dalla mediazione tra vari interessi riferibili a vari gruppi o persino ad un sacrificio del puro interesse personale per il benessere del proprio gruppo di riferimento. Appare dunque chiaro, ed è questo il focus del ragionamento che non viene colto dalla modellizzazione nell’economia mainstream, ovvero che gli esseri umani possano avere una pluralità di motivazioni e che il solo interesse personale, magari puramente monetario, non è in alcun modo sufficiente ad orientare le decisioni e guidare, in modo perfettamente univoco, le azioni. È infine opportuno notare come nella letteratura prevalente il pensiero di Adam Smith si basi sull’equivoco della dicotomia tra <egoismo> e <utilitarismo>. In realtà nell’espressione usata da Smith circa il proprio interesse personale si fa riferimento all’inglese “self-love”, ovvero amore di sé, cura di sé o, in altri termini, perseguimento del proprio benessere. Nei decenni addietro questo punto di vista è stato semplicisticamente e fraudolentemente trasportato in “self-interest”, che rappresenta la traduzione letterale di “egoismo”. In realtà, per Adam Smith “il benessere” è un concetto molto più ampio e ricco di sfaccettature rispetto alla semplice e astratta massimizzazione utilitaristica e questo è stato l’insegnamento maggiore del “Padre dell’Economia moderna”. Significativo a tal proposito l’incipit di Smith in Teoria dei Sentimenti Morali che racchiude questi concetti in poche ma significative parole.

Per quanto egoista lo si possa supporre, l’uomo ha evidentemente nella sua natura alcuni principi che lo inducono a interessarsi alla sorte degli altri e che gli rendono necessaria l’altrui felicità, nonostante ne ricavi alcunché, eccetto il piacere di constatarla.

Macomer. Inceneritore Tossilo: tocchi di verde e aspetti umani

tossiloSi è tenuta oggi a Macomer l’attesa presentazione del progetto per il revamping da 60 mila tonnellate di rifiuti l’anno da realizzarsi a Tossilo, zona industriale di Macomer, in sostituzione delle due vecchie linee di smaltimento ormai obsolete. Continua la lettura di Macomer. Inceneritore Tossilo: tocchi di verde e aspetti umani

Lingua e cultura sarda: arretrati e settore allo sbando.

lingua e cultura

Si riceve e diffonde la lettera aperta scritta dagli Operatori e aziende culturali agli organi di informazione circa la situazione insostenibile del settore. Dal pagamento dei contributi arretrati (anno 2012/2013) alla disorganizzazione e alla paralisi della politica linguistica da parte del Governo della RAS, nonché i passi indietro rispetto all’avanzamento visto negli ultimi anni sul tema.

Gentile Direttore,

Le inviamo la presente (pregando di avere uno spazio nel giornale da lei diretto) per esprimere la nostra seria preoccupazione per il grave ritardo accumulato dalla Regione Sardegna ed in particolare dall’Assessorato della Cultura, nei pagamenti dei contributi degli anni 2012/2013, per la tutela e la difesa della lingua e della cultura sarda.

Le aziende sarde stanno chiudendo per colpa della lentezza della Pubblica Amministrazione che non paga i debiti. 
Molte delle nostre attività ha i dipendenti in cassa integrazione, che da 9 mesi non ricevono neanche l’indennità, ad Agosto con la fine degli ammortizzatori sociali molti di noi saranno costretti a licenziare o a chiudere. Il disagio sociale è molto forte. Non vogliamo essere degli assistiti, vogliamo attenzione per il nostro lavoro, perché le famiglie sarde meritano rispetto. Abbiamo bisogno di soluzioni politiche urgenti e tempi certi, per quanto riguarda il pagamento di tutti i contributi dell’esercizio finanziario dell’anno 2012/2013.

Inoltre, la situazione della politica linguistica sarda è paralizzata, il servizio regionale che se ne occupava si trova senza direttore, non è stato scritto un nuovo piano triennale che assicuri continuità degli investimenti e dei finanziamenti futuri. Sospettiamo che la Giunta stia prendendo tempo con l’intento di cancellare quanto di buono era stato fatto negli scorsi anni nel campo della politica linguistica.

Ad oggi non è stato pubblicato il bando per finanziare i corsi di sardo nelle scuole e perciò temiamo che quest’anno nessuno studente sardo potrà studiare la nostra lingua a scuola (lo scorso anno erano state oltre 240 le scuole a richiedere i fondi e 180 progetti erano stati finanziati); inoltre non c’è nessuna traccia del bando per i finanziamenti ai media e all’editoria in sardo.

La Giunta Regionale sbaglia se pensa che potrà portare avanti questo attacco contro la nostra lingua tra l’indifferenza generale, perché i sardi non staranno a guardare: il sardo è la lingua nazionale della Sardegna ed è una lingua conosciuta attivamente dalla maggioranza della popolazione e perciò deve essere utilizzata alla pari dell’italiano in ogni ambito pubblico, ad iniziare dall’Istruzione. Perciò noi siamo pronti a mobilitarci, operatori culturali e Aziende che operano nel movimento linguistico sardo. Se nei prossimi giorni non ci verranno date risposte in merito, occuperemo gli uffici dell’Assessorato.

Master and Back. Il problema dei non-effetti

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Un estratto da “Master and Back della Regione Autonoma della Sardegna. Una prima valutazione dell’implementazione del programma nel periodo 2005-2010″, lavoro di tesi di ricerca per il corso di laurea in Economia e Valutazione delle Politiche pubbliche. Continua la lettura di Master and Back. Il problema dei non-effetti

Inceneritore Tossilo. Maninchedda, successi elettorali e quel “sovranismo” a pieni polmoni

tossiloIl progetto per il nuovo inceneritore di Tossilo verrà presentato al pubblico in data 3 ottobre, ore 11:00, alle ex Caserme Mura, padiglione Filigosa di Macomer. Continua la lettura di Inceneritore Tossilo. Maninchedda, successi elettorali e quel “sovranismo” a pieni polmoni