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Tempio, II edizione del Props Festival. “Fragilità”: tra riflessioni personali e impegno sociale

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Progetto grafico: Christian Mannu

Tempio, II edizione del Props Festival. “Fragilità”: tra riflessioni personali e impegno sociale

Dopo l’interessante esordio nella scorsa estate, al via in Alta Gallura la II edizione del PROPS Festival. Promotore ed organizzatore principale, l’Associazione Culturale Bottega No-Made, giovane realtà nata dalla collaborazione tra i tempiesi Fulvio Accogli, Gianni Monteduro e Sara Puggioni i quali curano la direzione artistica dei numerosi eventi in programma. Dal 13 al 17 luglio, Tempio Pausania e Bortigiadas (nel 2015 le tappe del Festival si sono avvicendate includendo anche Aggius, Calangianus e Luras) ospiteranno la seconda edizione del festival che al suo esordio ha visto la partecipazione – tra gli altri – di Marcello Fois, Michael Margotta e Gavino Murgia. La II edizione del Props è così dedicata al tema della “Fragilità”, condizione umana dell’individuo che si declina su vari aspetti – sociale, politico, religioso – e viene esplorata ed indagata attraverso i diversi linguaggi dell’arte. La fragilità, dunque, vista non come limite ma come un’opportunità, quasi una necessità, con le arti foriere di un momento di rottura e al contempo strumento di accompagnamento alla scoperta di un nuovo punto di vista, sentendo ed entrando in sintonia con natura, paesaggio e il prossimo che con noi occupa lo stesso spazio di vita.

Si parte il 13 luglio con l’inaugurazione della mostra “Di_Segno_no_Made”, esposizione collettiva d’arte contemporanea a cura di Giuseppe Uzzanu nella suggestiva cornice del Chiostro degli Scolopi a Tempio Pausania.

Nella giornata di giovedì 14 luglio ospite del Props l’attore Daniele Monachella che presenterà insieme a Fulvio Accogli e Vanni Fois, sempre nel Chiostro degli Scolopi/Biblioteca comunale di Tempio Pausania, l’audio-libro Un anno sull’altipiano”, opera ispirata al celebre romanzo di Emilio Lussu.

L’opera di Lussu sarà protagonista anche della serata di giovedì nella Piazza San Pietro, qui Daniele Monachella la metterà in scena attraverso un recital musico-teatrale. La sua recitazione vedrà l’accompagnamento musicale a cura di Andrea Congia (chitarre, loop-station) e Massimo Loriga (sax).

Venerdì 15 luglio due laboratori di teatro sociale: il primo rivolto ai membri della casa famiglia “Villa Lissia”, condotto dall’Associazione officineperegrine di Santa Teresa di Gallura, l’altro coinvolgerà gli ospiti della casa protetta “Casa della Letizia” e sarà curato dall’Associazione Bottega No-made.

Nel pomeriggio laboratorio di gioco teatro e teatro delle ombre, a cura di Marta Gabriel e Lidia Baduena, rivolto ai bambini dai 6 ai 12 anni ed aperto ad un massimo di 12 partecipanti.

In serata, tappa a Bortigiadas per “So Quadri” triplice evento a partire dalle 21:45 ospitato nella Chiesa di Santa Croce.

Nella giornata di sabato 16 luglio, al Chiostro degli Scolopi/Biblioteca comunale di Tempio Pausania, si terrà “Fuori Logo”, aperitivo letterario con Cristian Mannu, autore del romanzo “Maria di Isili” e vincitore del Premio Calvino 2015. Dialogheranno con l’autore Maria Antonietta Tamponi e Chiara Pesenti e, ad accompagnarli, il reading di Fulvio Accogli e il contrabbasso di Gregorio Mureddu.

Sempre nella serata di sabato, a Tempio Pausania l’evento di punta per la II edizione del Props: concerto di Militant A, leader e voce degli Assalti Frontali, gruppo underground rap romano con alle spalle più di venti anni di carriera e collaborazioni di successo, noto al grande pubblico per l’impegno politico. Il primo album del gruppo – Baghdad 1.9.9.1. fu pubblicato sotto il nome di “Uniti contro la guerra” in occasione della Prima Guerra del Golfo.

Nel corso degli anni, Assalti Frontali ha prodotto dischi divenuti ormai storia di primo piano nell’hip-hop italiano, mantenendo un profilo non allineato con il mainstream e realizzando centinaia di concerti in numerose realtà sociali occupate (squat) e per azioni di solidarietà. L’appuntamento con Militant A è alle ore 22:30 in Viale Fonte Nuova a Tempio Pausania.

Chiusura del Props, domenica 17 luglio con un duplice appuntamento al Nuraghe Tanca Manca di Tempio Pausania. Alle ore 11:00 “l’Archeowalk” curato dall’Associazione Culturale Bottega No-Made, un seminario archeologico itinerante; segue Roberto Fara, componente di Pino & gli anticorpi e protagonista nell’ultimo film “Bianco di Babbudoiu” con Igor Biddau alla regia, presenterà “Son’e Petra”, un reading musicale con l’accompagnamento di Gregorio Mureddu.

Tutti gli eventi del Props Festival saranno ad ingresso gratuito.

http://www.ilminuto.info/2016/07/tempio-pausania-al-vial-la-ii-edizione-del-props-festival/

Oristano, Dromos Festival alla XVIII edizione con “Il segno di Eva”

Dromos

Oristano, Dromos Festival alla XVIII edizione con “Il segno di Eva”

Diciotto candeline per Dromos. Dal 1° al 15 agosto ritorna infatti nell’Oristanese il festival organizzato dall’omonima associazione culturale. Dromos Festival si riconferma così uno degli appuntamenti di primo piano della programmazione estiva in Sardegna. Il titolo – “Il segno di Eva” – suggerisce che l’edizione 2016 getterà uno sguardo sull’universo femminile e il suo contributo al mondo dell’arte e della creatività, in particolare a quello musicale, senza peraltro trascurare, come sempre, le arti visive e gli altri linguaggi.
Ivo Serafino Fenu, curatore della sezione di Dromos dedicata alle arti visive, ha definito questo XVIII appuntamento con Dromos “un festival contrappuntato da quel ‘segno disubbidiente’ che anche nell’arte ha saputo imporsi e distinguersi nonostante un generale ostracismo che nei secoli, e talvolta ancor oggi, hanno subito le donne/artiste, oggettivamente meno presenti sul mercato, nei musei, nelle collezioni, nelle biennali d’arte e nei festival musicali“.

Dromos interesserà 11 centri dell’oristanese: Cabras, Mogoro, Villa Verde, San Vero Milis, Baratili San Pietro, Riola Sardo, Morgongiori, Neoneli, Bauladu, oltre al capoluogo, Oristano, e a Nureci, sede delle tre giornate di Mamma Blues, quasi un “festival nel festival” (dal 13 al 15 agosto).

Al di là della sua impronta internazionale, Dromos continua a mantenere sempre un forte legame con i centri che fanno parte del “circuito” e con le rispettive comunità. L’approccio diffuso si basa sul decentramento delle  diverse e numerose iniziative nei piccoli e medi paesi dell’interno, con l’obiettivo di arricchirne l’offerta culturale nei mesi estivi e invertirne il consueto flusso turistico. Il tutto contribuendo a rivitalizzare centri piccoli ma suggestivi in modo coerente con le proprie identità.

Dal locale al globale, anche quest’anno Dromos offre un variegato e qualificato cast di artisti per una pluralità di generi musicali. Nell’edizione nel “segno di Eva” saranno tante le presenze femminili: le cantanti inglesi Sarah Jane Morris e Ala.Ni, la statunitense Lisa Simone, la giamaicana Jah9, la francese Audrey Gbaguidi, la norvegese Kristin Asbjørnsen, l’aquilana (di origine napoletana) Simona Molinari, l’australiana Sarah McKenzie, voce e pianoforte, la violinista e cantante Yilian Cañizares, cubana trapiantata in Svizzera, terra d’adozione anche per l’albanese Elina Duni, e poi le sarde Elena Ledda, Simonetta Soro, Monica Demuru, Valentina Casula, Marta Loddo, Rossella Faa e la scrittrice Michela Murgia. Accanto alle protagoniste in rosa, altri ospiti, come il gruppo maliano Songhoy Blues, gli ottoni dell’americana No BS! Brass Band, il cantante ghanese Pat Thomas e il batterista nigeriano Tony Allen.

Un programma ricco di proposte e spunti di interesse, allestito con il contributo di altrettante istituzioni e organismi privati; la Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Assessorato del Turismo), i Comuni di Oristano, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, Riola Sardo, San Vero Milis, Villa Verde, la Fondazione di Sardegna con la collaborazione dell’associazione BES – Best Events Sardinia, la Rete dei Festival, la Pinacoteca comunale Carlo Contini di Oristano, la Cantina Contini di Cabras, l’Hotel Mistral 2 di Oristano, il Centro per l’Autonomia PLUS Oristano – Asl 5, l’associazione La Volantina, l’O.S.V.I.C., l’associazione di promozione sociale Mariposas de Sardinia, ViaggieMiraggi ONLUS, l’Associazione Lost in Translation, l’Agenzia di sviluppo locale Due Giare e Myland cicloturismo in Marmilla.

La diciottesima edizione di Dromos aprirà i battenti lunedì primo agosto. Dopo l’inaugurazione, prevista per le 19,30, delle due mostre – “Il segno di Eva”, di Paola Moretti e “Di madre in madre” di Anna Marceddu – allestite nei locali della Pinacoteca Carlo Contini di Oristano, il versante musicale del festival prenderà il via alle 21,30 alla Cantina Contini di Cabras con la prima della lunga serie di artiste in cartellone: Ala.Ni.

La manifestazione di chiuderà a partire da sabato 13 agosto con il suo trasferimento a Nureci per la tre giorni di Mamma Blues, in programma fino al 15 agosto nel suggestivo borgo dell’alta Marmilla.

Al ricco cartellone di concerti sono associati dei pacchetti turistici realizzati in collaborazione con l’associazione di promozione sociale tutta al femminile Mariposas de Sardinia e con il tour operator ViaggieMiraggi ONLUS. S’intitola “Speciale Dea Madre sulle note del Dromos Festival” l’itinerario di otto giorni, in programma dal quattro all’11 agosto, che unisce la magia dei panorami della Sardegna a diversi appuntamenti musicali della manifestazione. Un viaggio tra siti archeologici e percorsi naturalistici, a piedi e per mare, e ancora reading letterari, incontri di meditazione e yoga al tramonto, pranzi e cene a base di prodotti enogastronomici a kilometro zero. La otto giorni partirà da Cagliari, dal Museo Archeologico Nazionale, raggiungerà il parco del Monte Arci con meta il bosco di Mitza Mraxani, le pendici del Monte Majore, al confine settentrionale della Marmilla, le spiagge bianche dell’Area marina protetta del Sinis e l’isola di Malu Entu. Il tour comprenderà una visita alla Fiera dell’Artigianato Artistico e del Tappeto di Mogoro e al nuraghe Cuccurada, sito nello stesso centro dell’Oristanese, e i concerti di Yilian Cañizares (4 agosto a San Vero Milis) e di Elina Duni (5 agosto a Villa Verde), quello di Tony Allen & Audrey Gbaguidi (6 agosto a Baratili San Pietro), la performance musicale di Lisa Simone e Kristin Asbjorsen (7 agosto a Riola Sardo) e quella di Simona Molinari (9 agosto a Cabras).

La maggior parte degli appuntamenti in calendario è a ingresso gratuito. Sono invece a pagamento il reading musicale “Disubbidienti”, che si terrà a Bauladu il 2 agosto, e alcuni concerti, tra i quali quelli di Yilian Cañizares, di Toni Allen & Audrey Gbaguidi, di Jah9, di Lisa Simone e Kristin Asbjorsen e di Simona Molinari.

Inoltre, sono previste riduzioni del 30% per giovani sotto i 18 anni, per i possessori della Carta Giovani e per gli over 65. L’ingresso è gratuito per i bambini sotto i 10 anni. I biglietti si possono acquistare nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna.

http://www.ilminuto.info/2016/07/oristano-dromos-festival-alla-xviii-edizione-con-il-segno-di-eva/#more-37353 

L.P

Politica. Lettera ad un comunista sardo (di Cristiano Sabino)

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Lettera ad un comunista sardo (di Cristiano Sabino)

Caro compagno… posso chiamarti ancora così o provi imbarazzo dopo tutto ciò che è accaduto al nostro movimento internazionale? A me piace ancora questo detto, “stesso pane”: esprime ciò che volevamo essere e la radice della società nuova che volevamo costruire.
Te la ricordi, dico, la società per cui ci battevamo? Libertà, democrazia, giustizia sociale, uguaglianza, autodeterminazione e indipendenza dei popoli e pace.
Mi ricordo quando, con la tua bella bandiera rossa, ti imbarcavi ad Olbia per andare a manifestare a Roma. Cantavi risonanti canzoni partigiane ed eri un fremito perché scendevi in piazza contro il tiranno di Arcore pieno di tutte quelle buone ragioni che leggevi sul Manifesto o su Liberazione.
Spesso ci siamo incrociati nelle strade e nelle assemblee. Mi sentivo così vicino ai tuoi ideali e ai colori che indossavi, ma appena iniziavamo a discutere mi accorgevo che una voragine impronunciabile ci separava. Usavamo le stesse parole ma il senso era profondamente diverso.
Sembrava che nei tuoi racconti la Sardegna scomparisse o esistesse soltanto in funzione dell’Italia, come una sua “regione”. Tutto ciò che di importante animava le tue narrazioni avveniva a Roma, Milano o qualche altra città continentale e tu stesso ti collocavi alla periferia di ciò che avveniva di bello, importante e mobilitante. Che tu fossi di Rifondazione, antagonista, disobbediente o chissà che altro, la Sardegna e le sue lacerazioni secolari scomparivano nelle tue belle e combattive parole.
Quando il discorso si spostava sulle lotte dei popoli oppressi l’incomprensione aumentava. La Palestina, il Kurdistan, persino il Paese Basco e la Corsica erano lotte degne di nota mentre la Sardegna era e restava una regione periferica nei tuoi pensieri. Andavi ai corsi di catalano organizzati dall’Università e quando ti davo un volantino scritto in sardo protestavi chiedendone uno in italiano. Mi parlavi della morte dell’identità e dell’internazionalismo proletario senza più frontiere, prendendomi in giro per il mio passatismo indipendentista; poi ti mettevi la maglia azzurro-savoia e andavi a festeggiare quando vinceva quella che tu continuavi a chiamare “nazionale” italiana. Dicevi di essere cittadino del mondo e in effetti lo eri, cittadino di un mondo diviso in stati che tu chiamavi nazioni, dove ai popoli veniva progressivamente proibito tutto per dominarli meglio: lingua, abitudini, cultura ed esercizio della memoria storica.
No, il rosso della mia bandiera non era lo stesso rosso di cui tu coloravi la tua.
Mi dicevi che il partito comunista deve essere grande e che “non possiamo fare da soli” e io non riuscivo a capire questo ragionamento, perché il partito comunista è nato come una organizzazione internazionale per fare la rivoluzione e rovesciare lo stato di cose presente, e non per fare il pilastro patriotticico ad uno stato inventato dalla borghesia e dalle classi possidenti sue alleate.
Mi dicevi che bisognava salvare il “nostro paese” dalle grinfie di Berlusconi e quindi bisognava fare fronte comune e io faticavo il doppio a capirti. Da una parte non riuscivo a sentire mio quello stato nato con una “rivoluzione passiva” a rimorchio di equilibri internazionali reazionari – Gramsci lo leggevo anche io, anche se mi davi del nazionalista – e poi non capivo come facessi a confidare in quella massa di funzionari e burocrati che avevano distrutto il movimento comunista sciogliendolo in una “cosa” che odorava di ultraliberismo guerrafondaio a chilometri di distanza.

Abbiamo preso strade diverse io e te. Io ricostruivo con pazienza la storia di quello che era stato il tentativo del Partito Comunista Sardo, tu intanto ti spostavi sempre più a destra ingoiando rospi su rospi pur di “battere le destre”. Oggi ci incrociamo per strada e quasi manco ci salutiamo con un cenno.
Le nostre diversità sono venute fuori come ferite a cielo aperto. Tu non usi più la bandiera rossa. Nel frattempo hai fatto carriera, oppure sei passato al qualunquismo organizzato o ti sei dato all’associazionismo per non sentire il peso della tua coscienza in fiamme. A volte ci ritenti come quando hai aderito da poco all’ennesima rifondazione dell’ennesimo partito comunista in cui la Sardegna, i sardi e la lotta alla colonizzazione non hanno alcuno spazio e nessuna importanza, anzi semplicemente spariscono sotto al tricolore bello in vista che continua a campeggiare nel simbolo.
Io sono orfano del tentativo di costruire un partito comunista sardo o per lo meno un partito dei lavoratori sardi, come spesso usavamo chiamarlo all’orientale.
È vero, neanche il mio indipendentismo sta tanto bene. Da movimento di critica al sistema e alla radice stessa dello sciovinismo italiano è diventato altro. Paradossalmente ha preso le stesse brutte malattie della sinistra italiana: opportunismo, clientelismo, trasformismo, leaderismo condizionati dai salotti televisivi e dalle colonne dei giornali di proprietà dei possidenti.
Ma no, non ho cambiato bandiera. Liberazione nazionale e liberazione sociale sono sempre la mia bandiera, la mia unica bandiera, visto che si tratta di due facce della stessa medaglia. La pace, la giustizia, la libertà e l’eguaglianza rimarranno miraggi se non partiremo da qui, se non metteremo in cima ai nostri pensieri la Sardegna e i sardi, riconoscendone l’oppressione secolare e la necessità di fare pulizia in questa terra di tutto ciò che la ammorba e la opprime a partire dal clientelismo e dalla corruzione che rende irrespirabile l’aria. Ma senza il rosso vivo della nostra bandiera le cose prenderanno una brutta piega, il trasformismo sarà eretto a sistema e i sardi si lasceranno andare al razzismo più bieco, convinti che i loro nemici e la causa dei loro problemi sono i quattro disperati che arrivano in cerca di lavoro e di speranza, anziché le multinazionali senza scrupoli che hanno occupato e sfruttato fino al midollo la nostra terra, usandoci come bracciantato a poco prezzo finchè ne avevano bisogno e come discarica a cielo aperto una volta terminato il ciclo produttivo.

No, non ti sto proponendo di entrare in nessun partito, non c’è un partito comunista e indipendentista sardo. In realtà non ti sto proponendo nulla, perché non credo di avere nulla da proporre a nessuno. Sto solo ragionando a voce alta, perché nel farlo continuo a vedere quella società di libertà, democrazia, giustizia sociale, uguaglianza, autodeterminazione, indipendenza e pace che prima o poi – ne sono certo – tante braccia e tante teste costruiranno in questa terra, liberandola da seicento anni di schiavitù e dimenticanza.

http://www.manifestosardo.org/lettera-ad-un-comunista-sardo/

Brexit. Un “Leave” gerontocratico e intollerante? La working class e le periferie non cedono al “Remain” (di Andrea Genovese)

Brexit. Vote RL Median ageBrexit, l’analisi del voto. Non è un Leave gerontocratico: la working class e le periferie non cedono al Remain. Analisi di Andrea Genovese per Contropiano.org
http://contropiano.org/news/internazionale-news/2016/06/24/referendum-britannico-un-tentativo-analisi-del-voto-080846 Continua la lettura di Brexit. Un “Leave” gerontocratico e intollerante? La working class e le periferie non cedono al “Remain” (di Andrea Genovese)

Brexit. Il FIU: tendenza alla guerra dell’UE, perchè BREXIT è un’opportunità per la pace

foto di Fronte Indipendentista Unidu.

Brexit. Il FIU: tendenza alla guerra dell’UE, perchè Brexit è un’opportunità per la pace

 

Il Fronte Indipendentista Unidu accoglie con grande entusiasmo e speranza l’uscita della Gran Bretagna dalla UE. Questo fatto storico può essere una buona occasione per scatenare un processo di smantellamento dell’oligarchia finanziaria chiamata UE che sta sottomettendo i popoli e i lavoratori del continente a rigidissime ed odiose misure di austerità che, in diversi casi, stanno portando interi settori sociali sotto la soglia di povertà.

Il Fronte Indipendentista Unidu ritiene necessario aprire gli occhi al Popolo Sardo sulla vera natura antidemocratica e usuraria della UE. L’Unione Europea, al di là della propaganda messa in campo, nel corso degli ultimi quindici anni ha solo rafforzato la propria posizione di tutela delle classi dominanti e del Capitale transnazionale, tutto a discapito dei disoccupati, dei pensionati, degli studenti, dei lavoratori e dei popoli sia quelli rappresentanti da uno stato (come per esempio quello greco), sia quelli senza uno stato (catalani, baschi, corsi, sardi, ecc.). La UE è stata inoltre il contenitore economico entro il quale scaricare migliaia di miliardi di titoli tossici (sub-prime), naturale risvolto dell’imperialismo finanziario USA e fattore determinate dell’attuale recessione europea.

Pertanto il Fronte Indipendentista Unidu è impegnato da mesi a prendere contatti con tutte quelle realtà progressiste e antirazziste che, chiaramente e senza zone di ambiguità, abbiano una posizione di netto contrasto alle politiche ultra liberiste della UE e che pongano a base della propria politica almeno quattro punti fondamentali:

1) Uscita dalla UE e dall’eurozona e moratoria del debito. La UE è irriformabile e va smantellata. I sogni di federalismo europeo e di pacifica convivenza dei popoli enunciati per esempio nel “Manifesto di Ventotène” esprimono valori positivi e auspicabili che non hanno però nulla a che fare con la realtà di una unione di oligarchie finanziarie e militari che strangolano la prosperità delle masse lavoratrici e dei popoli europei.

2) Uscita dalla NATO. La NATO è stata fondata come alleanza difensiva in vista di una possibile invasione da parte dell’Unione Sovietica, ma questa alleanza militare è invece sempre intervenuta in guerre di aggressione imperialista. Non riteniamo che la NATO sia compatibile con i valori di coesistenza pacifica e di collaborazione paritetica tra popoli che auspichiamo, per cui siamo favorevoli al suo scioglimento e in ogni caso riteniamo che tutti i popoli liberi non ne possano essere complici pedine. L’attuale crescente militarizzazione dell’Europa non è sostenibile in quanto toglie risorse ai servizi primari e mina alle fondamenta la costruzione di una vera e duratura pace e prosperità tra i popoli.

3) Riconoscimento del diritto delle nazioni senza stato alla loro autodeterminazione. La UE è una unione di stati e oligarchie finanziarie, non di popoli liberi. Molti stati europei infatti reprimono le minoranze nazionali, negano loro fondamentali diritti civili come l’utilizzo della propria lingua e ne utilizzano i territori come basi neo-coloniali, soprattutto di carattere militare, energetico e fiscale. Il riconoscimento del diritto dei popoli senza stato ad esercitare il diritto all’autodeterminazione nazionale è un fattore fondamentale di straordinaria dirompenza democratica e sociale che mette de facto in crisi le fondamenta stesse che reggono la UE e il blocco NATO.

4) Radicale revisione di tutte le politiche ultraliberiste in materia di lavoro, servizi, fiscalità e coercizione militare. I governi della UE hanno varato misure gravemente antipopolari che hanno cancellato le principali conquiste economiche e politiche del movimento operaio e contadino del Novecento. La cabina di regia di questa reazione risiede nelle centrali economiche e politiche delle oligarchie finanziarie che comunemente chiamiamo Troika. Cancellare integralmente queste politiche economiche significa affossare le oligarchie e mandare in cortocircuito la ragion d’essere della stessa UE, aprendo una via di progresso sociale e pace.

Su questa base il Fronte Indipendentista Unidu sta lavorando alla costruzione di un’alleanza internazionale realmente progressista, anticolonialista e democratica avversa al blocco UE/NATO.

La Biblioteca dell’Evasione denuncia l’ergastolo ostativo

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La Biblioteca dell’Evasione denuncia l’ergastolo ostativo

La Biblioteca dell’Evasione ha voluto dedicare la giornata di sabato 18 giugno 2016 alla questione degli orari di prenotazione dei colloqui da parte dei familiari dei detenuti del carcere di Sassari, nella frazione di Bancali.

Diverse lamentele sono state ricevute da parte di alcuni familiari riguardo la difficoltà di fissare il colloquio con il proprio caro; a tal proposito è stato fatto compilare un questionario ai familiari durante l’attesa per le visite: non si sono solo soffermati a compilare dei moduli a crocette, ma si sono trattenuti a parlare con gli attivisti della Biblioteca dell’Evasione e hanno sottolineato altre cose che non vanno, come ad esempio l’attesa per l’ingresso, che alle volte supera l’ora e mezza.

La giornata è quindi il primo passo di una battaglia che la Biblioteca intraprendere al fianco dei familiari per far sì che questi possano avere la possibilità di fissare l’appuntamento per il colloquio chiamando in più giorni e in una maggiore fascia oraria, dando così la possibilità a chi lavora e a chi viene da fuori Sassari di organizzarsi. E, soprattutto, evitare che un familiare non possa vedere il proprio caro solo perché non è riuscito a trovare la linea telefonica libera per fissare il colloquio.

Durante la giornata è stato distribuito un volantino informativo sull’ergastolo ostativo insieme alla proposta di mobilitazione, proposta dai detenuti del carcere di Catanzaro che invita tutti, detenuti e liberi cittadini, a manifestare in forme diverse in solidarietà alla protesta.