Si è tenuto mercoledì scorso l’atteso incontro tra i funzionari Abbanoa, la cittadinanza e l’amministrazione comunale di Tempio Pausania in merito alle bollette anomale e il relativo sistema di rateizzazione dei pagamenti proposto da Abbanoa. Per l’azienda erano presenti il Dott. Picciau, responsabile servizio clienti, e il Dott. Urpi, sportello telematico. Per l’amministrazione il vicesindaco, Gianni Monteduro, e il sindaco, Romeo Frediani.
La proposta di Abbanoa, con l’amministrazione comunale in veste di intermediario coordinatore, è una Procedura di Conciliazione volta a sanare le posizioni e ripartire verso una gestione più efficiente per il futuro.
Si è fatto riferimento a vari aspetti collegati al “nuovo corso” di Abbanoa. La fatturazione su base semestrale che avverrà in modo puntuale, ovvero si fattura quanto realmente consumato, senza stime o anticipi. I funzionari hanno specificato che l’alternativa, in luogo alla fatturazione bimensile, razionalizzerà i costi del personale, “un esercito di addetti” che in caso contrario opererebbe in continuazione sul territorio facendo gravare sull’azienda maggiori costi.
Come prevedibile si è discusso del recente deposito cauzionale che si basa sulle delibere dell’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico, n° 86/2013 e n° 643/2013, per le quali, le associazioni di consumatori sono intente a chiarirne la legittimità. Sul punto i funzionari hanno, come prevedibile, difeso le ragioni dell’azienda in quanto il problema, a loro avviso, è che in passato il deposito non venisse richiesto e questo ha contribuito alle morosità ricadenti sulla collettività tutta e sull’azienda come inefficienza. Dal punto di vista di Abbanoa, così facendo, si sanerebbe la situazione che si sarebbe dovuta affrontare in precedenza.
Si rileva come queste affermazioni siano quanto meno approssimative. L’immancabile “ovunque è così, in tutte le regioni è così” non trova riscontro, come ad esempio la necessità di fatturazione semestrale (elemento che, date le carenze infrastrutturali, aumenta il rischio di perdite occulte che si possono protrarre per un tempo tre volte superiore). Oltretutto il deposito cauzionale è retroattivo, non esclusivamente applicato ai nuovi allacci. Questo è un elemento centrale che, tra una giustificazione e l’altra, ha portato in dote il “pareggio di bilancio dell’azienda, l’economicità e la buona gestione” e “le tensioni finanziarie alle quali far fronte“. Come si legge nella deliberazione del 27 dicembre 2013, la n. 643, il deposito così previsto è contrario agli scopi per i quali viene previsto a linee generali.
“L’applicazione di un deposito cauzionale omogeneo per tipologia di utenza, pur rendendo più semplice la determinazione e l’applicazione della disciplina del deposito cauzionale, di fatto penalizzerebbe gli utenti virtuosi a vantaggio dei cattivi pagatori e non rappresenterebbe, dunque, un efficace strumento di contrasto e mitigazione del rischio creditizio, prevalentemente rappresentato proprio dalle utenze maggiormente critiche” da cui consegue “la necessità di non penalizzare gli utenti virtuosi e i gestori più efficienti, prevedendo clausole di miglior favore per gli utenti”.
Gli obiettivi di Abbanoa paiono sempre più quelli di far cassa, dietro lo spauracchio dei pericoli sociali degli utenti morosi. Pare poco consono (contra legem) stipulare un contratto di fornitura e vedersi richiesto un deposito cauzionale anni dopo. A quel punto la precauzione appare più come un processo alle intenzioni oppure, come detto, un mezzo per racimolare svariate decine di milioni di euro ed evitare tensioni finanziare.
Va detto che il tema della cauzione, come prevedibile, sia stato pressoché ignorato nel corso dell’incontro. I funzionari hanno in sostanza ribadito la legittimità del deposito cauzionale e pure la contestata compensazione dell’importo con eventuali somme a credito vantate dell’utente; l’obiezione di Abbanoa è che, in ogni caso, l’esborso imposto dall’azienda ai cittadini è lo stesso.
Picciau, dopo avere premesso che “se una bolletta è arrivata significa che l’acqua è passata quindi un motivo c’è sempre“, ha affermato che le cosiddette bollette matte, a linee generali, possono essere dovute da: perdite occulte (il caso più frequente); guasto al contatore (può capitare); l’errore materiale (in soldoni: ha “sbagliato” Abbanoa S.p.A).
Per il caso della perdita occulta la questione si complica e costituisce il vero fulcro della conciliazione. Abbanoa rivendica la responsabilità della perdita ascritta all’utente e quindi l’importo richiesto è (sarebbe) legittimo e pieno. Contemporaneamente, però, ammette una sua responsabilità nella mancata fatturazione ovvero la mancata fatturazione per anni e anni. L’utente non si è potuto accorgere in breve tempo del consumo anomalo e, di conseguenza, l’importo richiesto è lievitato di pari passo allo spreco. La via di mezzo è proprio la conciliazione, con la quale Abbanoa propone la rateizzazione delle somme in esame.
La rateizzazione proposta a Tempio va da un minimo di 30 rate mensili ad un massimo di 60, a seconda della condizione economica dell’utente, prendendo a riferimento l’ISEE. I dettagli della conciliazione non sono stati specificati e il comune attende un prospetto specifico nei prossimi giorni. L’intenzione dell’azienda era ottenere una sorta di adesione iniziale all’avvio di una procedura da intraprendere, come detto, con il Comune in veste di coordinatore della procedura e garante nei confronti di Abbanoa. Sarà Abbanoa a contattare i singoli utenti per analizzare la documentazione loro fornita, in seguito all’adesione alla procedura promossa. Rimane in sospeso una domanda: cosa si intende con “garante”?
Per la rateizzazione, Abbanoa propone il 2,2% + tasso di riferimento BCE (0,05% dal 10/09/2014, ma per Abbanoa è sempre 0,15%) per un totale di 2,25%. E’ stato precisato che il tasso “poteva essere superiore”, con una base di 3,50% + tasso BCE. Sforzo di Abbanoa in questo senso che riduce gli interessi dovuti in quanto, come definita da Picciau, Abbanoa è “un’azienda sociale”. Mormorii in sala.
Abbanoa vorrebbe applicare il 2,25%, anziché il 3,55%, ma non per bontà d’animo, ma per il semplice fatto che quest’ultimo è il tasso previsto per le morosità e sa benissimo che è illegittimo chiedere degli interessi per mora a cittadini in larga parte non morosi, quindi in sede di conciliazione propone arbitrariamente lo 2,25% come tasso complessivo. Consegue che Abbanoa, al di là dell’1,30% di differenza, applichi comunque una procedura che spetta agli utenti morosi, ovvero pagare il debito arretrato maggiorato di un interesse.
Per gli importi prescritti vanno poi fatte delle precisazioni. Dire che una somma è caduta in prescrizione e che l’obbligato è liberato, significa che (ad esempio) un creditore fa trascorrere infruttuosamente un termine (ordinario, 5 anni) senza esercitare il suo diritto a vedersi pagato il debito. Così facendo, perde quel diritto.
Questa premessa è molto importante, non perché i funzionari non conoscano l’istituto della prescrizione, ma perché più volte è emerso un approccio di “gentile concessione”. Dire che sarà l’ufficio legale di Abbanoa ad occuparsi di verificare e, nel caso, concedere la prescrizione non ha alcun senso.
E’ totalmente fuori luogo e fuori diritto millantare concessioni di prescrizione. Eventualmente, l’onere della prova è su Abbanoa che si occuperà di fornire prova che il termine di prescrizione non è decorso. Ad oggi, Abbanoa perde (perde, non “perderebbe se Abbanoa concede”) la facoltà di esigere importi antecedenti al 14 novembre 2009 i quali non siano stati notificati (con raccomandata) negli ultimi cinque anni. La prescrizione, ricordiamo, non è un diritto. La prescrizione “è”.
La parola “concedere” è saltata fuori troppe volte per costituire un semplice eccesso di zelo. Questo è molto importante a livello di comunicazione dal momento che Abbanoa è in posizione dominante sulle controparti, economicamente e a livello informativo, che dovrebbero prendere parte alla conciliazione.
Non è conciliante, tra l’altro, affermare che Abbanoa avrebbe “in punta di diritto potuto chiedere di più” a fronte di un servizio eufemisticamente carente, con centinaia di utenti a Tempio Pausania che da mesi usufruiscono del servizio idrico per poche ore al giorno. Si dirà, come di consueto, che “questo non è l’oggetto dell’incontro e non rientra nelle nostre competenze“. Il 19 settembre scorso Roberto Cossu, Assessore alla Cultura di Tempio Pausania, ha depositato un esposto in Procura (ex artt. 340 e 322 del codice penale) in merito all’interruzione di pubblico servizio in città. Si chiedeva, oltretutto, di integrare l’esposto con informazioni più dettagliate sui disservizi che i cittadini avrebbero fornito successivamente e si rinveniva come i disservizi si siano protratti lungo tutti i mesi estivi. Questi disservizi sono tutt’ora in corso.
E’ opportuno citare il caso de La Maddalena, dove Abbanoa ha promosso la medesima procedura e questa è in una fase più avanzata essendo stata accettata ufficialmente dall’amministrazione. I disservizi nel caso de La Maddalena riguardano persino la potabilità dell’acqua ma anche qui questo contenzioso non rientra nella conciliazione.
Abbanoa si concilia con quello che più interessa all’azienda, precisando agli utenti che abbiano intrapreso un contenzioso tramite da associazioni di categoria, che l’accordo di conciliazione proposto “è superiore rispetto alle associazioni dei consumatori“. Da chiarire cosa si intenda con “superiore”, visto si tratta di procedure diverse con obiettivi differenti. Appare una intimidazione al fine di spingere i cittadini a conciliarsi nell’ambito di una procedura a dir poco dubbia come inquietanti si mostrano dichiarazioni dell’azienda sulla facoltà dei suoi addetti, d’ora in poi, di poter accedere alla proprietà dell’utente anche in assenza dello stesso.
L’amministrazione madalenina metterà a disposizione la modulistica per l’adesione e gli utenti dovranno comunicare i dati della propria posizione debitoria (nominativo, cod. utente, recapito telefonico e sintetica descrizione del problema) allegando documento di identità, modulo ISEE e le eventuali (come eventuali? ndr) bollette. L’adesione va formalizzata a brevissima scadenza, entro il prossimo 22 novembre e l’accordo supera eventuali accordi pregressi tra Abbanoa e utenti. Sarà il comune, successivamente, a trasmettere ad Abbanoa gli accordi stipulati.
Tutti i documenti sono rintracciabili al seguente indirizzo, in modo che i cittadini di tutti i comuni siano quanto più informati possibile sull’attività di Abbanoa.
http://www.comune.lamaddalena.ot.it/site/home/articolo9018784.html
Circa la prescrizione, come nel caso di Tempio accaduto verbalmente, Abbanoa precisa che “ai clienti che aderiranno all’accordo sarà applicata, se accertata, la prescrizione quinquennale“.
Da rilevare che l’amministrazione de La Maddalena ha riunito il consiglio comunale per dibattere sulla questione; questo non è avvenuto per ora a Tempio dove si attende che Abbanoa invii il piano di conciliazione proposto.
Per concludere, non si capisce il senso di impegnare comuni (totalmente oberati di lavoro arretrato) nel raccogliere dati e prestare assistenza a favore dell’azienda nell’ottenimento della conciliazione proposta anziché premurarsi dei diritti dei cittadini che potrebbero, e dovrebbero, mettere in comune forze e informazioni attraverso class action; azioni legali che in molte parti della Sardegna stanno dando battaglia ad Abbanoa, cercando di far luce sulla gestione deficitaria del Gestore Unico a discapito delle comunità sarde.
che dire? da persona non pratica di burocrazia e paroloni sarò costretta a pagare,i carrozzoni sono fatti per spremere la povera gente, le persone che abbiamo votato affinchè i cittadini avessero servizi e costi giusti si rivelano ogni volta interessati solo al proprio tornaconto…