Olbia, incontro sull’occupazione militare al Liceo Mossa. Gli studenti: “perché bombardano ancora”?
Lo scorso venerdì nel Liceo Scientifico “Lorenzo Mossa” di Olbia si è tenuto l’incontro-dibattito “Sardigna terra de bombas e cannones”, due ore d’informazione con i ragazzi e le ragazze dell’istituto gallurese e con diversi insegnanti interessati al tema dell’occupazione militare. Hanno organizzato, introdotto e moderato, il dirigente scolastico dell’istituto, Luigi Antolini, e Cristiano Sabino, docente di Storia e Filosofia ed indipendentista attivo anche nell’ambito dell’occupazione militare. Il primo ha ricordato l’approvazione del progetto in collegio docenti, sottolineando l’importanza di simili momenti di approfondimento, considerate le implicazioni sociali, culturali ed economiche della presenza di basi militari e poligoni. Sabino ha introdotto l’argomento identificando l’Isola come una terra di forti contraddizioni che, spesso, come nel caso dell’occupazione militare, la scuola italiana in Sardegna ignora o trascura colpevolmente. Incontri simili, dunque, tentano di controvertire l’andamento attraverso un lavoro di sensibilizzazione ed informazione di lungo periodo, compito dal quale le istituzioni scolastiche non possono esimersi.
Tre i relatori, Gianfranco Sollai, avvocato di parte civile al processo Veleni di Quirra, Enrico Puddu, militante di A Foras e Gian Piero Scanu, senatore del PD e autore – come indicato nel confronto – della “dottrina Scanu”, il controverso approccio caratterizzato dalla chiusura di due Poligoni su tre, “riconvertendo” proprio il PISQ in ottica “duale”, civile e militare, ed inserendo il tutto nell’ambito del Distretto Aerospaziale della Sardegna. Proposta respinta da tempo da movimenti e partiti indipendentisti, ma non solo, che si battono contro l’occupazione militare e chiedono la radicale interruzione delle esercitazioni, la chiusura totale dei siti militari, bonifica e riconversione economica. Il DASS sarebbe la copertura scientifica, “spaziale” ed apparentemente pacifica nel nuovo corso del PISQ e di altre infrastrutture militari in Sardegna, tra l’altro utilizzando largamente denari pubblici a beneficio di imprese private già attive nella filiera bellica e nelle attività addestrative e sperimentali.
Scanu ha parlato del suo rifiuto alla guerra ma, al contempo, del dovere di difesa della patria (quella italiana), rivendicando in tal senso il suo contributo nel momento in cui come primo firmatario propose un drastico taglio all’acquisto degli F-35.
L’avvocato Sollai ha letto e commentato alcuni passaggi nei documenti chiave del processo, come la richiesta di rinvio a giudizio, l’elenco dei metalli pesanti rinvenuti e le testimonianze di chi, nel corso degli anni, nel PISQ ha materialmente realizzato i “fornelli”, larghe e profonde buche dove venivano interrate e fatte brillare tonnellate di materiale di scarto e munizionamento da smaltire.
Circa un centinaio gli studenti presenti all’incontro con alcuni che hanno rivolto domande che, nella loro semplicità, rivelano l’enorme lavoro da portare avanti tra i più giovani i quali si mostrano – se adeguatamente coinvolti – molto interessati ad approfondire questioni che li riguardano in quanto cittadini sardi sotto molteplici punti di vista: sanitari, ambientali e morali.
Difatti, lungo l’intervento di Puddu più volte si sono richiamate le implicazioni internazionali dell’occupazione militare in Sardegna, con l’Isola che rappresenta il crocevia di esportazioni relative alla filiera bellica (RWM di Domusnovas), carichi di armi che contribuiscono a portare morte e distruzione in giro per il mondo. Dallo Yemen sotto aggressione da parte dell’Arabia Saudita, alla Palestina sotto occupazione e pulizia etnica sionista, proprio mentre l’ambasciata israeliana cerca di rinsaldare i rapporti con le istituzioni universitarie cagliaritane a beneficio del Technion – istituto di ricerca israeliano – il quale assume un ruolo ancora più rilevante nell’ambito del richiamato DASS.
Come si è detto, conseguenze nefaste della militarizzazione si riversano all’estero, mentre in Sardegna rimane l’inquinamento, l’indisponibilità di territorio per usi civili e sostenibili e, manifestazione più tangibile, il forte spopolamento che colpisce i centri maggiormente oberati da servitù ma anche i comuni limitrofi. Tra le implicazioni dell’occupazione militare, da richiamare anche il contorno repressivo ed intimidatorio che colpisce i militanti impegnati nei confronti di un sistema bellico che – come rimarcato da tutti i relatori, compreso il senatore Scanu – comporta interessi economici di altissimo livello. Sempre Scanu, le cui posizioni ed agire politico sono sicuramente molto distanti da quelle degli altri relatori, ha ammesso le forti pressioni da parte delle istituzioni militari su tutti gli altri apparati dello Stato, Parlamento e relative Commissioni incluse, influenza che si spinge anche, come accaduto, nell’opposizione da parte dei militari a richieste di ispezione da parte di parlamentari.
Ad “alzata di mano”, sul finire dell’incontro, è stato chiesto ai ragazzi quanti di loro avessero già sentito parlare, a vario titolo, degli argomenti trattati nell’incontro. La risposta è stata emblematica, con meno del 10% dei presenti che ha riposto positivamente. Aspetto certamente critico, ma che non può d’altro canto risolversi nella moralizzazione degli studenti sul poco interesse riguardo le condizione della loro terra dal momento che, spesso, ancor più disinteresse e ignoranza vengono riscontrati tra gli adulti. Sicuramente, nella puntuale presentazione di Puddu, ha avuto un forte impatto il caso dei 400 ettari dell’area Delta del poligono di Teulada, la penisola dichiarata non bonificabile nella quale negli ultimi 60 anni è stato sparato qualsiasi dispositivo d’arma.
La questione è, dunque, formativa ed educativa, con le istituzioni scolastiche che hanno la responsabilità di fornire strumenti e promuovere un approccio critico che possa mettere gli studenti nelle condizioni di conoscere a fondo una delle questioni più rilevanti dell’economia, della politica e della società sarda. Proprio sul coinvolgimento delle realtà scolastiche, Puddu ha precisato come nell’ultimo anno tra scuole superiori, università ed altri incontri A Foras abbia realizzato quasi 60 presentazioni in tutta la Sardegna. Il lavoro di informazione e formazione, dunque, prosegue incessantemente anche in vista de Sa Die de Sa Sardigna e la manifestazione indetta da A Foras per il 28 Aprile proprio al PISQ.
Dopo l’incontro di Olbia, prossimo appuntamento nelle scuole superiori per il mese di aprile con un’altra giornata di approfondimento all’Istituto Tecnico Industriale “G.M. Angioy” di Sassari. Data e luogo esatti verranno comunicati a breve.